Nei giorni scorsi, comunica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri (costantemente attento al fenomeno immigratorio ed alle tematiche ad esso inerenti), oltre 200 persone sono riuscite a sbarcare in Italia (un quinto di tutti quelli arrivati nell’anno in corso). Nonostante la politica dei porti chiusi, quindi, la nave ONG Sea Watch 3, battente bandiera olandese, sta navigando nel Mediterraneo, alla volta della Libia. A coloro che si trovano sull’imbarcazione, e pensano di imbarcare immigrati, e dirigersi verso le coste italiane, tuttavia, il Ministro dell’Interno fa sapere che verranno fermati con ogni mezzo lecito consentito. Tale intimazione, ovviamente, ha riacceso le polemiche e le tensioni in uno scenario preoccupante a causa del dibattito inerente il varo del “Decreto sicurezza bis”, con il quale si vorrebbe attribuire al Ministero dell’Interno quelle che sono le competenze del Ministero dei Trasporti, in tema di passaggio di navi in acque territoriali, oltre alla previsione di multe per le navi che salvano migranti.
Nei giorni scorsi, comunica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri
(costantemente attento al fenomeno immigratorio ed alle tematiche ad esso
inerenti), oltre 200 persone sono riuscite a sbarcare in Italia (un quinto di
tutti quelli arrivati nell’anno in corso). Nonostante la politica dei porti
chiusi, quindi, la nave ONG Sea Watch 3, battente bandiera olandese, sta
navigando nel Mediterraneo, alla volta della Libia. A coloro che si trovano
sull’imbarcazione, e pensano di imbarcare immigrati, e dirigersi verso le coste
italiane, tuttavia, il Ministro dell’Interno fa sapere che verranno fermati con
ogni mezzo lecito consentito. Tale
intimazione, ovviamente, ha riacceso le polemiche e le tensioni in uno scenario preoccupante a causa del
dibattito inerente il varo del “Decreto sicurezza bis”, con il quale si
vorrebbe attribuire al Ministero dell’Interno quelle che sono le competenze del
Ministero dei Trasporti, in tema di passaggio di navi in acque territoriali, oltre
alla previsione di multe per le navi che salvano migranti.
Di contro agli aiuti offerti ai migranti, vi sono non pochi
problemi per le navi permeate da grande umanità. La Procura di Agrigento ha
convalidato il sequestro della Mare Jonio della ONG Mediterranea, fermata a
Lampedusa dalla Guardia di Finanza per disposizione del Viminale. Gli
inquirenti contestano al comandante e all’armatore della Mare Jonio il
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre a due violazioni del
codice della navigazione.
La Sea Watch, da parte sua, denuncia “l’uso di assetti aerei
europei per facilitare i respingimenti, mentre almeno settanta persone annegano
in un naufragio e duecentoquaranta vengono riportate forzatamente in Libia”.
L’altro giorno il Moonbird, l’aereo che coadiuva la Sea Watch nei soccorsi in
mare, ha annunciato di aver visto migranti cercare di sfuggire a nuoto ad una
motovedetta libica che aveva intercettato l’imbarcazione su cui viaggiavano per
riportarli in Libia.
Un peschereccio tunisino ha da poco tratto in salvo, al largo
delle coste di Sfax, sessantacinque migranti a bordo di un barcone in
difficoltà, partito dalla Libia. La
notizia è stata confermata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni
(OIM). I migranti soccorsi, spiega l’Avvocato Pitorri, in gran parte di paesi
africani, Eritrea, Somalia e Sudan, sono stati affidati alle autorità locali di
Sfax. L’Oim, in collaborazione con le autorità locali e altri organismi
umanitari, si è attivata tempestivamente, e con grande solerzia, al fine di
dare ospitalità alle persone soccorse. Tra i migranti tratti in salvo,
sottolinea l’Avvocato Pitorri, nove donne e tre bambini sono stati trasferiti a
Tunisi, con il coordinamento delle autorità ed il sostegno di partner della
società civile. A donne e minori non accompagnati è già stata fornita
assistenza umanitaria e medica, alloggio e cibo. L’OIM, tuttavia, ha espresso
non poca preoccupazione per i rimanenti migranti maschi, rimasti al porto di
Sfax, per i quali le autorità non hanno ancora confermato un luogo dove poter
alloggiare.
Le
partenze continueranno fino a quando ci sarà il bel tempo. Il quadro che
prospetta anche l’Avvocato Pitorri è piuttosto evidente: l’aumento degli arrivi
dipenderà dalle navi delle ONG, se torneranno o meno di fronte alle coste
libiche a fare da traino. Anche Tripoli, considerato porto non sicuro, ha il
suo fondamentale ruolo nell’aumento degli sbarchi in Italia. La nave Sea Watch
3, appena salpata da Marsiglia, ha annunciato che a seguito del pretestuoso
blocco dell’Olanda, navigherà per tornare alla missione di soccorso nel
Mediterraneo centrale. Open Arms rimane ormeggiata all’isola di Lesbo nel Mar
Egeo. L’italiana Mar Jonio, come accennato, è sotto sequestro, per il momento,
a Lampedusa.
Il
Viminale, in tutto ciò, fa sapere che il totale dei migranti sbarcati da
gennaio è di 1009 rispetto ai quasi
diecimila dell’anno precedente. Il conflitto in Libia, però, potrebbe provocare
una nuova ondata di arrivi, con le
condizioni atmosferiche favorevoli dell’estate e degli stessi libici in fuga
dai combattimenti.
Nei giorni scorsi, comunica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri (costantemente attento al fenomeno immigratorio ed alle tematiche ad esso inerenti), oltre 200 persone sono riuscite a sbarcare in Italia (un quinto di tutti quelli arrivati nell’anno in corso). Nonostante la politica dei porti chiusi, quindi, la nave ONG Sea Watch 3, battente bandiera olandese, sta navigando nel Mediterraneo, alla volta della Libia. A coloro che si trovano sull’imbarcazione, e pensano di imbarcare immigrati, e dirigersi verso le coste italiane, tuttavia, il Ministro dell’Interno fa sapere che verranno fermati con ogni mezzo lecito consentito. Tale intimazione, ovviamente, ha riacceso le polemiche e le tensioni in uno scenario preoccupante a causa del dibattito inerente il varo del “Decreto sicurezza bis”, con il quale si vorrebbe attribuire al Ministero dell’Interno quelle che sono le competenze del Ministero dei Trasporti, in tema di passaggio di navi in acque territoriali, oltre alla previsione di multe per le navi che salvano migranti.
Di contro agli aiuti offerti ai migranti, vi sono non pochi
problemi per le navi permeate da grande umanità. La Procura di Agrigento ha
convalidato il sequestro della Mare Jonio della ONG Mediterranea, fermata a
Lampedusa dalla Guardia di Finanza per disposizione del Viminale. Gli
inquirenti contestano al comandante e all’armatore della Mare Jonio il
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre a due violazioni del
codice della navigazione.
La Sea Watch, da parte sua, denuncia “l’uso di assetti aerei
europei per facilitare i respingimenti, mentre almeno settanta persone annegano
in un naufragio e duecentoquaranta vengono riportate forzatamente in Libia”.
L’altro giorno il Moonbird, l’aereo che coadiuva la Sea Watch nei soccorsi in
mare, ha annunciato di aver visto migranti cercare di sfuggire a nuoto ad una
motovedetta libica che aveva intercettato l’imbarcazione su cui viaggiavano per
riportarli in Libia.
Un peschereccio tunisino ha da poco tratto in salvo, al largo
delle coste di Sfax, sessantacinque migranti a bordo di un barcone in
difficoltà, partito dalla Libia. La
notizia è stata confermata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni
(OIM). I migranti soccorsi, spiega l’Avvocato Pitorri, in gran parte di paesi
africani, Eritrea, Somalia e Sudan, sono stati affidati alle autorità locali di
Sfax. L’Oim, in collaborazione con le autorità locali e altri organismi
umanitari, si è attivata tempestivamente, e con grande solerzia, al fine di
dare ospitalità alle persone soccorse. Tra i migranti tratti in salvo,
sottolinea l’Avvocato Pitorri, nove donne e tre bambini sono stati trasferiti a
Tunisi, con il coordinamento delle autorità ed il sostegno di partner della
società civile. A donne e minori non accompagnati è già stata fornita
assistenza umanitaria e medica, alloggio e cibo. L’OIM, tuttavia, ha espresso
non poca preoccupazione per i rimanenti migranti maschi, rimasti al porto di
Sfax, per i quali le autorità non hanno ancora confermato un luogo dove poter
alloggiare.
Le
partenze continueranno fino a quando ci sarà il bel tempo. Il quadro che
prospetta anche l’Avvocato Pitorri è piuttosto evidente: l’aumento degli arrivi
dipenderà dalle navi delle ONG, se torneranno o meno di fronte alle coste
libiche a fare da traino. Anche Tripoli, considerato porto non sicuro, ha il
suo fondamentale ruolo nell’aumento degli sbarchi in Italia. La nave Sea Watch
3, appena salpata da Marsiglia, ha annunciato che a seguito del pretestuoso
blocco dell’Olanda, navigherà per tornare alla missione di soccorso nel
Mediterraneo centrale. Open Arms rimane ormeggiata all’isola di Lesbo nel Mar
Egeo. L’italiana Mar Jonio, come accennato, è sotto sequestro, per il momento,
a Lampedusa.
Il Viminale, in tutto ciò, fa sapere che il totale dei migranti sbarcati da gennaio è di 1009 rispetto ai quasi diecimila dell’anno precedente. Il conflitto in Libia, però, potrebbe provocare una nuova ondata di arrivi, con le condizioni atmosferiche favorevoli dell’estate e degli stessi libici in fuga dai combattimenti.
Avv. Iacopo Maria Pitorri