L’avvocato Pitorri sostiene l’attività dell’ACSE

Posta al servizio di emigrati e profughi, l’’Acse è un’associazione di missionari e missionarie comboniani e laici, sorta, in principio, per svolgere un’attività a favore soprattutto di studenti sudanesi. Diventata, successivamente un vero e proprio polo a servizio di emigranti e profughi provenienti da tutto il sud del mondo, è stata definita da San Giovanni Paolo II “una vera iniziativa di frontiera e scuola per operatori sociali che, a loro volta, avrebbe ispirato altre iniziative analoghe”. 

Soltanto in un secondo momento, nel rispetto del principio di carità cristiana, nella capitale hanno preso vita altre realtà quali la Caritas, la Comunità di Sant’Egidio, il Centro Astalli.

Il fondatore dell’Acse, Padre Renato Bresciani, nello svolgere la sua opera per gli altri, si è sempre attivato per coinvolgere gli istituti religiosi, la Chiesa locale e anche la politica, ottenendo buoni risultati. 

L’accoglienza di migranti – sia singoli, sia famiglie – è sempre stata il nucleo focale dei principi che hanno mosso Padre Bresciani nella sua opera a favore dell’associazione.

Padre Bresciani ha spesso rammentato un concetto importante per Paolo VI, vale a dire “è la missione che viene a noi”. E’ con questo spirito che in passato, fin dagli anni ottanta, come oggi, i migranti provenienti da cento paesi diversi hanno frequentato il centro Acse.

Oltre a fornire assistenza sanitaria, assistenza burocratica e traduzioni, ricerca alloggi e collocamento, buoni pasto, offerta di sussidi per viaggi e rimpatri, deposito bagagli e documenti, recapito postale, per sostenere i migranti, la professionalità di coloro che si attivano per l’Acse è andata sempre più crescendo. Basti pensare che l’Acse è stata la prima a iniziare in Italia una scuola di informatica per migranti con il rilascio della certificazione ECDL (European Computer Driving Licence, letteralmente “patente europea di guida del computer”).

Dalla fine degli anni novanta – precisamente dal1997 – l’Acse gestisce un ambulatorio odontoiatrico per migranti. Tiene corsi di lingua italiana, differenziati per livelli, che permettono di effettuare in sede gli esami di lingua dell’Università per stranieri di Perugia. Offre inoltre corsi di lingua inglese. Rende servizi per la ricerca di lavoro, l’assistenza legale, il ritorno volontario assistito, la distribuzione di alimenti, il sostegno a studenti universitari con borse di studio e assicura un servizio pastorale. L’Associazione, attualmente, assistei complessivamente oltre 1.500 migranti l’anno.

Ciò in linea con i mutamenti continui dovuti al trasformarsi dei flussi migratori e, conseguentemente, con l’accrescimento di nuovi strumenti di accoglienza ed integrazione connessi ai bisogni di queste persone.

                                                                                           AVVOCATO PITORRI

L’avvocato Pitorri sostiene il missionario Padre Lino Spezia

Qualche tempo fa, Padre Lino Spezia ha raccontato che noi italiani siamo un popolo che, spesso, si lamenta. Quando, infatti,  si chiede a qualcuno “come va”, spesso si risponde che “va tutto bene”, poi, però, si snocciola una lunga litania di cose che non vanno affatto bene. Il missionario, quando è tornato dal Sudafrica, ha pensato che se gli italiani, per primi, si lamentiamo costantemente di qualcosa, cosa dovrebbe dire, allora, la gente che vive nelle altri parti del mondo?

Padre Lino Spezia presta servizio da diversi anni presso l’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi – ACSE. E’ giuntoin questo centro, fondato ormai cinquant’anni fa dall’intuizione di Padre Renato Bresciani, espulso dal Sudan, che da sempre si è preso cura, in particolare degli studenti. La scuola d’italiano, infatti,  è la principale attività dell’Associazione. All’interno della stessa, vi sono anche otto équipes internazionali per il sevizio dentistico (metà giornata alla settimana viene dedicata alle cure dentarie). Si svolgono, inoltre, un corso di inglese e un corso di  informatica (il primo a nascere in Italia).

I comboniani nascono dall’intuizione di Daniele Comboni, pioniere dei missionari, vissuto dal 1831 al 1881, che, fin da giovanissimo, ha manifestato la sua passione per l’Africa. Partito a venticinque anni per il continente nero, ad ogni spedizione ha visto morire più del cinquanta per cento dei missionari. Ha sempre voluto costruire scuole, per preparare la gente attraverso lo studio. Ha lavorato per ben undici Università, dando importanza anche al ruolo della donna che, secondo lui, avrebbe dovuto avere il necessario bagaglio didattico, l’istruzione adeguata per poter fare il suo stesso lavoro con le persone.

Padre Lino Spezia, anch’egli con la vocazione del missionario, è stato in Uganda, coinvolto in sparatorie e tragedie. Ha visto morire una delle suore della sua missione, che non potrà mai dimenticare: in data 10 agosto 1981 è stata uccisa Suor Liliana Rivetta. Si ritiene fortunato, Padre Spezia, posto il crudele, doloroso contesto vissuto in Africa, in cui hanno perso la vita ragazzi, adulti, catechisti, preti, senza nemmeno la possibilità di essere seppelliti.

A suo dire, la gente che viene via dall’Africa, lo fa a malincuore. Vorrebbe rimanere nella propria terra ma si trova costretta a scappare. A causa della mancanza di pioggia nell’Africa centrale, non ci sono raccolti, da bere, non si trova da mangiare. Il dramma della fame è sempre più accentuato. C’è gente senza futuro. Non si deve dimenticare che la maggior parte degli africani vive con soli settanta centesimi al giorno. 

Molti di coloro che giungono in Italia, sono discriminati per motivi religiosi, per l’orientamento sessuale, per ragioni politiche. Non sanno cosa sia la pace e cercano solo un futuro migliore.

Padre Spezia sostiene che noi italiani abbiamo una percezione sbagliata dei migranti, dettata dalla paura dell’altro; ciò ci porta a creare muri, anziché costruire ponti. Blocchiamo, quindi, queste persone che subiscono torture, hanno trascorsi alle spalle che non possono augurarsi a nessuno, preferiscono morire nel mar Mediterraneo che in Libia o in Etiopia.

Per il Direttore dell’Acse “tutti noi  abbiamo una responsabilità grande, posto che viviamo nel benessere; non è difendendo questo benessere che riusciremo a preservarlo. Il Vangelo ci dice che non avremo più niente in cuore. Gesù dice: dove è il tuo cuore è il tuo tesoro. Noi italiani non siamo capaci di dire grazie. tendiamo a dire quanto le devo? Ma questo non è sinonimo di grazie e quando manca il grazie nel nostro linguaggio, vuol dire che pretendiamo”. 

Il missionario asserisce che proprio gli italiani, che in passato hanno vissuto l’esperienza di essere migranti, debbano ricordarsi della solidarietà.

Quando, parlando con Padre Lino Spezia, si tocca l’argomento “Papa Francesco”, il Santo Padre viene definito dallo stesso come il vescovo del sud del mondo, il portavoce, la punta, anche se dietro di lui c’è una moltitudine di gente che sta dando la vita, appunto, nel sud del mondo

Bergoglio sta aprendo le porte della chiesa, dei nostri cuori. E’ un Papa che è accolto tra la gente perché accoglie lui nel suo cuore. 

Padre Lino ha incontrato Papa Francesco quattro volte. Precisa che l’ultimo incontro sia stata il più bello, posto che lui stesso si sentiva sereno,  disposto a raccontare. Ha perfino consegnato una lettera al Santo Padre, che accenna all’Acse, chiedendogli di benedire l’associazione a favore dei migranti. 

Il nostro Papa è l’uomo della beatitudine. Vive, cioè, la beatitudine dell’accoglienza, dell’ascolto. Quando incontra qualcuno, è solo per quel qualcuno e concede tutto il tempo di cui si ha bisogno, senza guardare l’orologio. Passa ad una successiva persona soltanto quando ha finito con la precedente. Ascolta. Il missionario ha avuto l’impressione che il Papa sia l’uomo della semplicità del cuore, che entra in dialogo con tutti, facendo sentire chiunque sul suo stesso piano. Dio, in fondo, si serve sempre delle persone che hanno un cuore grande.

                                                                                             AVVOCATO PITORRI

L’avvocato Pitorri sostiene i cinquanta anni dell’ACSE

Quest’anno, a Palazzo Poli (edificio storico di Roma, nato nel 1730,  su cui è stato poi poggiata la costruzione della Fontana di Trevi, sede dell’Istituto centrale per la grafica), si sono celebrati i cinquant’anni dell’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi – altrimenti detta ACSE – onlus nata a favore dei migranti, per opera del comboniano  padre Renato Bresciani, missionario che aveva operato a lungo in Sud Sudan, da dove era stato espulso perché aveva fatto “causa comune” con la gente.

