Migranti: il Garante ed i rimpatri

By redazione

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri evidenzia i dati presentati, di recente, dal Garante dei detenuti e delle persone private della libertà, dinanzi alla Commissione Affari costituzionali della Camera. Specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, nei primi sei mesi del 2019, i rimpatriati dall’Italia sono stati 2.839. In linea, pertanto, con gli anni precedenti. Ciò che fa presumere che, per fine anno, i rimpatri saranno circa seimila (un numero inferiore rispetto a quello ipotizzato dal governo italiano).

Si tratta, invero, di un trend, dunque analogo a quello degli ultimi dieci, quindici anni.

Sottolinea, innanzitutto, l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, il sistema dei rimpatri è uno strumento giuridico previsto nel nostro ordinamento. È accuratamente seguito dall’Ufficio del Garante nazionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà. Per tale ragione, a fine giugno, il Garante ha presentato i dati in audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera, aggiungendo anche una serie di valutazioni critiche in merito all’attuale situazione nei Centri per il rimpatrio, oltre che sull’efficacia delle misure stabilite dal governo, come il decreto Sicurezza.

Esaminando i dati pubblicati, è di tutta evidenza, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che i numeri relativi ai primi sei mesi del 2019, come sopra specificato, sono analoghi a quelli degli anni precedenti. Ciò fa supporre che i rimpatri che vi saranno entro fine anno, per circa seimila persone, avverranno in esecuzione di atti di natura penale ma per un numero certamente inferiore rispetto a quello ipotizzato, a seconda dei casi, di cinquecentomila, o di novantamila da espellere.

Relativamente alla metodologia di rimpatrio, chiarisce l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, dall’inizio dell’anno sono stati utilizzati ventisei voli charter (4 per l’Egitto, uno per il Gambia, 4 per la Nigeria, 17 per la Tunisia), che hanno portato all’espulsione di 566 persone, con l’impiego di 1.866 operatori. Appare oltremodo impellente lavorare a nuove forme di incentivazione per i rimpatri volontari, a cui dovrebbero essere destinate risorse, le quali sono, invece, impiegate per pochi rimpatri forzati.

Il Garante ha, da poco, terminato una serie di visite nei centri per il rimpatrio. Al riguardo ha fornito alcuni numeri. A Palazzo San Gervasio, in Basilicata “sono state trattenute per periodi vari 491 persone, ma solo 80 rimpatriate”, anche perché i centri dovevano essere “piccoli e vicino all’aeroporto”, ciò che in quel posto, invece, non è possibile.

A Bari, invece, su 267 trattenimenti “in 120 casi non erano stati convalidati” e “il rischio è che tutto questo diventi solo una misura di carattere simbolico e di avvertimento: non venite in Italia perché rischiate di essere trattenuti”.

Sulle modalità di trattamento dei rimpatriati, il Garante ha denunciato di nuovo l’utilizzo delle fascette ai polsi dei migranti imbarcati sui voli Frontex. Il Belgio non le accetta, per cui si sta lavorando perché si arrivi perlomeno ad una uniformità di trattamento.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri