L’inferno e il caos avvolgono la Libia

By redazione

In tema di migranti, Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, vero e proprio sistema di controllo e gestione delle frontiere esterne dello Spazio Schengen), rende noto che nel primo trimestre 2019 si è registrato il 13% di arrivi in meno rispetto all’anno precedente (addirittura, con un calo drastico degli arrivi dalla rotta del Mediterraneo centrale, crollati del 92%).

Intanto dalla Libia, le squadre di MSF (Medici senza Frontiere), comunicano che ci sono diversi civili intrappolati nei combattimenti che si stanno svolgendo a Tripoli. Tra questi sono inclusi centinaia di migranti e rifugiati, bloccati, nei centri di detenzione. Attualmente sono, ormai, moltissime le persone che abitano nelle aree del conflitto, costrette alla fuga in altre zone della città. I migranti, in questa terribile situazione, non hanno alcuna possibilità di fuga. Sono costretti a condizioni pericolose e degradanti; vivono in condizioni disperate e di sofferenza; la loro salute fisica e mentale è estremamente instabile.

 In questo caos, sono trascinati, malauguratamente, donne e bambini.  Si ritiene che una evacuazione generale abbia carattere di urgenza. Medici Senza Frontiere, perciò, lancia un appello affinché tutti i rifugiati e migranti detenuti in Libia siano evacuati dalle zone a rischio, appena possibile e, in attesa del loro rilascio, chiede che vengano garantiti la loro sicurezza e i loro bisogni essenziali. È la terza volta, negli ultimi sette mesi, che a Tripoli scoppiano combattimenti

La situazione per i minori è divenuta a dir poco drammatica. Basti pensare che circa mezzo milione di bambini, a Tripoli, e decine di migliaia nelle aree occidentali, sono a rischio diretto a causa dell’aumentare dei combattimenti. L’Unicef, al riguardo, chiede a tutte le parti in conflitto di proteggere i più piccoli e di astenersi dal commettere violazioni contro i bambini.

In tutto ciò, vi sono state delle impennate nelle quotazioni del petrolio. Il rialzo del prezzo del greggio ha interessato particolarmente l’Aramco (la compagnia nazionale del petrolio saudita, la più grande al mondo). Mentre l’Eni ha evacuato il personale italiano presente sul posto.

Avv. Iacopo Pitorri