Migranti, per il no all’asilo è necessaria la prova dell’assenza di pericolo
Giugno 12, 2019
Dal punto di vista giurisprudenziale, l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri – specializzato nel campo dell’immigrazione – evidenzia che il mese di aprile si è concluso con la pubblicazione di una importante sentenza della Suprema Corte, la n. 11312, che potrebbe incidere non poco sulle sorti di molti migranti.
Dal punto di vista giurisprudenziale, l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri – specializzato nel campo dell’immigrazione – evidenzia che il mese di aprile si è concluso con la pubblicazione di una importante sentenza della Suprema Corte, la n. 11312, che potrebbe incidere non poco sulle sorti di molti migranti.
In precedenza vi è stato un ingente flusso di “rigetto”, sostiene l’Avvocato Pitorri – relativo alle domande di asilo politico presentate dagli stranieri. Commissioni Territoriali e Tribunali, basandosi perlopiù su formule astratte e stereotipate, hanno dato il via ad una sorta di prassi con cui il tanto agognato diritto di asilo è stato negato nella maggior parte dei casi. Lo stesso Avvocato Pitorri, che lavora a favore degli immigrati ogni giorno, raccogliendo storie, dati, per poter poi predisporre gli atti per incardinare il relativo procedimento per ottenere il diritto di asilo, lo ha potuto constatare. Oggi, tuttavia, in virtù della sentenza della Corte di Cassazione del 26 aprile scorso, vi è stato un cambio di orientamento: il giudice – chiariscono gli Ermellini – non può respingere la richiesta di asilo, basando il proprio “no” esclusivamente su generiche fonti internazionali (che attesterebbero l’assenza di conflitti – quindi di pericolo – o di situazioni ostative al rimpatrio nei paesi di provenienza dei migranti), che chiedono la protezione internazionale, perché la loro vita è a rischio. Con la sentenza 11312, la Cassazione esorta i magistrati ad una maggiore precisione di indagine, studio, quindi di giudizio. Ciò diventa “essenziale”, si legge nella sentenza. Specifica l’Avvocato Pitorri che il giudice di merito deve decidere chiarendo nel dettaglio sulla scorta di quali fonti abbia provveduto a svolgere l’accertamento richiesto.
Rammenta l’Avvocato Pitorri che è proprio in virtù di questi principi che la Suprema Corte ha dichiarato fondato il reclamo di un cittadino pakistano al quale la Commissione prefettizia di Lecce e poi il Tribunale della stessa città, nel 2017, avevano negato di rimanere nel nostro Paese con la protezione internazionale. La decisione sul diritto di asilo, invero, era stata presa in base a generiche informazioni sulla situazione interna del Pakistan, senza considerazione completa delle prove disponibili, senza che il giudice avesse usato il suo potere di indagine. Il reclamo è stato accolto.
Per l’Avvocato Pitorri, interrompere il flusso delle espulsioni dei prefetti – senza che la richiesta di asilo sia esaminata dalla Commissione territoriale – unito al fatto che i giudici dovranno esaminare ciascuna domanda nello specifico, al di là di formule generiche, basandosi su aggiornate informazioni e un’adeguata acquisizione documentale, non può che incidere positivamente sia sull’esercizio di un diritto, come quello di asilo, che, più genericamente – sul concetto di accoglienza di numerosi migranti nel nostro Paese.
Dal punto di vista giurisprudenziale, l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri – specializzato nel campo dell’immigrazione – evidenzia che il mese di aprile si è concluso con la pubblicazione di una importante sentenza della Suprema Corte, la n. 11312, che potrebbe incidere non poco sulle sorti di molti migranti.
In precedenza, vi è stato un ingente flusso di “rigetto”, sostiene l’Avvocato Pitorri – relativo alle domande di asilo politico presentate dagli stranieri. Commissioni Territoriali e Tribunali, basandosi perlopiù su formule astratte e stereotipate, hanno dato il via ad una sorta di prassi con cui il tanto agognato diritto di asilo è stato negato nella maggior parte dei casi. Lo stesso Avvocato Pitorri, che lavora a favore degli immigrati ogni giorno, raccogliendo storie, dati, per poter poi predisporre gli atti per incardinare il relativo procedimento per ottenere il diritto di asilo, lo ha potuto constatare. Oggi, tuttavia, in virtù della sentenza della Corte di Cassazione del 26 aprile scorso, vi è stato un cambio di orientamento: il giudice – chiariscono gli Ermellini – non può respingere la richiesta di asilo, basando il proprio “no” esclusivamente su generiche fonti internazionali (che attesterebbero l’assenza di conflitti – quindi di pericolo – o di situazioni ostative al rimpatrio nei paesi di provenienza dei migranti), che chiedono la protezione internazionale, perché la loro vita è a rischio. Con la sentenza 11312, la Cassazione esorta i magistrati ad una maggiore precisione di indagine, studio, quindi di giudizio. Ciò diventa “essenziale”, si legge nella sentenza. Specifica l’Avvocato Pitorri che il giudice di merito deve decidere chiarendo nel dettaglio sulla scorta di quali fonti abbia provveduto a svolgere l’accertamento richiesto.
Rammenta l’Avvocato Pitorri che è proprio in virtù di questi principi che la Suprema Corte ha dichiarato fondato il reclamo di un cittadino pakistano al quale la Commissione prefettizia di Lecce e poi il Tribunale della stessa città, nel 2017, avevano negato di rimanere nel nostro Paese con la protezione internazionale. La decisione sul diritto di asilo, invero, era stata presa in base a generiche informazioni sulla situazione interna del Pakistan, senza considerazione completa delle prove disponibili, senza che il giudice avesse usato il suo potere di indagine. Il reclamo è stato accolto.
Per l’Avvocato Pitorri, interrompere il flusso delle espulsioni dei prefetti – senza che la richiesta di asilo sia esaminata dalla Commissione territoriale – unito al fatto che i giudici dovranno esaminare ciascuna domanda nello specifico, al di là di formule generiche, basandosi su aggiornate informazioni e un’adeguata acquisizione documentale, non può che incidere positivamente sia sull’esercizio di un diritto, come quello di asilo, che, più genericamente – sul concetto di accoglienza di numerosi migranti nel nostro Paese.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri