L’inferno al di là del mare, in Libia
Luglio 12, 2019
Il nuovo rapporto diffuso nei giorni scorsi da Oxfam Italia (organizzazione non profit, volta alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo), ha colpito l’attenzione dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, specializzato in immigrazione, da sempre attento alle tematiche ad essa connesse.
Il nuovo rapporto diffuso nei giorni scorsi da Oxfam Italia (organizzazione non profit, volta alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo), ha colpito l’attenzione dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, specializzato in immigrazione, da sempre attento alle tematiche ad essa connesse.
Più specificamente, dal documento della Oxfam emerge che l’84% delle persone intervistate ha dichiarato di avere subito trattamenti inumani, tra cui violenze brutali e torture. Oltre ciò, il 74% ha raccontato di aver assistito all’omicidio o alla tortura di un compagno di viaggio. L’80% ha subito la privazione di acqua e cibo, mentre il 70% è stato imprigionato in luoghi di detenzione ufficiali o non ufficiali.
Dal report “L’inferno al di là del mare”, pertanto, emerge chiaramente come, in Libia, più di quattro profughi su cinque subiscano violenze di ogni genere, detenzioni illegali, stupri e torture.
Anche Medici per i diritti umani (Medu), in occasione del vertice dei ministri degli Interni europei, riunitosi a Tallin – capitale dell’Estonia – e della conferenza “Solidarietà e Sicurezza” convocata qualche giorno fa, a Roma, dal Ministero degli Esteri, ha esternato riluttanza, scetticismo e non poca preoccupazione a causa della situazione in Libia. Il rischio, spiega l’Avvocato Pitorri dopo aver esaminato il report, è quello di creare così “nuovi inferni” per le persone in fuga da conflitti, abusi, violenze, fame e povertà. I finanziamenti a paesi di transito come Niger, Mali, Etiopia, Sudan e Ciad, sottolinea ancora il documento, non chiedono come contropartita di rispettare standard nella tutela dei diritti umani dei migranti, a fronte di una maggiore collaborazione nel controllo delle frontiere e nelle procedure di rimpatrio e espulsione. Una realtà, indubbiamente, che potrebbe portare a gravi conseguenze per i migranti. L’accordo stipulato dall’Italia con il cosiddetto Governo di Unità Nazionale libico di Al Sarraj, infatti, qualora riuscisse a diventare pienamente operativo, manterrebbe o riporterebbe le persone indietro, in un paese dove regna il caos, con abusi sistematici dei diritti di chi scappa da guerra e povertà e dove i centri per i migranti sono dei veri e propri lager. Questo denunciano le organizzazioni.
Evidenzia l’Avvocato Pitorri che Medu ed Oxfam, inevitabilmente, alla luce di tutto ciò, si sono trovate costretta a lanciare un urgente appello, chiedendo un radicale cambio di rotta nella politica europea e italiana nella gestione dei flussi migratori. Più segnatamente, le richieste riguardano la immediata revoca dell’accordo tra Italia e Libia, oltre alla revisione degli accordi con i paesi di transito (finalizzata solo a favorire lo sviluppo sostenibile dei paesi poveri e il rispetto dei diritti umani dei migranti), al di là del controllo delle frontiere. E’ stato, poi, chiesto di impedire agli Stati membri di stipulare accordi con i paesi di emigrazione o transito, il cui governo e le forze di sicurezza non garantiscano il pieno rispetto dei diritti umani. In particolare l’appello punta ad una concreta attivazione dell’Italia per un intervento di identificazione immediata, assistenza e riabilitazione dei richiedenti asilo vittime di torture, come previsto dalla normativa europea. Oltre ciò, si vuol mirare al potenziamento di canali di immigrazione, sicuri e regolari verso l’Europa, facilitando i processi di ricongiungimento familiare e garantendo la possibilità di richiedere asilo nei paesi europei di arrivo. Da ultimo, le organizzazioni ritengono indispensabile il permettere rimpatri dei migranti dagli Stati Ue nei paesi di origine, solo attraverso procedure fondate sul rispetto dei diritti umani, e mai a condizioni che li possano mettere in pericolo.
Il nuovo rapporto diffuso nei giorni scorsi da Oxfam Italia (organizzazione non profit, volta alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo), ha colpito l’attenzione dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, specializzato in immigrazione, da sempre attento alle tematiche ad essa connesse.
Più specificamente, dal documento della Oxfam emerge che l’84% delle persone intervistate ha dichiarato di avere subito trattamenti inumani, tra cui violenze brutali e torture. Oltre ciò, il 74% ha raccontato di aver assistito all’omicidio o alla tortura di un compagno di viaggio. L’80% ha subito la privazione di acqua e cibo, mentre il 70% è stato imprigionato in luoghi di detenzione ufficiali o non ufficiali.
Dal report “L’inferno al di là del mare”, pertanto, emerge chiaramente come, in Libia, più di quattro profughi su cinque subiscano violenze di ogni genere, detenzioni illegali, stupri e torture.
Anche Medici per i diritti umani (Medu), in occasione del vertice dei ministri degli Interni europei, riunitosi a Tallin – capitale dell’Estonia – e della conferenza “Solidarietà e Sicurezza” convocata qualche giorno fa, a Roma, dal Ministero degli Esteri, ha esternato riluttanza, scetticismo e non poca preoccupazione a causa della situazione in Libia. Il rischio, spiega l’Avvocato Pitorri dopo aver esaminato il report, è quello di creare così “nuovi inferni” per le persone in fuga da conflitti, abusi, violenze, fame e povertà. I finanziamenti a paesi di transito come Niger, Mali, Etiopia, Sudan e Ciad, sottolinea ancora il documento, non chiedono come contropartita di rispettare standard nella tutela dei diritti umani dei migranti, a fronte di una maggiore collaborazione nel controllo delle frontiere e nelle procedure di rimpatrio e espulsione. Una realtà, indubbiamente, che potrebbe portare a gravi conseguenze per i migranti. L’accordo stipulato dall’Italia con il cosiddetto Governo di Unità Nazionale libico di Al Sarraj, infatti, qualora riuscisse a diventare pienamente operativo, manterrebbe o riporterebbe le persone indietro, in un paese dove regna il caos, con abusi sistematici dei diritti di chi scappa da guerra e povertà e dove i centri per i migranti sono dei veri e propri lager. Questo denunciano le organizzazioni.
Evidenzia l’Avvocato Pitorri che Medu ed Oxfam, inevitabilmente, alla luce di tutto ciò, si sono trovate costretta a lanciare un urgente appello, chiedendo un radicale cambio di rotta nella politica europea e italiana nella gestione dei flussi migratori. Più segnatamente, le richieste riguardano la immediata revoca dell’accordo tra Italia e Libia, oltre alla revisione degli accordi con i paesi di transito (finalizzata solo a favorire lo sviluppo sostenibile dei paesi poveri e il rispetto dei diritti umani dei migranti), al di là del controllo delle frontiere. E’ stato, poi, chiesto di impedire agli Stati membri di stipulare accordi con i paesi di emigrazione o transito, il cui governo e le forze di sicurezza non garantiscano il pieno rispetto dei diritti umani. In particolare l’appello punta ad una concreta attivazione dell’Italia per un intervento di identificazione immediata, assistenza e riabilitazione dei richiedenti asilo vittime di torture, come previsto dalla normativa europea. Oltre ciò, si vuol mirare al potenziamento di canali di immigrazione, sicuri e regolari verso l’Europa, facilitando i processi di ricongiungimento familiare e garantendo la possibilità di richiedere asilo nei paesi europei di arrivo. Da ultimo, le organizzazioni ritengono indispensabile il permettere rimpatri dei migranti dagli Stati Ue nei paesi di origine, solo attraverso procedure fondate sul rispetto dei diritti umani, e mai a condizioni che li possano mettere in pericolo.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri