La sentenza n. 11312 del 26.4.2019 cambia le sorti dei migranti
Giugno 5, 2019
La lettura della sentenza n. 11312, enunciata di recente dalla Corte di Cassazione, ha destato l’attenzione dei media, nonché dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni giorno utilizza gli strumenti legali in suo possesso – aggiornandosi costantemente e con lodevole solerzia – per difendere i migranti che giungono presso il suo studio, nel centro di Roma, nelle vicinanze della nota stazione Termini.
La lettura della sentenza n. 11312, enunciata di recente dalla Corte di Cassazione, ha destato l’attenzione dei media, nonché dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni giorno utilizza gli strumenti legali in suo possesso – aggiornandosi costantemente e con lodevole solerzia – per difendere i migranti che giungono presso il suo studio, nel centro di Roma, nelle vicinanze della nota stazione Termini.
Discettando sull’argomento, l’Avvocato Pitorri fa sapere che questa importante decisione della Suprema Corte potrà cambiare le sorti di numerosi migranti.
L’esercizio concreto di un potere di indagine aggiornato, invero, non dovrà più mancare, nel prendere una decisione in tema di asilo politico. Nulla potrà essere fatto, “senza una specificazione”.
Tutto è cominciato ad
opera di Alì, un pakistano che è arrivato sino agli Ermellini della Suprema
Corte per vedersi accogliere la sua domanda di asilo politico, negata fino a quel
momento. Più specificamente, l’Avvocato Pitorri rappresenta che l’asilo ad Alì
era stato negato semplicemente sulla base di “fonti internazionali” che
parlavano di conflitto in Pakistan nelle zone del Fata e del Khyber Pakthunkwa,
mentre per la sua regione di provenienza – non citata – si faceva riferimento a
fonti Easo (l’Agenzia europea per l’asilo), che comunque definiva la situazione
“assai instabile”.
Per la Cassazione, inoltre, è “solo genericamente enunciata” la ragione per cui
non è stata riconosciuta “una specifica rilevanza, alla stregua di conflitto
generalizzato”, al “suddetto livello di instabilità”. E non si capisce “se tale
sia l’opinione del tribunale ovvero l’attestazione tradotta dalle suddette
fonti”.
Per l’Avvocato Pitorri, quando chi richiede asilo allega “i fatti costitutivi del suo diritto”, il giudice deve accertare “anche d’ufficio se, e in quali limiti, nel Paese di origine” dello straniero “si registrino fenomeni di violenza indiscriminata, in situazioni di conflitto armato interno o internazionale, che espongano i civili a minaccia grave e individuale della vita o alla persona”, e deve indicare le fonti prese in esame. Non è pensabile vedersi rigettata la domanda di asilo sulla base esclusiva di fonti generiche e non dettagliate.
La Cassazione, accogliendo dunque il ricorso di Alì, ha sottolineato che il giudice “è tenuto a un dovere di cooperazione che gli impone di accertare la situazione reale del Paese di provenienza mediante l’esercizio di poteri-doveri officiosi di indagine e di acquisizione documentale, in modo che ciascuna domanda venga esaminata alla luce di informazioni aggiornate”, e non di “formule generiche” come il richiamo a vaghe “fonti internazionali”.
Tutto ciò, a dire dell’Avvocato Pitorri, che da sempre opera in favore dei migranti, non può che migliorare le prospettive di tutti coloro che si sono visti negare, sinora, il tanto agognato diritto di asilo politico.
La lettura della sentenza n. 11312, enunciata di recente dalla Corte di Cassazione, ha destato l’attenzione dei media, nonché dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni giorno utilizza gli strumenti legali in suo possesso – aggiornandosi costantemente e con lodevole solerzia – per difendere i migranti che giungono presso il suo studio, nel centro di Roma, nelle vicinanze della nota stazione Termini.
Discettando sull’argomento, l’Avvocato Pitorri fa sapere che questa importante decisione della Suprema Corte potrà cambiare le sorti di numerosi migranti.
L’esercizio concreto di un potere di indagine aggiornato, invero, non dovrà più mancare, nel prendere una decisione in tema di asilo politico. Nulla potrà essere fatto, “senza una specificazione”.
Tutto è cominciato ad
opera di Alì, un pakistano che è arrivato sino agli Ermellini della Suprema
Corte per vedersi accogliere la sua domanda di asilo politico, negata fino a
quel momento. Più specificamente, l’Avvocato Pitorri rappresenta che l’asilo ad
Alì era stato negato semplicemente sulla base di “fonti internazionali” che
parlavano di conflitto in Pakistan nelle zone del Fata e del Khyber Pakthunkwa,
mentre per la sua regione di provenienza – non citata – si faceva riferimento a
fonti Easo (l’Agenzia europea per l’asilo), che comunque definiva la situazione
“assai instabile”.
Per la Cassazione, inoltre, è “solo genericamente enunciata” la ragione per cui
non è stata riconosciuta “una specifica rilevanza, alla stregua di conflitto
generalizzato”, al “suddetto livello di instabilità”. E non si capisce “se tale
sia l’opinione del tribunale ovvero l’attestazione tradotta dalle suddette
fonti”.
Per l’Avvocato Pitorri, quando chi richiede asilo allega “i fatti costitutivi del suo diritto”, il giudice deve accertare “anche d’ufficio se, e in quali limiti, nel Paese di origine” dello straniero “si registrino fenomeni di violenza indiscriminata, in situazioni di conflitto armato interno o internazionale, che espongano i civili a minaccia grave e individuale della vita o alla persona”, e deve indicare le fonti prese in esame. Non è pensabile vedersi rigettata la domanda di asilo sulla base esclusiva di fonti generiche e non dettagliate.
La Cassazione, accogliendo dunque il ricorso di Alì, ha sottolineato che il giudice “è tenuto a un dovere di cooperazione che gli impone di accertare la situazione reale del Paese di provenienza mediante l’esercizio di poteri-doveri officiosi di indagine e di acquisizione documentale, in modo che ciascuna domanda venga esaminata alla luce di informazioni aggiornate”, e non di “formule generiche” come il richiamo a vaghe “fonti internazionali”.
Tutto ciò, a dire dell’Avvocato Pitorri, che da sempre opera in favore dei migranti, non può che migliorare le prospettive di tutti coloro che si sono visti negare, sinora, il tanto agognato diritto di asilo politico.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri