Una sanatoria per gli immigrati del nostro paese

By redazione

Approfondendo l’analisi dei dati forniti dall’Istat – l’Istituto Nazionale di Statistica -, l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha avuto modo di constatare un assunto fondamentale: ad oggi il provvedimento imprescindibile che, verosimilmente, che consentirebbe alla popolazione straniera di divenire “regolare”, è una sanatoria immigrati 2019. Ciò veramente eliminerebbe il problema della condizione di irregolarità di una ingente parte di stranieri privi dei documenti necessari per risiedere in Italia.

Nel considerare le politiche europee sull’immigrazione, rileva l’Avvocato Pitorri, emerge chiaramente che le sanatorie sono una sorta di costante delle stesse. L’Istat ha calcolato che, nel corso degli anni ’90, più del 60% dell’incremento della presenza straniera regolare in Italia era dovuta all’esito di provvedimenti di sanatoria (dunque non di nuovi arrivi o di improvvise invasioni, ma della emersione di persone che già vivevano e lavoravano nel Paese da irregolari).  A partire dagli anni ’80, si sono susseguite diverse sanatorie, in Italia. Più segnatamente, specifica l’Avvocato Pitorri, a ogni legge sull’immigrazione è seguita una regolarizzazione. È accaduto nel 1986 (con la legge n.943), con la legge Martelli (la n.39 del 1990), nel 1995 (Decreto Dini), nel 1998 (legge 40 o Turco-Napolitano), nel 2002 (legge n. 189 o Bossi-Fini). L’ultima è stata nel 2009, riservata a colf e badanti, in occasione della quale sono state presentate trecentomila domande. È stata una sanatoria di fatto anche quella del 2006, quando il decreto flussi ha esteso la quota dagli iniziali centosettantamila previsti a tutti i richiedenti il diritto di ottenere un permesso di soggiorno. Si stima che un terzo degli immigrati regolari presenti oggi in Italia ha un passato da irregolare e sia stato “sanato” da questo tipo di provvedimento.

Attualmente, tuttavia, il solo mezzo per l’ingresso legale nel nostro Paese è il Decreto Flussi, strumento concesso a pochi, posto che, indubbiamente, ne sono esclusi le migliaia di lavoratori che già risiedono nel nostro Paese. Più specificamente, spiega l’Avvocato Pitorri, il decreto di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari, per lavoro stagionale nel territorio dello Stato, èl’atto amministrativo con il quale il Governo stabilisce ogni anno quanti cittadini stranieri non comunitari possono entrare in Italia, per motivi di lavoro. Il nuovo decreto flussi è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 aprile scorso. Il decreto prevede l’ingresso in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo. Gli immigrati ammessi – tuttavia – sono soltanto 30.850. Si tratta di 500 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine. Vi sono, poi, 100 lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile. Esiste, poi, la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e autonomo (9.850), di cui 4.750 permessi di soggiorno per lavoro stagionale; 4.200 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale; 900 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea. È, inoltre, consentito l’ingresso in Italia, per motivi di lavoro autonomo, di 2.400 cittadini non comunitari residenti all’estero (imprenditori che intendono investire più di 500.000 euro creando almeno tre nuovi posti di lavoro, liberi professionisti, titolari di cariche societarie di amministrazione e di controllo, artisti di alta qualificazione professionale, cittadini stranieri che intendono costituire imprese. Alla fine dei conti, specifica l’Avvocato Pitorri, sono soltanto 600 le persone ammesse in Italia. Per tale ragione la comunità di Sant’Egidio chiede di sbloccare il “decreto flussi” con una sanatoria immigrati 2019, in virtù di una rilevata carenza di assistenti familiari, le cosiddette badanti.Un intervento del genere inciderebbe non poco anche sull’aspetto patrimoniale, posto che verrebbero contenute le rimesse verso l’estero, si riuscirebbe, cioè, a trattenere la “ricchezza” nel nostro Paese. È bene, infatti, rammentare: che gli immigrati irregolari non possono nemmeno aprire un conto corrente; che il lavoro nero prospera in misura sempre maggiore; che permane il dilagarsi dei contratti falsi e dei falsi matrimoni. La sanatoria immigrati 2019 potrebbe consentire di ridurre i rimpatri e di rendere più gestibile il fenomeno migratorio.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri