Il nuovo centro d’accoglienza
Febbraio 10, 2019
A Roma, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’inaugurazione del nuovo centro per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati aperto presso il Centro Astalli e denominato “Matteo Ricci” (in onore del gesuita che “portò l’occidente alla Cina”). La struttura si trova all’interno del Centro Astalli ed è volta a sostenere i percorsi di inclusione sociale, nonché le costruttive relazioni tra rifugiati e comunità locali.
A Roma, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’inaugurazione del nuovo centro per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati aperto presso il Centro Astalli e denominato “Matteo Ricci” (in onore del gesuita che “portò l’occidente alla Cina”). La struttura si trova all’interno del Centro Astalli ed è volta a sostenere i percorsi di inclusione sociale, nonché le costruttive relazioni tra rifugiati e comunità locali.
Il Capo dello Stato ha evidenziato come dinanzi alla “concretezza di storie vissute, accoglienza ed integrazione siano la risposta giusta per ricordare che al centro di ogni cosa vi è la dignità di ogni persona umana e la solidarietà tra tutte loro”.
Ha, poi, accennato ad una iniziativa significativa, nella speranza che fosse da insegnamento per l’Unione europea, che – a dire del Presidente della Repubblica – non è ancora riuscita ad elaborare un programma e un approccio comune per un fenomeno che è globale e comunque in Europa continentale. Lo ha fatto parlando della crisi del Venezuela, che sta avendo ripercussioni di non poco contro sul fenomeno migratorio, atteso che “oltre due milioni di venezuelani sono fuggiti dal proprio Paese, trovando asilo provvisorio nei Paesi intorno”. Ciò in quanto in America latina una vera e propria azione solidale si è andata espandendo sempre più tra i diversi Stati del Sudamerica.
Non vi è dubbio, pertanto, che per il Presidente della Repubblica italiana, che considera imprescindibili la dignità della persona umana e la solidarietà, sia proprio l’accoglienza ad essere la risposta giusta. Secondo il Capo dello Stato, invero, il fenomeno delle migrazioni è ormai sparso ovunque e riguarda tutti noi, ogni parte del mondo.
“Secondo i dati dell’Onu, i fuggiaschi, chi scappa della guerra, dalle carestie, persecuzioni sono circa settanta milioni: si tratta di un fenomeno che richiede un grande sforzo corale della comunità internazionale”: precisando ciò, ha il Presidente della Repubblica italiana, voluto dire che un fenomeno di tale portata, non possa essere affrontato da nessun paese, da solo, ma sono necessari, indispensabili, degli interventi globali.
Durante la cerimonia di inaugurazione del centro, due rifugiati di venticinque anni, un migrante afghano e una donna camerunense, hanno narrato ai presenti le difficoltà vissute nel proprio Paese d’origine e il lungo viaggio intrapreso per arrivare in Italia.
Ogni giorno, infatti, centinaia di persone si mettono in viaggio per cercare di raggiungere l’Europa. Sognano una esistenza migliore (perché hanno un trascorso di vite spezzate), ma spesso finiscono tra le mani dei trafficanti o in centri di detenzione.
Non si può che non prendere atto dei flussi migratori. Cancellare l’umanità significa perdere un pezzo di democrazia. Una democrazia deve combattere l’illegalità e garantire la sicurezza nonché costruire canali umanitari.
A Roma, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’inaugurazione del nuovo centro per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati aperto presso il Centro Astalli e denominato “Matteo Ricci” (in onore del gesuita che “portò l’occidente alla Cina”). La struttura si trova all’interno del Centro Astalli ed è volta a sostenere i percorsi di inclusione sociale, nonché le costruttive relazioni tra rifugiati e comunità locali.
Il Capo dello Stato ha evidenziato come dinanzi alla “concretezza di storie vissute, accoglienza ed integrazione siano la risposta giusta per ricordare che al centro di ogni cosa vi è la dignità di ogni persona umana e la solidarietà tra tutte loro”.
Ha, poi, accennato ad una iniziativa significativa, nella speranza che fosse da insegnamento per l’Unione europea, che – a dire del Presidente della Repubblica – non è ancora riuscita ad elaborare un programma e un approccio comune per un fenomeno che è globale e comunque in Europa continentale. Lo ha fatto parlando della crisi del Venezuela, che sta avendo ripercussioni di non poco contro sul fenomeno migratorio, atteso che “oltre due milioni di venezuelani sono fuggiti dal proprio Paese, trovando asilo provvisorio nei Paesi intorno”. Ciò in quanto in America latina una vera e propria azione solidale si è andata espandendo sempre più tra i diversi Stati del Sudamerica.
Non vi è dubbio, pertanto, che per il Presidente della Repubblica italiana, che considera imprescindibili la dignità della persona umana e la solidarietà, sia proprio l’accoglienza ad essere la risposta giusta. Secondo il Capo dello Stato, invero, il fenomeno delle migrazioni è ormai sparso ovunque e riguarda tutti noi, ogni parte del mondo.
“Secondo i dati dell’Onu, i fuggiaschi, chi scappa della guerra, dalle carestie, persecuzioni sono circa settanta milioni: si tratta di un fenomeno che richiede un grande sforzo corale della comunità internazionale”: precisando ciò, ha il Presidente della Repubblica italiana, voluto dire che un fenomeno di tale portata, non possa essere affrontato da nessun paese, da solo, ma sono necessari, indispensabili, degli interventi globali.
Durante la cerimonia di inaugurazione del centro, due rifugiati di venticinque anni, un migrante afghano e una donna camerunense, hanno narrato ai presenti le difficoltà vissute nel proprio Paese d’origine e il lungo viaggio intrapreso per arrivare in Italia.
Ogni giorno, infatti, centinaia di persone si mettono in viaggio per cercare di raggiungere l’Europa. Sognano una esistenza migliore (perché hanno un trascorso di vite spezzate), ma spesso finiscono tra le mani dei trafficanti o in centri di detenzione.
Non si può che non prendere atto dei flussi migratori. Cancellare l’umanità significa perdere un pezzo di democrazia. Una democrazia deve combattere l’illegalità e garantire la sicurezza nonché costruire canali umanitari.
Avv. Pitorri