Migranti: il vertice europeo dei migranti a Parigi

By redazione

Di recente, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, il Ministero dell’Interno  non ha partecipato al vertice europeo sui migranti, che si è tenuto a Parigi.

Il summit nella capitale francese è stato convocato dallo stesso governo transalpino al fine di poter  parlare di Libia, sbarchi e soccorsi in mare, invitando al tavolo tutti i ministri dell’Interno e degli Esteri dei Paesi membri. A fronte di ciò, tuttavia, il  Viminale, ha fatto sapere che l’Italia non è più disposta ad accogliere tutti gli immigrati in arrivo in Europa. Più specificamente, il Ministero dell’Interno ha chiarito che non sarà più accettata l’ipotesi, avanzata da Germania e Francia, dello sbarco nel porto più sicuro vicino,  con la tendenza a ignorare le richieste e le istanze dei due Stati più esposti al fenomeno migratorio, ovvero Italia e Malta. Ciò che è stato proposto dal Viminale, oltre che da La Valletta, altro non è che un meccanismo di distribuzione temporanea di tutti gli immigrati irregolari, e una rotazione dei porti sicuri di sbarco delle persone rintracciate in mare, in modo che l’accoglienza non riguardi esclusivamente  Italia e Malta. Il Ministero dell’Interno ha ribadito l’obiettivo della prevenzione dell’immigrazione illegale nel Mediterraneo, nella salvaguardia e nel rispetto delle persone e delle norme internazionali, ma anche la lotta ai trafficanti di esseri umani, oltre ad una efficace politica europea di rimpatrio dei non aventi diritto.

Il fenomeno migratorio è un qualcosa che deve coinvolgere tutta l’Europa, non soltanto alcuni paesi. Fa  presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che  per i   flussi,  vi è stato un aggravarsi della situazione dal 2015, anno in cui i flussi diretti verso l’Europa hanno raggiunto il loro apice. Al di là della  necessità di una maggiore solidarietà tra i Paesi membri, vi sono anche limiti che caratterizzano gli strumenti di cui l’Unione si è dotata in ambito migratorio. Uno di questi è costituito dal  regolamento di Dublino. Si tratta di un trattato internazionale multilaterale in tema di diritto di asilo, che verte sul principio secondo cui lo Stato che permette l’ingresso di un richiedente asilo nel suo territorio è responsabile dell’esame della sua richiesta. Oltre ciò, qualora si verifichino movimenti secondari verso un altro Stato membro, la convenzione prevede il trasferimento di questi individui al Paese di primo ingresso. Ciò, tuttavia, ha fatto sì che il peso dei flussi migratori continuasse a gravare su pochi Paesi che, per una mera questione geografica, si sono trovati soli a gestire l’elevato numero di arrivi. Basti pensare che nel 2014 cinque stati membri hanno gestito il 72% delle richieste d’asilo in Europa. L’Unione europea, di fronte ad alcuni limiti dei propri strumenti, all’impossibilità di trovare una risposta comune basata sul principio di solidarietà e alle conseguenze che questa situazione ha avuto, da subito, sull’opinione pubblica,  ha cominciato a percepire l’immigrazione come una delle principali  problematiche  per l’Ue.

Un fenomeno di tale portata come quello migratorio  non può incidere solo su alcuni Stati.

                                                                                 Avvocato Iacopo Maria Pitorri