Il razzismo a scuola
Marzo 18, 2019
Il problema del razzismo nel mondo, oggi, al di là delle intolleranze nei confronti delle minoranze religiose e sessuali, è soprattutto strettamente legato all’aumento delle discriminazioni a seguito dei flussi migratori. Anche in Europa vi sono preoccupanti casi di carattere razzista e xenofobo, specie nei confronti dei migranti. E diventata particolarmente preoccupante la situazione in Italia: l’ultimo rapporto di Amnesty International, invero, nonostante le diverse iniziative promosse dalle associazioni della società civile, che cercano costantemente di contrastare le campagne di criminalizzazione degli immigrati e dei rom, ha rilevato una situazione difficile per i migranti.
Il problema del razzismo nel mondo, oggi, al di là delle intolleranze nei confronti delle minoranze religiose e sessuali, è soprattutto strettamente legato all’aumento delle discriminazioni a seguito dei flussi migratori. Anche in Europa vi sono preoccupanti casi di carattere razzista e xenofobo, specie nei confronti dei migranti. E diventata particolarmente preoccupante la situazione in Italia: l’ultimo rapporto di Amnesty International, invero, nonostante le diverse iniziative promosse dalle associazioni della società civile, che cercano costantemente di contrastare le campagne di criminalizzazione degli immigrati e dei rom, ha rilevato una situazione difficile per i migranti.
Bisogna, però, pensare che dinanzi alle numerose e crescenti miserie, ingiustizie economiche, guerre e corruzione, migrare rappresenta spesso per milioni di uomini, donne e bambini l’unica strada per cercare di costruirsi un futuro di speranza, pace e dignità. La crescita della presenza di stranieri, tuttavia, è vissuta, percepita da molti come una minaccia.
A fronte di una crescente e progressiva globalizzazione economica, si è assistito al ritorno di orientamenti nazionalisti e xenofobi e al verificarsi di episodi di violenza e di intolleranza verso gli immigrati. Alcuni governi e parlamenti degli stati europei hanno varato leggi sull’immigrazione, che alcune volte non sono vicine con le loro costituzioni, o con le carte dei diritti umani delle Nazioni. Vale la pena rammentare che la nostra Costituzione condanna ogni forma di razzismo all’articolo 3: ”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Il sistema giuridico italiano, inoltre, prevede pene molto severe per i colpevoli di razzismo e discriminazione.
Per quanto riguarda l’Unione europea, il trattato di Amsterdam (2 ottobre 1997) all’articolo 13, combatte le discriminazioni fondate su sesso, razza ed origine etnica, religione, convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali. Nel giugno del 2000, sulla base di quello stesso articolo, il Consiglio ha adottato una direttiva per l’attuazione del principio della parità di trattamento fra le persone a prescindere dalle differenze e dall’origine etnica. Contestualmente il Consiglio ha varato un programma attuativo comunitario per combattere la discriminazione.
Il trattato sull’Unione europea, introdotto dal trattato di Amsterdam, con l’articolo 29 ha, inoltre, costituito una base giuridica per la lotta contro il razzismo e la xenofobia nell’ambito della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale.
Con il Protocollo n.12 alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo del 4 novembre 2000 si è stabilito che è illegale ogni forma di discriminazione attuata da enti pubblici e determinata da una motivazione qualsiasi. La discriminazione razziale è una violazione dei diritti umani, per questo è la Corte europea dei Diritti dell’Uomo che si occupa della realizzazione di tutte le disposizioni previste dal Protocollo n.12.
Indiscutibilmente, oggi, direttive e normative non mancano per contrastare questo gravissimo fenomeno della società, in Italia, come in Europa.
Nonostante ciò, ad oggi si verificano ancora incresciosi episodi di razzismo, che coinvolgono perfino minori. A Foligno, infatti, qualche giorno fa, è stato segnalato da alcuni genitori dei compagni di classe di due bambini originari dalla Nigeria (il cui papà risiede in Italia da ben diciassette anni), un grave fatto. Il maestro della scuola elementare del comune umbro avrebbe punito i due bambini neri (fratello e sorella) perché, a suo dire, “troppo brutti per guardarli in volto”.
Il docente in questione si è scusato per l’accaduto, sostenendo, che si è trattato di “un esperimento sociale”, di “un’attività per l’integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione”. Un “malinteso” per il quale l’insegnante ha rivolto le sue scuse ai genitori degli alunni coinvolti e, in generale, alla classe.
I bambini erano terrorizzati all’idea di essere di nuovo offesi dal maestro. Per il padre, infatti, più che di “esperimento sociale”, si è trattato di un vero e proprio episodio di razzismo, per cui i figli sono stati – e stanno – molto male. Tra l’altro, ha spiegato il genitore, una cosa del genere non si era mai verificata, da quando sono arrivati in Italia.
L’insegnante supplente è stato immediatamente sospeso in via cautelare. Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione, che ha definito “gravissimo e da condannare” l’episodio di Foligno.
Questo gravissimo episodio avvenuto nella scuola elementare di Foligno sembra rivelare il clima che si sta diffondendo sempre di più anche nel nostro Paese, posto che c’é un crescendo preoccupante di episodi di razzismo in Italia.
E’, invece, necessaria umanità, accoglienza, tutela dei più deboli, aiuto a chi è in difficoltà, tra sofferenze e dolore.
Per questa inquietante storia, comunque, dove al centro vi sono dei bimbi vittime di una inspiegabile discriminazione, i genitori, col proprio legale, si sono recati presso la Procura di Spoleto, al fine di formalizzare una denuncia. La Procura, quindi, ha ordinato per conto proprio al Commissariato di Foligno di avviare un’indagine sulla vicenda “per valutare se abbia rilevanza penale, oltre a quella disciplinare per cui procedono le Istituzioni scolastiche”.
Al momento sono in corso indagini e si attende una dichiarazione ufficiale della scuola.
Il problema del razzismo nel mondo, oggi, al di là delle intolleranze nei confronti delle minoranze religiose e sessuali, è soprattutto strettamente legato all’aumento delle discriminazioni a seguito dei flussi migratori. Anche in Europa vi sono preoccupanti casi di carattere razzista e xenofobo, specie nei confronti dei migranti. E diventata particolarmente preoccupante la situazione in Italia: l’ultimo rapporto di Amnesty International, invero, nonostante le diverse iniziative promosse dalle associazioni della società civile, che cercano costantemente di contrastare le campagne di criminalizzazione degli immigrati e dei rom, ha rilevato una situazione difficile per i migranti.
Bisogna, però, pensare che dinanzi alle numerose e crescenti miserie, ingiustizie economiche, guerre e corruzione, migrare rappresenta spesso per milioni di uomini, donne e bambini l’unica strada per cercare di costruirsi un futuro di speranza, pace e dignità. La crescita della presenza di stranieri, tuttavia, è vissuta, percepita da molti come una minaccia.
A fronte di una crescente e progressiva globalizzazione economica, si è assistito al ritorno di orientamenti nazionalisti e xenofobi e al verificarsi di episodi di violenza e di intolleranza verso gli immigrati. Alcuni governi e parlamenti degli stati europei hanno varato leggi sull’immigrazione, che alcune volte non sono vicine con le loro costituzioni, o con le carte dei diritti umani delle Nazioni. Vale la pena rammentare che la nostra Costituzione condanna ogni forma di razzismo all’articolo 3:” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Il sistema giuridico italiano, inoltre, prevede pene molto severe per i colpevoli di razzismo e discriminazione.
Per quanto riguarda l’Unione europea, il trattato di Amsterdam (2 ottobre 1997) all’articolo 13, combatte le discriminazioni fondate su sesso, razza ed origine etnica, religione, convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali. Nel giugno del 2000, sulla base di quello stesso articolo, il Consiglio ha adottato una direttiva per l’attuazione del principio della parità di trattamento fra le persone a prescindere dalle differenze e dall’origine etnica. Contestualmente il Consiglio ha varato un programma attuativo comunitario per combattere la discriminazione.
Il trattato sull’Unione europea, introdotto dal trattato di Amsterdam, con l’articolo 29 ha, inoltre, costituito una base giuridica per la lotta contro il razzismo e la xenofobia nell’ambito della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale.
Con il Protocollo n.12 alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo del 4 novembre 2000 si è stabilito che è illegale ogni forma di discriminazione attuata da enti pubblici e determinata da una motivazione qualsiasi. La discriminazione razziale è una violazione dei diritti umani, per questo è la Corte europea dei Diritti dell’Uomo che si occupa della realizzazione di tutte le disposizioni previste dal Protocollo n.12.
Indiscutibilmente, oggi, direttive e normative non mancano per contrastare questo gravissimo fenomeno della società, in Italia, come in Europa.
Nonostante ciò, ad oggi si verificano ancora incresciosi episodi di razzismo, che coinvolgono perfino minori. A Foligno, infatti, qualche giorno fa, è stato segnalato da alcuni genitori dei compagni di classe di due bambini originari dalla Nigeria (il cui papà risiede in Italia da ben diciassette anni), un grave fatto. Il maestro della scuola elementare del comune umbro avrebbe punito i due bambini neri (fratello e sorella) perché, a suo dire, “troppo brutti per guardarli in volto”.
Il docente in questione si è scusato per l’accaduto, sostenendo, che si è trattato di “un esperimento sociale”, di “un’attività per l’integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione”. Un “malinteso” per il quale l’insegnante ha rivolto le sue scuse ai genitori degli alunni coinvolti e, in generale, alla classe.
I bambini erano terrorizzati all’idea di essere di nuovo offesi dal maestro. Per il padre, infatti, più che di “esperimento sociale”, si è trattato di un vero e proprio episodio di razzismo, per cui i figli sono stati – e stanno – molto male. Tra l’altro, ha spiegato il genitore, una cosa del genere non si era mai verificata, da quando sono arrivati in Italia.
L’insegnante supplente è stato immediatamente sospeso in via cautelare. Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione, che ha definito “gravissimo e da condannare” l’episodio di Foligno.
Questo gravissimo episodio avvenuto nella scuola elementare di Foligno sembra rivelare il clima che si sta diffondendo sempre di più anche nel nostro Paese, posto che c’é un crescendo preoccupante di episodi di razzismo in Italia.
E’, invece, necessaria umanità, accoglienza, tutela dei più deboli, aiuto a chi è in difficoltà, tra sofferenze e dolore.
Per questa inquietante storia, comunque, dove al centro vi sono dei bimbi vittime di una inspiegabile discriminazione, i genitori, col proprio legale, si sono recati presso la Procura di Spoleto, al fine di formalizzare una denuncia. La Procura, quindi, ha ordinato per conto proprio al Commissariato di Foligno di avviare un’indagine sulla vicenda “per valutare se abbia rilevanza penale, oltre a quella disciplinare per cui procedono le Istituzioni scolastiche”.
Al momento sono in corso indagini e si attende una dichiarazione ufficiale della scuola.
Avv. Jacopo Maria Pitorri