Cittadinanza italiana per gli eroi dell’autobus dirottato
Aprile 1, 2019
Qualche giorno fa, in Italia, una drammatica storia ha lasciato tutti col fiato sospeso. A San Donato Milanese, a poca distanza dall’aeroporto di Linate, l’autista di un pullman, un senegalese di 47 anni, con cittadinanza italiana dal 2004, voleva compiere un massacro. Grazie alla provvidenziale chiamata ai Carabinieri, avvenuta dal cellulare di uno studente a bordo del mezzo, i 51 ragazzi della seconda media della “Vailati” di Crema sono stati tratti in salvo. Quel ragazzo è Ramy Shehata (di origine egiziana). Insieme ad Adam El Hamami, marocchino, ha compiuto un gesto davvero eroico.
Basti pensare che l’autista aveva nascosto alcune taniche di benzina sull’autobus. Quando i ragazzi sono saliti, ha iniziato a minacciare tutti, costringendo le insegnanti a legare loro i polsi. Ha requisito i telefonini degli alunni, ma Ramy è riuscito a nascondere il suo. Grazie all’immediato contatto con le forze dell’ordine, immediatamente i carabinieri si sono messi all’inseguimento del pullman. Mentre l’autista gridava di voler compiere una strage per fermare le morti nel Mediterraneo, fuggendo, è finito sul guardrail. È stato allora che ha sparso la benzina sulle cappelliere e sui sedili, appiccando il fuoco. I militari dell’Arma sono però stati prontissimi: rotti i finestrini, hanno fatto irruzione e provveduto prontamente a far scendere i ragazzi. E quando il senegalese ne ha trascinato uno a sé, minacciando di ucciderlo, lo hanno disarmato, portando tutti in salvo.
Strage sventata, pertanto. Il tutto grazie al tredicenne Ramy Shehata e ad Adam El Hamami, che con il primo ha avvisato i carabinieri durante il sequestro del bus, fornendo immediatamente la posizione dello stesso. L’uomo aveva precedenti per guida in stato di ebbrezza e violenza sui minori. Per la società Autoguidovie il senegalese Sy non aveva mai dato segni di squilibrio, non era mai stata ricevuta alcuna lamentela per il suo operato e nessuno era a conoscenza dei suoi precedenti penali. L’autista ha, tuttavia, ammesso di aver caricato prima del sequestro un video su youtube, inviato in Senegal a familiari e amici, palesando la sua intenzione di “punire l’Europa per le politiche sui migranti”.
A seguito del tragico episodio – conclusosi, fortunatamente, a lieto fine – il Ministero dell’Interno ha dato il consenso per concedere la cittadinanza a Ramy.
L’iter per la cittadinanza, ovviamente, sarà avviato anche per Adam El Hamami, anche lui di tredici anni e figlio di immigrati, che ha dato l’allarme alle forze dell’ordine.
Il provvedimento, però, coinvolgerà soltanto i ragazzi e non riguarderà anche le loro famiglie. Cioè non si concederà la cittadinanza al padre del ragazzo, che ha anche precedenti penali. Operaio, in Italia dal 1996, avrebbe nel suo passato degli illeciti amministrativi e vecchi precedenti contro il patrimonio a suo carico, commessi tra Crema e Cremona. Tra l’altro, qualora venisse concessa la cittadinanza a Ramy, questa non si stenderebbe automaticamente ai suoi familiari.
Il papà di Ramy, infatti, non diventerebbe italiano, ma soltanto parente di cittadino italiano. È stato, comunque, precisato dal legale dei genitori dei ragazzi eroi che questi ultimi non hanno mai inteso chiedere, e non richiedono, nulla per se stessi.
Saranno ricevuti al Viminale i cinque ragazzi della scuola Media “Vailati” e dodici carabinieri, coinvolti nel dirottamento dello scuolabus sulla strada Paullese, in zona San Donato Milanese.
I ragazzi sono: Adam che, dopo aver nascosto il telefonino al terrorista, è riuscito a chiamare i carabinieri fornendo indicazioni utili; Aurora che, presa in ostaggio, che ha mantenuto la calma e il sangue freddo; Fabio, che ha parlato con il terrorista nel tentativo di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è coraggiosamente offerto come ostaggio dopo la richiesta del terrorista e Ramy, che ha chiamato i carabinieri.
Avvocato Iacopo Pitorri