Un aiuto per i migranti, nel deserto del Sahara
Gennaio 22, 2020
Moltissimi migranti, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ogni giorno attraversano una distesa sterminata di sabbia: il Sahara. Non si conosce, purtroppo, il numero di quanti muoiano nel viaggio. Ad oggi, il deserto, come il Mediterraneo, si è trasformato in una sorta di fossa comune, che si estende a Nord della Libia. Il Sahara è gettonatissimo e frequentato, soprattutto in Niger, crocevia di tutte le rotte desertiche.
Nel Mediterraneo, ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, a partire dalla fine del 2011, è nata la campagna “Boats4People”, un coordinamento di attivisti a livello internazionale, che ha interessato dall’Italia alla Tunisia, in un viaggio simbolico per denunciare i naufragi quotidiani, in quel tratto di Mediterraneo centrale. Nel 2013, il coordinamento si è evoluto in “Watch the Med”, un sito d’informazione sul diritto d’asilo, uno strumento di monitoraggio delle tragedie e dei drammi del Mediterraneo, che ha fatto emergere anche casi giudiziari portati di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Sono stati, in buona sostanza, i precursori della presenza delle ONG in mare, iniziata, appunto, quale forma di testimonianza di quanto stava accadendo nelle acque d’ingresso all’Europa, prima ancora che un modo per salvare delle vite umane.
Rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che a “Watch the Med”, oggi, è collegato un numero di telefono, Alarm Phone, che i migranti su barconi in avaria che rischiano di andare alla deriva possono chiamare, per dare le loro coordinate e chiedere l’intervento della Guardia costiera, titolare delle operazioni di salvataggio in quella zona Sar (Search and Rescue ).
Ne deriva, da questa esperienza, la nascita di Alarme Phone Sahara (APS), piattaforma che come “Watch the Med” fornisce report, testimonianze e brochure informative.
Specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che APS lavora in stretto contatto con Afrique-Europe-Interact, un’altra associazione di attivisti e di comunità della diaspora africana con reti principalmente tra Togo, Mali, Germania, Austria e Paesi Bassi.
Per quanto concerne il Sahara, una sorta di “porto chiuso” è costituita dall’Algeria, in corrispondenza della frontiera. Come Alarm Phone, anche APS ha due numeri di telefono da chiamare per chi si trova in difficoltà. A quel punto, fa emergere l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, chi ha ricevuto la segnalazione interviene al fine di soccorrere le persone in difficoltà. APS interviene fornendo immediatamente acqua, cibo e assistenza medica di base. Nei casi in cui è possibile, si attiva perfino per trasportare i migranti in un luogo sicuro.
Ovviamente, fa presente l’Avv. Pitorri, come accade nel Mediterraneo, anche nel Sahara ci possono essere persone con interessi criminali a gestire le frontiere. Una grande difficoltà, accennando al Sahara, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è la geolocalizzazione dei migranti. Il deserto non fornisce, purtroppo, punti di orientamento e i migranti non sono preparati ad affrontarlo. Mentre in mare spesso viene loro affidato un telefono satellitare, con cui mettersi in contatto con la terraferma, nel deserto non esiste tale possibilità. Il mare di sabbia può essere ancora più complesso di quello che bagna le coste dell’Europa. Il servizio di APS, conclude l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, costituisce una delle poche testimonianze esistenti, che cercano di renderlo un po’ meno inaccessibile, facendo emergere le tante storie dei migranti.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri