IL GIOVANE ITALIANO AIUTA IL MIGRANTE A TROVARE LAVORO

Di recente, la notizia apparsa sui media di un gesto di notevole altruismo, di un giovane italiano, nei confronti di uno straniero, ha colpito non poco l’attenzione dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri.

Un ragazzo originario di Palermo, residente a Milano, lo scorso 29 Luglio, passeggiando per le vie del capoluogo lombardo, si è imbattuto in una scena estremamente toccante. Dinanzi,  all’ufficio immigrazione, a terra, un uomo disperato piangeva. Il giovane italiano, quindi, prontamente, si è preoccupato di aiutarlo, traducendo al personale dell’ufficio la sua richiesta.

Bright, un uomo libico di trentaquattro anni, era davvero scoraggiato. Non poteva smettere di piangere, posto che non riusciva a comunicare con i dipendenti dell’ufficio di immigrazione. Il migrante aveva bisogno soltanto di una marca da bollo, per poter rinnovare il suo documento. Senza questa, il futuro di Bright non sarebbe sicuramente stato in Italia, dove era giunto per cambiare la sua esistenza. Lo spirito di solidarietà, il cuore e la pazienza del giovane siciliano hanno fatto la differenza. Il ragazzo, infatti, ha deciso di accompagnare Bright, prima presso l’ufficio postale, poi, di nuovo all’ufficio immigrazione, facendo da tramite, interagendo agli sportelli per conto del migrante..

Il documento ottenuto ha fatto sì che l’uomo proveniente dalla Libia, finalmente, potrà iniziare a lavorare regolarmente come lavapiatti. Grazie all’aiuto del giovane italiano, che non dimenticherà mai, lo straniero bisognoso comincerà una nuova vita, fatta di speranze, per un futuro migliore.

                                                                        Avvocato Iacopo Maria Pitorri

IL GIOVANE ITALIANO AIUTA IL MIGRANTE A TROVARE LAVORO

Di recente, la notizia apparsa sui media di un gesto di notevole altruismo, di un giovane italiano, nei confronti di uno straniero, ha colpito non poco l’attenzione dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri.

Un ragazzo originario di Palermo, residente a Milano, lo scorso 29 Luglio, passeggiando per le vie del capoluogo lombardo, si è imbattuto in una scena estremamente toccante. Dinanzi,  all’ufficio immigrazione, a terra, un uomo disperato piangeva. Il giovane italiano, quindi, prontamente, si è preoccupato di aiutarlo, traducendo al personale dell’ufficio la sua richiesta.

Bright, un uomo libico di trentaquattro anni, era davvero scoraggiato. Non poteva smettere di piangere, posto che non riusciva a comunicare con i dipendenti dell’ufficio di immigrazione. Il migrante aveva bisogno soltanto di una marca da bollo, per poter rinnovare il suo documento. Senza questa, il futuro di Bright non sarebbe sicuramente stato in Italia, dove era giunto per cambiare la sua esistenza. Lo spirito di solidarietà, il cuore e la pazienza del giovane siciliano hanno fatto la differenza. Il ragazzo, infatti, ha deciso di accompagnare Bright, prima presso l’ufficio postale, poi, di nuovo all’ufficio immigrazione, facendo da tramite, interagendo agli sportelli per conto del migrante..

Il documento ottenuto ha fatto sì che l’uomo proveniente dalla Libia, finalmente, potrà iniziare a lavorare regolarmente come lavapiatti. Grazie all’aiuto del giovane italiano, che non dimenticherà mai, lo straniero bisognoso comincerà una nuova vita, fatta di speranze, per un futuro migliore.

                                                                        Avvocato Iacopo Maria Pitorri

I RIFUGIATI REINSEDIATI IN ITALIA

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri fa presente un dato di non poco conto: è giunto, ad oggi, a ben duemilatrecentosette il numero di rifugiati reinsediati in Italia, provenienti da Libano, Giordania, Turchia, Sudan, Siria e Libia dal 2015 (anno di inizio del programma italiano).

Basti pensare che il giorno  01 agosto 2019, sono giunti, presso l’aeroporto di Fiumicino, ottantotto rifugiati arrivati nell’ambito del Programma nazionale di reinsediamento. Spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che parliamo di diciassette famiglie siriane fuggite dal conflitto e accolte per alcuni anni in Libano. Tra coloro che sono stati trasferiti, vi sono anche persone, adulti e minori, con situazioni mediche estremamente complicate, che necessitano di cure mediche specializzate.

Evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che i rifugiati verranno accolti nell’ambito dei progetti del sistema Siproimi, dove inizieranno il loro percorso di integrazione.

Il Programma nazionale di reinsediamento è promosso dal Governo italiano, più specificamente dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, e finanziato con fondi Fami, con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Il reinsediamento, fa presente  l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è uno strumento efficace di protezione per le persone maggiormente a rischio e costituisce, certamente, un concreto meccanismo di solidarietà tra i governi, al fine di  rispondere alle crisi di rifugiati in tutto il mondo. Non bisogna dimenticare, infatti, che vi sono molte persone che, purtroppo, sono costrette a fuggire da guerre, violenza e persecuzione, per giungere in un altro Paese,.

 Poiché, ad oggi, sono in essere conflitti in diversi Paesi, l’UNHCR stima che oltre un milione di persone avranno bisogno di essere reinsediate nel 2020. Tuttavia, le possibilità di reinsediamento attualmente messe a disposizione dagli Stati non sono proporzionate ai bisogni. Attualmente, il reinsediamento è una possibilità per un numero esiguo di rifugiati al mondo (meno dell’1% dei rifugiati in tutto il mondo viene reinsediato).

E’ per queste ragioni, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che  l’UNHCR non può che sperare in un crescente impegno per l’ampliamento e il consolidamento del reinsediamento in Italia, oltre che in altri Paesi coinvolti nel problema, stante il crescente bisogno mondiale.

                                                                                  Avvocato Iacopo Maria Pitorri

I RIFUGIATI REINSEDIATI IN ITALIA

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri fa presente un dato di non poco conto: è giunto, ad oggi, a ben duemilatrecentosette il numero di rifugiati reinsediati in Italia, provenienti da Libano, Giordania, Turchia, Sudan, Siria e Libia dal 2015 (anno di inizio del programma italiano).

Basti pensare che il giorno  01 agosto 2019, sono giunti, presso l’aeroporto di Fiumicino, ottantotto rifugiati arrivati nell’ambito del Programma nazionale di reinsediamento. Spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che parliamo di diciassette famiglie siriane fuggite dal conflitto e accolte per alcuni anni in Libano. Tra coloro che sono stati trasferiti, vi sono anche persone, adulti e minori, con situazioni mediche estremamente complicate, che necessitano di cure mediche specializzate.

Evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che i rifugiati verranno accolti nell’ambito dei progetti del sistema Siproimi, dove inizieranno il loro percorso di integrazione.

Il Programma nazionale di reinsediamento è promosso dal Governo italiano, più specificamente dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, e finanziato con fondi Fami, con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Il reinsediamento, fa presente  l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è uno strumento efficace di protezione per le persone maggiormente a rischio e costituisce, certamente, un concreto meccanismo di solidarietà tra i governi, al fine di  rispondere alle crisi di rifugiati in tutto il mondo. Non bisogna dimenticare, infatti, che vi sono molte persone che, purtroppo, sono costrette a fuggire da guerre, violenza e persecuzione, per giungere in un altro Paese,.

 Poiché, ad oggi, sono in essere conflitti in diversi Paesi, l’UNHCR stima che oltre un milione di persone avranno bisogno di essere reinsediate nel 2020. Tuttavia, le possibilità di reinsediamento attualmente messe a disposizione dagli Stati non sono proporzionate ai bisogni. Attualmente, il reinsediamento è una possibilità per un numero esiguo di rifugiati al mondo (meno dell’1% dei rifugiati in tutto il mondo viene reinsediato).

E’ per queste ragioni, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che  l’UNHCR non può che sperare in un crescente impegno per l’ampliamento e il consolidamento del reinsediamento in Italia, oltre che in altri Paesi coinvolti nel problema, stante il crescente bisogno mondiale.

                                                                                  Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Migranti: il vertice europeo dei migranti a Parigi

Di recente, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, il Ministero dell’Interno  non ha partecipato al vertice europeo sui migranti, che si è tenuto a Parigi.

Il summit nella capitale francese è stato convocato dallo stesso governo transalpino al fine di poter  parlare di Libia, sbarchi e soccorsi in mare, invitando al tavolo tutti i ministri dell’Interno e degli Esteri dei Paesi membri. A fronte di ciò, tuttavia, il  Viminale, ha fatto sapere che l’Italia non è più disposta ad accogliere tutti gli immigrati in arrivo in Europa. Più specificamente, il Ministero dell’Interno ha chiarito che non sarà più accettata l’ipotesi, avanzata da Germania e Francia, dello sbarco nel porto più sicuro vicino,  con la tendenza a ignorare le richieste e le istanze dei due Stati più esposti al fenomeno migratorio, ovvero Italia e Malta. Ciò che è stato proposto dal Viminale, oltre che da La Valletta, altro non è che un meccanismo di distribuzione temporanea di tutti gli immigrati irregolari, e una rotazione dei porti sicuri di sbarco delle persone rintracciate in mare, in modo che l’accoglienza non riguardi esclusivamente  Italia e Malta. Il Ministero dell’Interno ha ribadito l’obiettivo della prevenzione dell’immigrazione illegale nel Mediterraneo, nella salvaguardia e nel rispetto delle persone e delle norme internazionali, ma anche la lotta ai trafficanti di esseri umani, oltre ad una efficace politica europea di rimpatrio dei non aventi diritto.

Il fenomeno migratorio è un qualcosa che deve coinvolgere tutta l’Europa, non soltanto alcuni paesi. Fa  presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che  per i   flussi,  vi è stato un aggravarsi della situazione dal 2015, anno in cui i flussi diretti verso l’Europa hanno raggiunto il loro apice. Al di là della  necessità di una maggiore solidarietà tra i Paesi membri, vi sono anche limiti che caratterizzano gli strumenti di cui l’Unione si è dotata in ambito migratorio. Uno di questi è costituito dal  regolamento di Dublino. Si tratta di un trattato internazionale multilaterale in tema di diritto di asilo, che verte sul principio secondo cui lo Stato che permette l’ingresso di un richiedente asilo nel suo territorio è responsabile dell’esame della sua richiesta. Oltre ciò, qualora si verifichino movimenti secondari verso un altro Stato membro, la convenzione prevede il trasferimento di questi individui al Paese di primo ingresso. Ciò, tuttavia, ha fatto sì che il peso dei flussi migratori continuasse a gravare su pochi Paesi che, per una mera questione geografica, si sono trovati soli a gestire l’elevato numero di arrivi. Basti pensare che nel 2014 cinque stati membri hanno gestito il 72% delle richieste d’asilo in Europa. L’Unione europea, di fronte ad alcuni limiti dei propri strumenti, all’impossibilità di trovare una risposta comune basata sul principio di solidarietà e alle conseguenze che questa situazione ha avuto, da subito, sull’opinione pubblica,  ha cominciato a percepire l’immigrazione come una delle principali  problematiche  per l’Ue.

Un fenomeno di tale portata come quello migratorio  non può incidere solo su alcuni Stati.

                                                                                 Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Libia: liberati i migranti del centro profughi bombardato

Il governo del premier Fayez al-Sarraj ha, di recente, liberato trecentocinquanta migranti, che erano rinchiusi nel centro di detenzione di Tajoura, quello colpito da un raid dell’aviazione del generale Khalifa Haftar, causando ben cinquantatré morti.

La liberazione dei sopravvissuti,  fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è stata  segnalata da un tweet della sezione libica dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), con il seguente commento “Ringraziamo il ministero dell’Interno libico per il rilascio odierno dei rifugiati e migranti dal centro di detenzione di Tajoura. Trecentocinquanta persone erano ancora a rischio a Tajoura e ora sono libere. L’Unhcr fornirà assistenza”.

Tripoli, quindi, ha chiuso il centro di Tajura bombardato da Haftar.  I migranti (che, nelle ultime ore, avevano addirittura intrapreso lo sciopero della fame) sono stati liberati e contestualmente espulsi dal territorio libico. Ora, però,  sono senza un posto dove andare e, di fatto, potrebbero anche decidere di intraprendere la traversata verso l’Italia, con l’aiuto degli scafisti. Hanno, infatti, lanciato un appello, subito dopo aver lasciato Tajura: “Siamo stati scacciati dal campo di Tajura sia dalle autorità libiche che dai funzionari delle Nazioni Unite. Per favore chiamate i media, filmateci e ascoltate il nostro appello: non abbiamo da mangiare e non sappiamo dove andare”.

I migranti detenuti dentro e fuori Tripoli sono circa tremila. L’UNCHR ha stimato la presenza di almeno cinquemila migranti nei centri di detenzione, in Libia. Il governo di Serraj, infatti, dopo il bombardamento da parte delle milizie di Haftar, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ha annunciato, di voler liberare tutti i migranti trattenuti nei centri di detenzione per “garantire la loro incolumità”. Ma, una volta liberati, i migranti, provenienti da diversi Paesi dell’Africa sub sahariana, non hanno un posto dove andare e dunque è molto probabile che possano nuovamente tentare una traversata dalla Libia verso l’Italia.

                                                                  Avvocato Iacopo Maria Pitorri

LA VICENDA GIUDIZIARIA DI CAROLA RACKETE

Recentemente, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, Carola Rackete, la trentunenne della Bassa Sassonia, la intrepida capitana, che è stata protagonista della vicenda legata alla Sea Watch 3, è stata sentita dal Procuratore aggiunto di Agrigento, nell’ambito del primo fascicolo d’inchiesta aperto a suo carico. I reati contestati alla  Carola Rackete erano quello per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra.  Quando la capitana tedesca è giunta in tribunale, con i suoi avvocati, ha trovato fuori l’ingresso del Palazzo di Giustizia, la portavoce della Sea Watch, alcuni componenti della ONG tedesca, rappresentanti di associazioni e liberi cittadini, in un sit-in di solidarietà, con uno striscione bianco con sopra scritto, con vernice rossa, “Salvare vite in mare non è reato” (striscione che le forze dell’ordine hanno chiesto di rimuovere).

Ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, nella vicenda, già il giudice per le indagini preliminari aveva evitato di convalidare l’arresto della comandante della Sea Watch 3 (che aveva forzato il blocco, approdando sull’isola di Lampedusa, dopo giorni in mare, facendo sbarcare in Italia i quarantadue migranti, a bordo della stessa), escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante”, legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, cioè quello di salvare vite umane, in mare. Era, dunque, venuta meno la misura degli arresti domiciliari, decisa dalla procura, che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Il gip ha anche sottolineato che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria, posto che i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri. La prefettura, evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, aveva, però, firmato il provvedimento di espulsione (che non sarebbe mai potuto essere eseguito fino a quando la donna tedesca non fosse stata nuovamente interrogata dai pubblici ministeri).

La  Carola Rackete, che, ad oggi, non è più il capitano della Sea Watch 3, uscendo dalla Procura, ha dichiarato: “Sono stata molto contenta di avere avuto l’opportunità di spiegare tutti i dettagli del salvataggio del 12 giugno. Spero che la Commissione europea, dopo l’elezione del nuovo Parlamento, faccia il meglio possibile per evitare queste situazioni e che tutti i Paesi accettino le persone salvate dalle flotte di navi civili. Ci sono migliaia di profughi che vanno evacuati da un paese in guerra. Mi aspetto dalla commissione europea che trovi al più presto un accordo per dividere i profughi tra i paesi europei”.

Resta indagata, ma a piede libero. Per lei nessuna espulsione. Quattro ore di interrogatorio per Carola Rackete sono bastate ai magistrati di Agrigento per ottenere la conferma che l’inchiesta non può circoscriversi solo a Sea Watch. “Si è trattato di un incontro sereno, al quale seguiranno tutte le valutazioni del caso” (hanno detto fonti della procura). Carola Rackete  ha risposto a tutte le domande del procuratore aggiunto. I PM adesso, nell’attesa che la Cassazione si pronunci sul ricorso in merito alla mancata convalida dell’arresto, per il secondo procedimento che ipotizza la resistenza a pubblico ufficiale e la resistenza o violenza a nave da guerra, esamineranno il verbale dell’audizione e la documentazione prodotta durante l’interrogatorio dai difensori della capitana.

La coraggiosa capitana, che, per giorni, è stata al centro di molte polemiche, al timone della Sea Watch3, è libera, atteso che  non è stato convalidato alcun arresto.  E se vuole, può tornare nella sua Germania.

                                                                          Avvocato Iacopo Maria Pitorri

LA SFIDA DELLE ONG

Ogni giorno,  fa presente  l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, sentiamo nominare, o leggiamo sui media, l’acronimo “ONG”. Si tratta di organizzazioni non governative, che svolgono la loro attività nell’interesse della comunità, in modo pacifico e senza scopo di lucro, nell’esclusivo interesse dei diritti umani.

Impegnate in molteplici attività, in ogni parte del mondo, specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, le ONG vengono finanziate con donazioni, elargizioni di filantropi, le più grandi anche sostenute da denaro pubblico. L’espressione “organizzazione non governativa” è stata menzionata per la prima volta nell’ambito delle Nazioni Unite: l’articolo 71 della Carta costituzionale dell’ONU prevede, invero, la possibilità che il Consiglio economico e sociale possa consultare “organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella sua competenza”.

Mosse da una grande spinta ideale, evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, fanno, in genere. parte di movimenti ecologisti, pacifisti, progressisti (senza essere affiliate al alcun partito politico) e portano avanti idee connesse ai diritti umani, alla pace, alla tolleranza, utilizzando diversi metodi, contribuendo alla risoluzione dei problemi, nel mondo.  Da tempo, ormai, hanno assunto un ruolo fondamentale nel far emergere, a livello internazionale, le questioni relative ai diritti umani, soprattutto in tema di migranti, con l’impiego delle navi umanitarie in mare. Il Papa Francesco ha benedetto le ONG, elogiando  “gli sforzi compiuti in favore di migranti,  in fuga dalle guerre e dalla povertà”.

Di recente, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, Medici Senza Frontiere e Sos Méditerranée hanno fatto sapere che punteranno dritto verso le coste italiche, chiedendo il permesso di attraccare nei nostri porti. Si attiveranno, cioè, nel Mediterraneo, con la nave  Ocean Viking,  per svolgere attività di ricerca e soccorso dei migranti.

Si tratta di un cargo battente bandiera norvegese, di sessantanove metri di lunghezza, e oltre quindici di larghezza, in viaggio, a vele spiegate, per raggiungere il Mediterraneo centrale, al fine di dare il proprio contributo per le  operazioni di salvataggio

Rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, alle organizzazioni internazionali non governative in questione, erano stati congelati i conti bancari, delle missioni italiane e di ricerca e salvataggio, a fronte di un’inchiesta in Italia sulla gestione dei rifiuti a bordo della nave Aquarius. Nonostante, però, fossero stati bloccati anche i conti di alcuni membri dello staff italiano della ONG, MSF si sarebbe dichiarata pronta a solcare di nuovo le acque, incurante  delle problematiche  giudiziarie in cui è rimasta coinvolta. La direttrice delle operazioni di Sos Méditerranée ha, invero,  dichiarato: “Non forzeremo le acque territoriali italiane, ma rifiuteremo di sbarcare le persone in Libia, nel rispetto del diritto marittimo internazionale”.

                                                                                  Avvocato Iacopo Maria Pitorri

I MIGRANTI A BORDO DELLA GREGORETTI

Dopo essere stata ferma in mare,  fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la nave Gregoretti, della guardia costiera, con a bordo centotrentuno migranti, ha ormeggiato al porto di Augusta, in quel di Siracusa. Il natante è in attesa dell’autorizzazione  per far sbarcare i migranti, salvati in due soccorsi del 25 luglio, anche fino a che dalla Commissione europea non arriveranno le opportune garanzie sulla ricollocazione di tutti i migranti coinvolti. La Gregoretti, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, precedentemente all’approdo ad Augusta, soprattutto considerato il  peggioramento delle condizioni meteo, aveva fatto rotta verso la Sicilia orientale, raggiungendo un punto di ancoraggio fuori il porto di Catania ( dove era stata rifornita di viveri e medicinali). Attualmente si trova al molo Nato (di Augusta, porto militare). Qui, all’equipaggio ed ai migranti possono essere garantite condizioni migliori a bordo. Il mare, tra l’altro,  risulta  più agitato (ciò che ha, appunto, suggerito l’approdo). La Guardia Costiera italiana ha spiegato che, in data 25 luglio, i migranti, a bordo di gommoni, hanno lasciato la Libia per dirigersi verso le coste europee. Tre sono stati soccorsi dalla guardia costiera libica, intervenuta anche sul barcone affondato al largo di Al Khoms, mentre altri tre hanno proseguito la navigazione entrando nella zona di Sar (Search and Rescue) maltese. Le autorità de La Valletta hanno soccorso un gommone, con circa  un centinaio di migranti, e richiesto immediatamente collaborazione all’Italia che ha inviato,  due motovedette, della guardia costiera e della guardia di finanza. Queste ultime hanno assistito centoquarantuno naufraghi. Successivamente, sei migranti, per ragioni sanitarie, sono stati portati sull’isola di Lampedusa. Attualmente, ha informato la guardia costiera, i migranti permangono a bordo della Gregoretti, assistiti dall’equipaggio e dal team medico, in attesa,  delle determinazioni del caso e del riscontro positivo dell’Unione europea sulla ricollocazione dei naufraghi.   

              

Avvocato Iacopo Maria Pitorri                                                                             

I MIGRANTI A BORDO DELLA GREGORETTI

Dopo essere stata ferma in mare,  fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la nave Gregoretti, della guardia costiera, con a bordo centotrentuno migranti, ha ormeggiato al porto di Augusta, in quel di Siracusa. Il natante è in attesa dell’autorizzazione  per far sbarcare i migranti, salvati in due soccorsi del 25 luglio, anche fino a che dalla Commissione europea non arriveranno le opportune garanzie sulla ricollocazione di tutti i migranti coinvolti. La Gregoretti, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, precedentemente all’approdo ad Augusta, soprattutto considerato il  peggioramento delle condizioni meteo, aveva fatto rotta verso la Sicilia orientale, raggiungendo un punto di ancoraggio fuori il porto di Catania ( dove era stata rifornita di viveri e medicinali). Attualmente si trova al molo Nato (di Augusta, porto militare). Qui, all’equipaggio ed ai migranti possono essere garantite condizioni migliori a bordo. Il mare, tra l’altro,  risulta  più agitato (ciò che ha, appunto, suggerito l’approdo). La Guardia Costiera italiana ha spiegato che, in data 25 luglio, i migranti, a bordo di gommoni, hanno lasciato la Libia per dirigersi verso le coste europee. Tre sono stati soccorsi dalla guardia costiera libica, intervenuta anche sul barcone affondato al largo di Al Khoms, mentre altri tre hanno proseguito la navigazione entrando nella zona di Sar (Search and Rescue) maltese. Le autorità de La Valletta hanno soccorso un gommone, con circa  un centinaio di migranti, e richiesto immediatamente collaborazione all’Italia che ha inviato,  due motovedette, della guardia costiera e della guardia di finanza. Queste ultime hanno assistito centoquarantuno naufraghi. Successivamente, sei migranti, per ragioni sanitarie, sono stati portati sull’isola di Lampedusa. Attualmente, ha informato la guardia costiera, i migranti permangono a bordo della Gregoretti, assistiti dall’equipaggio e dal team medico, in attesa,  delle determinazioni del caso e del riscontro positivo dell’Unione europea sulla ricollocazione dei naufraghi.   

              

Avvocato Iacopo Maria Pitorri