L’attuale Presidente,  Venanzio Milani, ha presieduto alla cerimonia, che ha accolto la testimonianza di alcuni soci e migranti: sia di coloro che si erano rivolti all’associazione in passato, sia di quelli più recenti. Nel corso dell’evento, vi è stato anche l’intervento di Francesco Rutelli, che ha conosciuto ed aiutato padre Bresciani, fondatore dell’Acse. “Un’avventura della solidarietà”è lo slogan che ha dato il titolo all’incontro in programma lo scorso 23 gennaio, per ricordare la storia dei cinquant’anni di questa importante Onlus. Basti pensare che neglianni ‘80 hannofrequentato il centro Acse dalle dieci alle tredicimila persone, provenienti da cento differenti paesi. A loro i volontari Acse hanno garantito assistenza sanitaria e burocratica, traduzioni, ricerca alloggi e collocamento, buoni pasto, offerta di sussidi per viaggi e rimpatri, deposito bagagli e documenti, recapito postale. Successivamente l’attività a sostegno dei migranti – proseguita nel segno del volontariato – si è sempre più arricchita di servizi offerti con crescente professionalità. 

Offendo molteplici servizi ed aiuti, oggi, l’associazione assiste complessivamente oltre millecinquecento migranti ogni anno. Si auspica che, offrendo un supporto così importante per gli stranieri in difficoltà, che si trovano nel nostro Paese, l’Acse possa continuare la propria attività all’insegna della competenza, della serietà e dell’impegno che la contraddistingue.

                                                                                          AVVOCATO PITORRI

L’avvocato Pitorri sostiene l’ACSE, la scuola di italiano per i migranti

L’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi, sorta a ridosso degli anni settanta grazie a Padre Renato Bresciani, che ha sempre manifestato la intenzione di dare aiuto a studenti stranieri, per inserirsi nel nostro Paese, e tornare successivamente in quello di origine, è oggi divenuta un punto fermo per gli immigrati.

Diritti e doveri di queste persone, invero, sono costantemente tenuti in considerazione da coloro che svolgono opere ed attività per l’associazione. Più specificamente, l’Acse svolge un servizio di accoglienza, un servizio umanitario, un servizio di formazione ed anche un servizio pastorale.

Sotto il profilo didattico vi sono insegnanti volontari che provengono da varie esperienze professionali e sociali; alcuni di loro sono specializzati o tirocinanti Ditals (vale a dire la didattica dell’italiano come lingua straniera).

Per quanto concerne la scuola d’italiano (ove vengono effettuati anche degli esami), sono costantemente offerti corsi di alfabetizzazione (A1 base, A1,  A2, B1, B2). Sussiste perfino un protocollo di intesa per i test finalizzati ai permessi di soggiorno.
ACSE offre anche corsi di inglese e di informatica, attività di socializzazione, iniziative di solidarietà e di formazione civica con la partecipazione di allievi.

Gli obiettivi di scuole migranti sono volti a creare una rete diffusa e coordinata di scuole gratuite di lingua e cultura italiana per migranti adulti nel Lazio. Oltre ciò, vi è la volontà di sostenere le scuole pubbliche aperte agli alunni di origine straniera, ai loro familiari, nonché alle associazioni che facilitano l’integrazione nella comunità locale. Tra le altre cose, le scuole dei migranti promuovono la crescita professionale e culturale di insegnanti d’italiano. Ulteriormente, volendo diffondere una informazione corretta sui fenomeni migratori, vi è la costante costruzione di dialogo con le Istituzioni responsabili della formazione degli stranieri e dei cittadini.

I  corsi gratuiti di italiano per migranti adulti si svolgono in sedi molto varie (biblioteche, centri sociali, parrocchie, case del popolo, centri sportivi). Oltre ciò, nel programma è inclusa l’educazione civica, con particolare attenzione sia alla Costituzione italiana, sia alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

All’interno della scuola, tra l’altro, viene insegnata anche l’educazione linguistica, come arricchimento dell’offerta formativa istituzionale.

Al fine di coinvolgere i genitori stranieri, é offerto pure un servizio di mediazione con gli insegnanti, oltre a quello di traduzione – in più lingue – dei  documenti scolastici. 

                                                                                             AVVOCATO PITORRI