Migranti: oltre 70 milioni di persone in fuga nel 2018

Nel corso del  2018, spiega l’Avvocato  Iacopo Maria Pitorri, ci sono state oltre settanta milioni di persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa,  o nazione, a causa di guerre o persecuzioni. A parere dell’ONU non  si tiene conto del numero reale di rifugiati e richiedenti asilo.

Nel rapporto annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), diffuso a Ginevra, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, si evidenzia che il numero totale di persone  “sradicate” nel mondo  è aumentato di 2,3 milioni rispetto al 2017. Si tratta  di rifugiati (25,9 milioni), sfollati interni (41,3 milioni) e richiedenti asilo (3,5 milioni).

E’, senza dubbio, un dato allarmante: si tratta del livello più alto registrato dall’UNHCR, in quasi settanta anni di attività. La cifra, poi, specifica l’Avvocato Iacopo Maria  Pitorri, è piuttosto approssimata, atteso  che la crisi in Venezuela, in particolare, è riflessa da questo dato solo parzialmente. La maggior parte dei venezuelani, infatti, necessita di protezione internazionale: sono circa quattro milioni le persone fuggite. Solo un milione, tuttavia, ha inoltrato domandi di asilo.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri,  è l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati; fornisce loro protezione internazionale ed assistenza materiale;  persegue soluzioni durevoli per la loro drammatica condizione. Fondata nel 1950, con sede a Ginevra, è la principale organizzazione al mondo, impegnata in prima linea a salvare vite umane, ed a proteggere i diritti di milioni di rifugiati . L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha, di recente, fatto sapere che “Il Perù è il secondo più grande beneficiario dei venezuelani dopo la Colombia, sono davvero sopraffatti dalla presenza di tutte queste persone e hanno la mia piena comprensione perché sono stati davvero oppressi, ma noi li abbiamo esortati a mantenere aperte le frontiere proprio come in Colombia, Ecuador, Brasile, perché queste persone hanno davvero bisogno di sicurezza, protezione e così via”. Grandi, ha anche lanciato un appello all’Europa: “Ora che le elezioni europee sono alle spalle, ora che l’agitazione elettorale è passata, almeno per quanto riguarda il continente, poiché abbiamo un numero francamente gestibile di arrivi in Europa, dico che è il momento, finalmente, di affrontare la questione delle migrazioni”.

                                                                 Avvocato Iacopo Maria Pitorri

La proposta Sant’Egidio-Fcei di corridoi umanitari europei dalla Libia

Il premier Giuseppe Conte, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ha di recente risposto ad una missiva inviata alla Comunità di Sant’Egidio, ed alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), palesando l’interesse da parte del governo italiano per la proposta di un “corridoio umanitario europeo”, dalla Libia.

I due organismi in questione, negli ultimi anni, con la Tavola valdese, si sono prodigati per creare un modello “funzionante”, quale si è dimostrato quello dei corridoi umanitari, che ha garantito l’accesso legale e sicuro a migliaia di profughi. Grazie all’iniziativa, alla quale ha preso parte negli scorsi anni anche la CEI, e che ha sempre visto il coinvolgimento dei Ministeri dell’Interno e degli Esteri, dal febbraio 2016 sono giunti in Italia, in tutta sicurezza, oltre millecinquecento persone provenienti da Libano, Siria e altri Paesi. Gli ultimi, lo scorso 3 giugno: cinquantotto profughi siriani, tra cui numerosi bambini, “sbarcati” all’aeroporto di Fiumicino. Nato in Italia, quale progetto della società civile, totalmente autofinanziato, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, il modello dei corridoi umanitari ha influenzato ulteriori accordi sorti in Francia, Belgio e Andorra, che hanno permesso un arrivo complessivo di oltre duemilacinquecento profughi in Europa, accompagnati, poi, in un processo di integrazione. Non vi è dubbio che si tratti di una prassi buona, efficace, efficiente. L’organizzazione, non governativa Human Rights Watch, nel suo report di gennaio scorso, a seguito di ricerche e sopralluoghi effettuate sul campo, ha definito la Libia “un inferno senza scampo”. E’ necessario creare un ponte con la Libia da dove continuano a giungere le cronache sui centri di detenzione, in cui i migranti versano in condizioni intollerabili e degradanti, esposti al rischio di torture, violenze sessuali, estorsioni e lavori forzati da parte di scafisti e trafficanti. Anche Papa Francesco, ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ha più volte denunciato questi “lager” libici, di cui si è documentato attraverso testimonianze e reportage. In un Angelus dello scorso aprile, il Pontefice ha rivolto addirittura un appello particolare per i profughi, nel Paese nordafricano, sostenendo che “specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati, attraverso corridoi umanitari”. Da qui la proposta di Sant’Egidio e della FCEI: una nuova via di accesso legale e sicuro, in Europa, per cinquantamila profughi che, tramite un sistema di quote, dovrebbero trovare accoglienza nei Paesi europei, disponibili a partecipare al progetto. Il Presidente del Consiglio, nel condividere il giudizio sulla situazione di “grave e persistente instabilità” della Libia, ha ribadito la necessità di un maggiore impegno comune dei Paesi europei a favore di rifugiati, assicurando la concreta intenzione ad approfondire con i partner dell’Unione la proposta di un “corridoio umanitario europeo” nella “condivisa consapevolezza di dover far fronte, in maniera coordinata, all’attuale emergenza, mediante appropriati strumenti operativi e finanziari”. In altre parole, l’Italia si farebbe carico di una quota di profughi da accogliere, e chiederebbe a tutti i Paesi europei di fare altrettanto. Il presidente della FCEI ha commentato: “L’esposizione in prima persona del premier attesta l’interesse con cui il governo ha recepito la nostra proposta. Ringraziamo il premier per la tempestiva risposta al nostro progetto e confidiamo che, a breve, potranno avviarsi i lavori di un comitato interministeriale, che ne avvii la realizzazione. Come protestanti, siamo già impegnati a chiedere alle nostre chiese sorelle, in Europa, di premere sui loro governi perché sostengano concretamente la proposta italiana. D’altro canto, il Presidente di Sant’Egidio ha affermato che “i corridoi umanitari hanno unito l’Italia in un progetto della società civile, capace di salvare dai trafficanti di morte e di integrare nel tessuto civile e sociale europeo. L’interesse espresso dal Presidente del Consiglio, per un corridoio umanitario europeo dalla Libia, è un importante riconoscimento nei confronti di un modello che ha già dimostrato di funzionare; se realizzato, come auspichiamo, servirà a proteggere chi attualmente, in un Paese afflitto da una guerra civile che non conosce fine, rischia la propria vita ed è sottoposto ogni giorno a torture e vessazioni di ogni tipo”. Tutto ciò porrebbe certamente l’Europa nel ruolo di rilievo che merita nel mondo, con un atto di civiltà in difesa dei diritti umani.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

La Germania e i migranti in aereo

Si è recentemente svolta un’allarmante, delicata inchiesta, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, dalla quale è emerso che i tedeschi  rimandano in Italia i cosiddetti “dublinanti” (ovvero quegli stranieri che hanno presentato la domanda di protezione internazionale nel nostro Paese). Alcuni immigrati hanno raccontato che i poliziotti tedeschi li avrebbero buttati a terra e, dopo averli immobilizzati, li avrebbero ammanettati, sedati e, infine, messi su un aereo diretto a Roma. Altri hanno narrato che, pur avendo visto qualche migrante ribellarsi al trasferimento, lo stesso era poi divenuto, improvvisamente, tranquillo, addormentato sul sedile del velivolo. Tali testimonianze sono state addirittura confermate anche dal responsabile di una associazione che difende gli immigrati in Germania.

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ricorda che la Convenzione sulla determinazione dello stato competente per l’esame di una domanda di asilo, presentata in uno degli stati membri delle Comunità Europee, comunemente conosciuta come Convenzione di Dublino, è un trattato internazionale multilaterale in tema di diritto di asilo. Il regolamento di Dublino II (regolamento 2003/343/CE) è stato adottato nel 2003, sostituendo la convenzione di Dublino (del 1990).  Il regolamento di Dublino II determina lo Stato membro dell’Unione europea competente a esaminare una domanda di asilo o riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra (art. 51). Il documento chiarisce l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, mira a determinare con rapidità lo Stato membro competente per una domanda di asilo e prevede il trasferimento di un richiedente asilo in tale Stato membro. Lo Stato membro atto all’esame della domanda d’asilo sarà lo Stato in cui il richiedente asilo ha fatto il proprio ingresso nell’Unione europea. Uno degli obiettivi principali del regolamento di Dublino, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è quello  di impedire ai richiedenti asilo di presentare domande in più Stati membri, oltre che  di ridurre il numero di richiedenti asilo, “vaganti”,  che sono trasportati da Stato membro a Stato membro. Tuttavia, poiché il primo paese di arrivo è incaricato di trattare la domanda, questo mette una pressione eccessiva sui settori di confine, dove gli Stati sono spesso meno in grado di offrire sostegno e protezione ai richiedenti asilo. Attualmente, coloro che vengono trasferiti in virtù di Dublino, non sempre sono in grado di accedere a una procedura di asilo. Ciò mette a rischio le garanzie dei richiedenti asilo di ricevere un trattamento equo, oltre che di vedere le proprie richieste d’asilo prese in adeguata considerazione. A parere, invero, del Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (ECRE) e dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il sistema attuale non riesce a fornire una protezione equa, efficiente ed efficace. Si è, invero, dimostrato che il regolamento impedisce i diritti legali ed il benessere personale dei richiedenti asilo, incluso il diritto ad un equo esame della loro domanda d’asilo e, ove riconosciuto, ad una protezione effettiva. Oltre ciò, vi è una distribuzione ineguale delle richieste d’asilo tra gli Stati membri.

Alla luce di tutto questo, non vi è dubbio che, perlomeno, il trattato di Dublino andrebbe revisionato.

                                                                        Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Convegno a Napoli con tema “migrazioni”

Sono giunti a Napoli, da diverse parti d’Italia e d’Europa, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, diciassette relatori, che saranno impegnati nel Convegno dal titolo “La Teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo”. Si svolgerà per due giorni, nella sede della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Domani mattina, 21 giugno 2019, arriverà anche Papa Francesco, che si unirà alle migliaia di persone presenti. Tra i temi, vi è anche quello relativo alle migrazioni.

Oggi, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, le riflessioni si sviluppano sull’analisi della complessità e delle contraddizioni che caratterizzano il Mar Mediterraneo. Fanno, infatti, parte di questa realtà le migrazioni, ovvero un imponente fenomeno senza tempo, che oggi occupa l’attenzione principale dei governi europei e non solo. Si parte dalla retorica con cui i Paesi ricchi argomentano la questione, per contrapporla al fenomeno migratorio inteso come occasione: una schiera cioè di oppositori e favorevoli. Noti professori, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, parleranno dei migranti considerando “I viaggi senza invito degli europei nel passato verso i mondi colonizzati e i viaggi, altrettanto senza invito, dei migranti di oggi con rotta invertita”. Verrà anche posto in rilievo un aspetto fondamentale: quello dei diritti negati. I diritti della persona, che estendono a tutti la libertà di emigrare e a pochi quella anche di approdare. Il tutto sarà corredato da immagini che, certamente, faranno pensare.

Dinanzi ad un tale, complesso fenomeno, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, il fatto che ci si divida in due fazioni, tra chi è favorevole e chi è contrario, non può che rappresentare il segno che non si intende considerarlo, appunto, un segno dei tempi. Non lo si tiene, cioè, in considerazione nella sua vera essenza. Da detto modo di dividersi tra due partiti emerge, in fondo che i Paesi ricchi parlano, a proposito dei migranti, più delle spaccature interne di schieramenti politici che dei migranti. Diciamo che parlano più “sui” migranti che “dei” migranti. Invece le migrazioni dovrebbero obbligare tutti a ripensare ai nostri valori, oltre che alla nostra storia. Nel diritto internazionale ogni persona ha il diritto di emigrare, ma sembra che non abbia il diritto di approdare.

Ulteriormente, ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, quando il Papa ha lanciato il suo messaggio per la Giornata mondiale dei poveri, tra le nuove schiavitù che lui ha incluso nelle povertà di oggi, ha posto anche la schiavitù dei migranti, dicendo: “I poveri non sono numeri ma sono persone cui andare incontro”. Perché questo “andare incontro” fa paura? Bisogna, quindi, andare incontro, cercando di capire le ragioni del prossimo, dell’altro. Perché ciò che conta sono i diritti, inviolabili, delle persone.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Approdo a Lampedusa per 45 migranti e non approdo per i 43 migranti a bordo della Sea Watch

Una recente notizia ha colpito non poco l’attenzione dell’opinione pubblica. L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri rappresenta che, a fronte dei quarantatré migranti che, da una settimana, a bordo della Sea Watch, si trovano fuori dalle acque territoriali italiane, di fronte Lampedusa (con il divieto di ingresso intimato dal Governo), ben quarantacinque migranti, invece, sono sbarcati sull’isola siciliana. Arrivati, invero, in piena autonomia, a bordo di una piccola barca in legno, sono stati portati a terra da una motovedetta della Guardia di Finanza che li ha avvistati quando erano già in prossimità dell’isola. I migranti (tra cui due bambini ed una donna incinta) provengono da Kenya, Somalia, Costa d’Avorio e Senegal. Molte delle persone sbarcate erano visibilmente disidratate per il viaggio. I migranti sono stati portati immediatamente presso l’hotspot dell’isola.

Tutto ciò, a parere dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, fa riflettere, al punto che a breve, proprio a Lampedusa, partirà una manifestazione di protesta per chiedere lo sbarco dei quarantatré che si trovano a bordo della Sea Watch. Al riguardo, gli attivisti del Forum “Lampedusa solidale”, hanno fatto sapere: “Dormiremo sul sagrato della Parrocchia San Gerlando a Lampedusa, fino a quando i naufraghi e l’equipaggio a bordo della Sea Watch non verranno fatti scendere a terra, in un porto sicuro, come è giusto che sia”. Rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che spesso, in questi anni, le persone migranti hanno scelto la parrocchia di San Gerlando, quale luogo in cui riunirsi e incontrare chiunque fosse disponibile a conoscerli, parlare con loro e ascoltarli. A circa quindici miglia da Lampedusa, i passeggeri della SeaWatch3 non hanno quella stessa opportunità, guardano le luci dell’isola e attendono di conoscere il proprio destino.

Perfino l’OIM (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) ha lanciato un appello “affinché sia garantito, quanto prima, un luogo di sbarco sicuro per migranti soccorsi lo scorso 12 giugno nel Mediterraneo, dalla nave SeaWatch3.”.

 Il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM del Mediterraneo ha specificato che “si tratta di un contesto molto drammatico, confermato anche dai migranti sbarcati recentemente in Italia. Inoltre, è necessario sottolineare come, dopo lo sbarco sulle coste libiche, i migranti, compresi i bambini, sono inviati in centri di detenzione, le cui condizioni sono ancora da considerarsi inaccettabili e inumane. Resta ancora impossibile garantire la protezione dei diritti dei migranti, trasferiti in questi centri. Suscita, inoltre, grave preoccupazione che, in assenza di interventi da parte dei governi, per ridurre i morti in mare, le operazioni di soccorso delle organizzazioni non governative siano deliberatamente scoraggiate”.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

UNHCR invita l’Italia a rivedere il decreto

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati,  è la principale organizzazione al mondo impegnata, in prima linea, a salvare vite umane e a proteggere i diritti di milioni di persone. Si tratta, più segnatamente, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Agenzia dell’ONU specializzata nella gestione dei rifugiati, per la loro protezione internazionale ed assistenza materiale. La UNHCR, rammenta l’Avvocato Pitorri, è stata fondata il 14 dicembre 1950 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ed ha iniziato la sua attività in data 1 gennaio del 1951. Assiste oltre sessanta milioni di persone. Nel 1954 e nel 1981 ha vinto due premi Nobel per la pace. Coloro che beneficiano dell’attività della UNHCR, specifica l’Avvocato  Pitorri, sono, innanzitutto, i rifugiati, vale a dire coloro che vivono nel giustificato timore d’essere perseguitato per la propria razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale, ovvero  opinioni politiche. Sono persone che si trovano fuori dello Stato di cui possiedono la cittadinanza e non possono, per detto timore, ritornarvi. Oltre i rifugiati, l’Agenzia dell’ONU assiste anche i rimpatriati, cioè coloro che, essendo rifugiati, chiedono di poter tornare nel proprio paese di origine. Vi sono, poi, i richiedenti, i quali, lasciato il loro paese d’origine, avendo inoltrato una richiesta d’asilo, sono in attesa di una risposta dal paese ospitante per ottenere lo status di rifugiato. Trovano, ancora, tutela da parte dell’UNHCR gli apolidi (coloro che non hanno la cittadinanza in nessuno Stato) e gli sfollati interni, vale a dire coloro che sono costretti a spostarsi per conflitti o cause naturali all’interno della propria nazione. Recentemente, questo importante organismo mondiale, fa sapere l’Avvocato Pitorri, ha chiesto al governo italiano “di rivedere il decreto e al parlamento di modificarlo, mettendo al centro la protezione dei rifugiati ed il salvataggio di vite umane”. L’UNHCR ha espresso non poca preoccupazione per l’approvazione “di un nuovo decreto contenente anche diverse disposizioni che potrebbero penalizzare i soccorsi in mare di rifugiati e migranti nel Mediterraneo centrale, compresa l’introduzione di sanzioni finanziarie per le navi delle ONG ed altre navi private impegnate nel soccorso in mare. Salvare vite umane costituisce un imperativo umanitario consolidato ed è anche un obbligo derivante dal diritto internazionale. Nessuna nave o nessun comandante dovrebbe essere esposto a sanzioni per aver soccorso imbarcazioni in difficoltà e laddove esista il rischio imminente di perdita di vite umane”.                                                                         Avvocato  Iacopo Maria Pitorri    
 

Roma: cibo per migranti gettato nell’immondizia

Di recente è emersa una notizia dai media che ha destato non poco l’attenzione dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, da sempre attento alle esigenze dei migranti (per cui svolge, costantemente, attività forense, presso il suo studio legale, ubicato nelle vicinanze della Stazione Termini, a Roma).

Accanto al centro SPRAR(Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), in via Pallavicini, nel Municipio IX,  è stata trovata una quantità spropositata di cibo, gettata in sacchi dell’immondizia.

Ovviamente, i  sacchi  dovrebbero contenere rifiuto secco, non riciclabile. Sono colmi, invece, di rifiuto umido reciclabile; più specificamente,  fa presente l’Avvocato Pitorri, di centinaia di euro di pasti che, invece, dovrebbero servire ad aiutare chi non ha nulla.

La notizia lascia davvero senza parole: i sacchi posizionati in strada sono in attesa che l’AMA (la società italiana che opera nel settore dei servizi ambientali per conto del Comune di Roma, atta alla raccolta, al trattamento, nonché allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) li venga a ritirare. In quei sacchi ci sono decine di pasti confezionati che, in concreto, dovrebbero essere aiuto per le persone meno fortunate, indigenti, deboli, sole. Uno spreco alimentare che, inevitabilmente, confluisce  nell’inutilizzo dei soldi degli italiani per ciò che, davvero, dovrebbe essere fatto: aiuto ai centri d’accoglienza. Questa gestione delle risorse  rappresenta l’Avvocato Pitorri, fa riflettere.

                                                                         Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Migranti: accoglienza e integrazione tra i ragazzi, ad Agrigento

Una singolare vicenda ha colpito molto l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che, quotidianamente, si occupa di migranti. Parla di Musa, un ragazzo fuggito dall’Africa, arrivato in Italia da solo, senza genitori, qualche anno fa. I primi tempi non parlava con nessuno, restava chiuso per giorni nelle stanze dello SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Per la nostra legge,  Musa era, ed è, uno dei tanti minori stranieri non accompagnati (arrivato, appunto, in Italia senza parenti).

Da diverso tempo, tuttavia, questo ragazzo si sente meno solo e la sua vita è cambiata. Con altri quarantasette giovani dello SPRAR di Agrigento, invero, fa presente l’Avvocato Pitorri, da un paio d’anni ci sono gli studenti del liceo scientifico “Leonardo da Vinci”. Assieme organizzano visite guidate alla Valle dei Templi, spettacoli teatrali, musical. Tutto ciò a testimonianza del fatto che, al di là dell’Italia dei “porti chiusi”, e dello “stop all’invasione”, c’è anche una realtà differente nel nostro Paese, in cui emergono anche numerose esperienze territoriali, che provano ancora a fare accoglienza.

Il merito del progetto va a  CoopCulture per il Parco archeologico della Valle dei Templi. Da un lato ci sono duecento studenti dello scientifico di Agrigento, dall’altro quarantasette giovani migranti dello SPRAR “La Mano di Francesco” e della comunità per minori non accompagnati “Delfino”. Oltre che a favorire l’integrazione dei migranti, in questo contesto si da vita ad un vero incontro, grazie al museo archeologico e alla Valle. Le opere d’arte qui custodite, infatti, specifica l’Avvocato  Pitorri,  mostrano ai ragazzi come tutti abbiamo radici comuni nel Mediterraneo. Così, ad oggi, tra gli ospiti dello SPRAR e gli studenti del liceo è nata un’amicizia. i giovani passeggino tutti insieme in città.

Ad Agrigento i ragazzi dello SPRAR sono ben accolti e tollerati dal territorio e questo ha reso possibile il progetto. Gli studenti agrigentini e i ragazzi stranieri hanno lavorato congiuntamente, hanno organizzato visite guidate e gruppi di lavoro e poi hanno messo in scena un musical. Basti pensare che lo scorso 7 marzo, davanti ad una platea di duemila persone hanno debuttato con grande successo.

Il momento più toccante, però, appartiene a quel ragazzo: Musa. Ha aperto lo spettacolo recitando “Amara terra mia” di Domenico Modugno.

                                                                                Avvocato Iacopo Maria Pitorri

La Sea Watch soccorre 53 migranti al largo della Libia

Recentemente, nel nostro mar Mediterraneo, si è perpetrato un ulteriore salvataggio da parte della ONG Sea Watch. L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri rappresenta che, in data 13 giugno u.s., l’equipaggio della Sea Watch ha soccorso 53 persone da un gommone al largo della Libia, a circa quarantasette miglia di Zawiya.  Tra le persone salvate, vi sono anche nove donne e tre bambini molto piccoli.

Spiega l’Avvocato Pitorri che l’aereo di ricognizione Colibri ha avvistato l’imbarcazione, informando le autorità competenti e la nave. La guardia costiera libica, successivamente, ha comunicato di aver assunto il coordinamento del caso. Tuttavia, quando la Sea Watch è giunta sul posto, accertando la mancanza di qualsivoglia assetto di soccorso, non ha potuto che procedere al salvataggio, così come imposto dalle disposizioni del diritto internazionale. La nave si è, poi, spostata nell’area di soccorso: la Sar (Search and Rescue)  libica.

A seguito di detto episodio, non sono  mancate  polemiche  in quanto si sostiene che dietro i salvataggi delle ONG si celano atti di pirateria per l’evidente  collegamento tra scafisti e, appunto, alcune ONG. Al riguardo,  si è  evidenziato che in una norma del “decreto sicurezza bis” è prevista la confisca dei mezzi pirati che non rispettano leggi e le indicazioni fornite.

Relativamente al “Decreto di sicurezza bis”,  tuttavia, l’Avvocato Pitorri rammenta che, di recente, l’ONU ha fatto presente al Governo italiano (tramite una lettera inviata dall’Alto Commissariato permanente presso le Nazioni Unite) che sono emerse non poche preoccupazioni in merito alla bozza del suddetto decreto, con riguardo ai diritti umani. Secondo l’ONU, “gli eventuali responsabili dovranno renderne conto”, qualora apposite inchieste accertino azioni contrarie alle norme internazionali. Più segnatamente,  fa presente l’Avvocato Pitorri, l’intimazione fatta dall’ONU al Governo italiano riguarda la richiesta di bloccare il provvedimento che multa le ONG, che effettuino soccorsi in mare.

 Il “Decreto di  sicurezza bis”, a parere degli esperti delle Nazioni Unite, “è potenzialmente in grado di compromettere i diritti umani dei migranti, inclusi richiedenti asilo e le vittime o potenziali vittime di detenzione arbitraria, tortura, traffico di esseri umani e altre gravi violazioni dei diritti umani”.

Da ultimo, fa presente l’Avvocato Pitorri, nella notte tra il 16 ed il 17 giugno, la Guardia di Finanza è salita a bordo della Sea Watch 3 per notificare il divieto di ingresso in acque italiane. Ciò nonostante, il capitano della nave, Carola Rackete (che ha sempre contestato il “Decreto sicurezza bis”), ha palesato la sua intenzione: non intende fare marcia indietro;  si prepara, anzi, a  puntare dritto verso le coste italiane, atteso che l’isola di Lampedusa resta certamente il porto sicuro più vicino al punto dove l’imbarcazione ha effettuato il salvataggio.

                                                                             Avvocato Iacopo Maria Pitorri

A Bologna l’esodo dei migranti

Il 30 giugno p.v., a Bologna, scadranno le proroghe dei contratti ai gestori dei centri di accoglienza straordinaria della città metropolitana. Cosa accadrà, poi,  fa presente l’Avvocato  Iacopo Maria Pitorri, non è dato sapere, posto che il  bando per i prossimi due anni è andato deserto, in quanto coop e associazioni si sono rifiutate di partecipare coi nuovi capitolati al ribasso del Ministero. A Bologna, quindi, fa presente l’Avvocato Pitorri, altri seicento migranti, e centinaia di operatori rischiano di finire in strada a fine mese.  Presso il centro di via Mattei 39, della città emiliana si sono sempre svolte attività di accoglienza e integrazione, che hanno per obiettivo quello di favorire l’autonomia di richiedenti asilo e persone titolari di protezione internazionale. Si sono realizzati  percorsi personalizzati, sulle specifiche attitudini ed esperienze di ognuno, favorendo l’incontro e la conoscenza reciproca con i cittadini del territorio di riferimento. Ci si è attivati quotidianamente, al fine di operare in diversi programmi di accoglienza richiedenti asilo. Eppure, delle 183 persone presenti in via Mattei, 39 sono state portate in Sicilia, 80 sono state distribuite  nei centri di accoglienza di Ferrara, Bologna, Rimini, Piacenza e Reggio, 22 sono state prese in carico dalla Caritas, altre 20 (sei donne e due nuclei famigliari, uno da undici e uno da tre persone) sono state risistemate tra Bologna e la Regione; infine altri quattro migranti, già titolari di protezione internazionale, sono stati accolti dall’Antoniano. Alla fine sono rimasti una ventina dentro la struttura: partiranno per Caltanissetta. Tutti gli altri dovrebbero trovare ospitalità in altri centri di accoglienza, nella case e nelle parrocchie. Una gara di solidarietà ha permesso di svuotare il centro di accoglienza per i migranti di via Mattei, che la Prefettura ha deciso di chiudere. Comunque, evitandosi di ripetere gli  episodi legati al Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo Politico) di Castelnuovo di Porto.

Lavoratori dell’accoglienza, sindacati di base e attivisti (anche Mediterranea) si sono riuniti davanti all’entrata del centro, l’altro giorno, per protestare contro il trasferimento dei 183 ospiti del centro (anche dieci bambini, uno di appena dieci giorni) e la sua imminente chiusura, disposta dal Viminale, ufficialmente per effettuare lavori urgenti di ristrutturazione.

L’Avvocato Pitorri specifica che di recente vi è stata una lunga, difficile trattativa tra la Prefettura ed il Comune. Grazie ad una mappatura del Comune (che mostrava come ci fossero centinaia di posti vuoti, e già a budget, nei centri di accoglienza del Viminale in tutta l’Emilia Romagna), è emerso che, alla data del 20 maggio u.s., i posti occupati in Emilia  Romagna erano 8.307, su una capienza di undicimila. Sta, comunque, proseguendo il vertice per tutelare i lavoratori. Le conseguenze sono tensione in città, persone che da fine giugno resteranno senza lavoro e una situazione di incertezza per gli ospiti del centro di accoglienza che devono decidere se farsi portare in Sicilia o sono liberi di andare altrove.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri