La ONG pattuglia la Libia
Luglio 24, 2019
In più di un’occasione, dall’inizio dell’anno in corso, anche l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha avuto modo di constatare come la linea dei porti chiusi abbia inciso notevolmente sugli sbarchi di migranti nel nostro Paese, i quali sono diminuiti in maniera impressionante.
In più di un’occasione, dall’inizio dell’anno in corso, anche l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha avuto modo di constatare come la linea dei porti chiusi abbia inciso notevolmente sugli sbarchi di migranti nel nostro Paese, i quali sono diminuiti in maniera impressionante.
Ciò nonostante, Mediterranea Saving Humans ha deciso nuovamente di sfidare il Governo, salpando per la zona Sar davanti a Zuara. La Mare Jonio, invero, è da poco partita da Lampedusa, dirigendosi verso il tratto di mare dove sono (o erano) solite stazionare le navi delle ONG. Pattuglierà, appunto, la zona SAR (“Search and Rescue”, vale a dire “ricerca e salvataggio”) a trenta miglia dalle coste della Libia, con l’intento di realizzare “un mare di diritti, non di morte”.
Verosimilmente, evidenzia l’Avvocato Pitorri, potrebbe riaprirsi l’acceso scontro tra Organizzazioni umanitarie ed il Governo italiano. Anche se gli sbarchi sono calati, pure se è stato detto che l’Italia non è più “il campo profughi d’Europa”, ad avviso delle Ong, la dura linea politica dell’esecutivo va combattuta. Per tale ragione Mediterranea Saving Humans è salpata di nuovo, nella speranza di recuperare altri barconi e, magari, di non lasciarli nelle mani della Guardia costiera libica.
Ricorda l’Avvocato Pitorri che la Mare Jonio era stata diffidata dalla Guardia costiera, lo scorso 24 aprile, in seguito ad una ispezione tecnica sulle condizioni della nave in termini di sicurezza della navigazione, oltre che per la riconvalida della certificazione statutaria. I militari avevano trovato alcune anomalie, disponendo, perciò, la diffida dall’”eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato”, fino a quando “”l’unità, sanzionata per alcune irregolarità di bordo, non verrà adeguata alla normativa di settore e certificata per il servizio di salvataggio”. L’arresto dell’attività della nave altro non era che una conseguenza dell’ultima direttiva del Viminale a seguito di un documento sottoscritto al fine di bloccare le “attività illecite” delle ONG, dopo lo sbarco dello scorso marzo (quando Mare Jonio portò in Italia un gruppo di immigrati, nonostante i blocchi annunciati). Ora, però, Mediterranea ripartirà.
Da ultimo, l’Avvocato Pitorri sottolinea che anche la Sea Watch tornerà nei prossimi giorni in zona. La ONG tedesca, la cui nave batte bandiera olandese, ha da poco annunciato oggi di aver vinto il ricorso contro le autorità olandesi che hanno bloccato in porto la nave per un mese. “Il nuovo regolamento olandese – fa sapere la Ong – non può essere applicato senza un periodo di transizione. La Sea Watch potrà quindi riprendere presto le sue attività”.
Anche l’aereo Colibrì della ONG Pilotes Volontaires – atto a coadiuvare le imbarcazioni dei migranti dall’alto – è tornato in azione.
Per quanto riguarda, invece, la spagnola Open Arms, che, bloccata in porto dalla Capitaneria di Barcellona che ha negato l’autorizzazione ad effettuare missioni di soccorso di migranti nel Mediterraneo, è ripartita da alcuni giorni verso la Grecia per portare aiuti umanitari alle persone nel campo profughi di Lesbos. Ma le autorità greche non consentono neanche l’ormeggio della barca.
In più di un’occasione, dall’inizio dell’anno in corso, anche l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha avuto modo di constatare come la linea dei porti chiusi abbia inciso notevolmente sugli sbarchi di migranti nel nostro Paese, i quali sono diminuiti in maniera impressionante.
Ciò nonostante, Mediterranea Saving Humans ha deciso nuovamente di sfidare il Governo, salpando per la zona Sar davanti a Zuara. La Mare Jonio, invero, è da poco partita da Lampedusa, dirigendosi verso il tratto di mare dove sono (o erano) solite stazionare le navi delle ONG. Pattuglierà, appunto, la zona SAR (“Search and Rescue”, vale a dire “ricerca e salvataggio”) a trenta miglia dalle coste della Libia, con l’intento di realizzare “un mare di diritti, non di morte”.
Verosimilmente, evidenzia l’Avvocato Pitorri, potrebbe riaprirsi l’acceso scontro tra Organizzazioni umanitarie ed il Governo italiano. Anche se gli sbarchi sono calati, pure se è stato detto che l’Italia non è più “il campo profughi d’Europa”, ad avviso delle Ong, la dura linea politica dell’esecutivo va combattuta. Per tale ragione Mediterranea Saving Humans è salpata di nuovo, nella speranza di recuperare altri barconi e, magari, di non lasciarli nelle mani della Guardia costiera libica.
Ricorda l’Avvocato Pitorri che la Mare Jonio era stata diffidata dalla Guardia costiera, lo scorso 24 aprile, in seguito ad una ispezione tecnica sulle condizioni della nave in termini di sicurezza della navigazione, oltre che per la riconvalida della certificazione statutaria. I militari avevano trovato alcune anomalie, disponendo, perciò, la diffida dall’”eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato”, fino a quando “”l’unità, sanzionata per alcune irregolarità di bordo, non verrà adeguata alla normativa di settore e certificata per il servizio di salvataggio”. L’arresto dell’attività della nave altro non era che una conseguenza dell’ultima direttiva del Viminale a seguito di un documento sottoscritto al fine di bloccare le “attività illecite” delle ONG, dopo lo sbarco dello scorso marzo (quando Mare Jonio portò in Italia un gruppo di immigrati, nonostante i blocchi annunciati). Ora, però, Mediterranea ripartirà.
Da ultimo, l’Avvocato Pitorri sottolinea che anche la Sea Watch tornerà nei prossimi giorni in zona. La ONG tedesca, la cui nave batte bandiera olandese, ha da poco annunciato oggi di aver vinto il ricorso contro le autorità olandesi che hanno bloccato in porto la nave per un mese. “Il nuovo regolamento olandese – fa sapere la Ong – non può essere applicato senza un periodo di transizione. La Sea Watch potrà quindi riprendere presto le sue attività”.
Anche l’aereo Colibrì della ONG Pilotes Volontaires – atto a coadiuvare le imbarcazioni dei migranti dall’alto – è tornato in azione.
Per quanto riguarda, invece, la spagnola Open Arms, che, bloccata in porto dalla Capitaneria di Barcellona che ha negato l’autorizzazione ad effettuare missioni di soccorso di migranti nel Mediterraneo, è ripartita da alcuni giorni verso la Grecia per portare aiuti umanitari alle persone nel campo profughi di Lesbos. Ma le autorità greche non consentono neanche l’ormeggio della barca.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri