Migranti, il diritto di asilo è negato solo se non c’è rischio per la vita

L’interessante caso di un cittadino pakistano secondo l’Avvocato Pitorri, potrebbe mettere a serio rischio la manovra restrittiva in merito alle concessioni dell’asilo ai migranti che ne fanno richiesta. L’Avvocato Pitorri fa presente che sul tema è recentemente intervenuta la Corte di Cassazione, statuendo che per negare l’asilo a un richiedente bisogna provare che, tornando nel suo Paese, lo stesso non rischierebbe la vita. Ne deriva che l’onere della prova sia ribaltato: spetta, infatti, ai magistrati che non possono più basarsi su generiche  “fonti internazionali”.Non vi è dubbio  fa presente l’Avvocato Pitorri  che una sentenza del genere favorirebbe non poco lo status di tutti quei migranti, devastati dalle drammatiche condizioni del proprio paese di origine, che si sono riversati in Italia, chiedendo – appunto – asilo politico. Basti pensare che anche presso lo studio dell’Avvocato Pitorri,  gli immigrati si rivolgono al patrocinatore, con richieste di aiuto in tal senso. Guardando al futuro, ipotizza l’Avvocato Pitorri, ciò che, verosimilmente, potrebbe verificarsi è una sorta di incidenza a favore dei migranti  su quelle che sono da sempre le indicazioni dettate dal Decreto Sicurezza.I giudici della Suprema, accogliendo il ricorso del cittadino pakistano   che si era visto negare l’asilo sulla base di generiche “fonti internazionali”  (che attesterebbero l’assenza di conflitti nel paese di provenienza) hanno manifestato una palese esortazione nei confronti dei magistrati: gli stessi, d’ora in poi, nel giudicare in merito ad una domanda di asilo, saranno tenuti ad evitare scrupolosamente “formule stereotipate”. Dovranno, invece, “specificare sulla scorta di quali fonti” abbiano acquisito “informazioni aggiornate sul Paese di origine” dei richiedenti asilo. E’ sulla scorta di detti principi – inviati al Massimario – che la Cassazione ha dichiarato fondato il reclamo di Alì S., cittadino pakistano al quale la Commissione prefettizia di Lecce e poi il Tribunale della stessa città, nel 2017, avevano negato di rimanere nel nostro Paese con la protezione internazionale. Una sentenza, quella emessa a fine aprile dagli Ermellini, che certamente riaccende le speranze di tanti migranti.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

L’Unione Europea ed il diritto di asilo politico

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha approfondito lo studio della tematica “diritto di asilo”, analizzandola dal punto di vista dell’Unione Europea. È emerso che l’obiettivo della politica dell’UE sia quello di offrire uno status appropriato a qualunque cittadino di un paese terzo, che abbia bisogno di protezione internazionale in uno degli Stati membri. Per raggiungere tale finalità, l’UE sta tentando – ormai da molto tempo – di migliorare il sistema comune europeo di asilo.

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha approfondito lo studio della tematica “diritto di asilo”, analizzandola dal punto di vista dell’Unione Europea. E’ emerso che l’obiettivo della politica dell’UE sia quello di offrire uno status appropriato a qualunque cittadino di un paese terzo, che abbia bisogno di protezione internazionale in uno degli Stati membri. Per raggiungere tale finalità, l’UE sta tentando – ormai da molto tempo – di migliorare il sistema comune europeo di asilo.

Per giungere a tale scopo, bisogna chiaramente agire in conformità della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, nonché del Protocollo del 31 gennaio 1967. Si è, pertanto, tentato di dar vita ad un sistema europeo comune di asilo (CEAS).

L’Avvocato Pitorri precisa che il CEAS è in continua evoluzione/perfezionamento, attraverso il delinearsi di  non poche iniziative legislative e discussioni tra il Parlamento e il Consiglio.

In particolare, dalla fine del 2016, il Parlamento ha raggiunto un accordo provvisorio con il Consiglio, mirando ad una trasformazione dell’EASO da un’agenzia di sostegno dell’UE ad una vera e propria agenzia dell’Unione Europea per l’asilo (EUAA), incaricata di agevolare il funzionamento del CEAS. Questo al fine di assicurare la convergenza nella valutazione delle domande di asilo in tutta l’UE e di monitorare l’applicazione operativa e tecnica del diritto dell’Unione.

Spaziando l’approfondimento svolto dall’Avvocato Pitorri anche a livello mondiale, è stato rilevato che da un paio di anni l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti. Si tratta di una fondamentale dichiarazione politica volta a migliorare il modo in cui la comunità internazionale risponde ai grandi spostamenti di rifugiati e migranti, nonché a situazioni di presenza prolungata dei rifugiati. Ciò stabilendo, a favore dei rifugiati, azioni specifiche da intraprendere al fine di alleviare la pressione che grava sui paesi ospitanti, accrescimento di autonomia dei rifugiati nei paesi terzi, linee guida per il raggiungimento di soluzioni che prevedono il coinvolgimento di paesi terzi, ovvero l’attuazione delle  condizioni necessarie per consentire il ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati.

Alla luce di quanto sopra detto, nella sua sessione plenaria di aprile 2018, pertanto, il Parlamento europeo ha dichiarato che l’UE e i suoi Stati membri devono assumere un ruolo di guida nei negoziati in corso a livello mondiale, al fine di concordare i due patti, in particolare in considerazione della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dai negoziati.

Parlando di numeri, l’Avvocato Pitorri, rifacendosi ai dati pubblicati dall’Ufficio Europeo per il sostegno all’asilo, fa presente che  non sussiste più, come in passato uno stato di emergenza.  Nel 2018, invero, sono state presente 634.700 richieste di asilo in Europa. Una cifra pari al 10% in meno a quella del 2017. Circa il 4% delle domande presentate nel 2018, pari a 25.388 richieste inoltrate, ha riguardato minori non accompagnati, soprattutto provenienti da Gambia e Vietnam.

I richiedenti asilo più numerosi sono stati i siriani. Rileva l’EASO che nel 2018 circa 74.800 domande di protezione internazionale sono state presentate da nazionali del Paese mediorientale. Numeri comunque in calo rispetto ai dati del 2017. Ulteriormente si specifica che i tre principali paesi di origine (rappresentanti il 26% di tutte le domande nel 2018) sono stati Afghanistan (45.300 domande), Iraq (42.100 domande), Siria. Tra i primi dieci paesi di origine figurano anche Pakistan (5%), Iran, Nigeria, Turchia, Venezuela (4% ciascuno ), Albania e Georgia (3% ciascuno). Lo scorso anno, inoltre, gli Stati membri dell’Ue hanno emesso circa 593.500 decisioni di prima istanza nel 2018, per l’EASO: un significativo 40% in meno rispetto al 2017. 

Tra le notevoli modifiche del sistema, vi è stata quella inerente la  protezione umanitaria. Precedentemente durava per due anni e dava accesso al lavoro, alle prestazioni sociali e all’edilizia popolare. Al suo posto  il decreto ha introdotto una serie di permessi speciali (per protezione sociale, per ragioni di salute, per calamità naturale nel paese d’origine), della durata massima di un anno. Numerose disposizioni del decreto hanno contribuito alla eliminazione della protezione umanitaria, che fino ad oggi era stata assegnata a circa metà dei richiedenti asilo (i quali hanno visto accogliere positivamente la propria domanda). Oggi, comunque, nonostante il decreto Sicurezza l’abbia cancellata, l’Avvocato Pitorri fa presente che le commissioni per l’asilo stanno riprendendo a concederla. I dati del mese di febbraio lo confermano: i rifugiati che hanno ottenuto un permesso umanitario sono  passati dal 2% di gennaio al 28% di febbraio 2019.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 11132 del 26 aprile scorso, tra l’altro, ha cambiato completamente lo scenario relativo al diritto di asilo. Chiarisce l’Avvocato Pitorri, al riguardo, che per negare l’asilo a un richiedente bisogna provare che, tornando nel suo Paese, lo stesso non rischierebbe la vita. Sono, quindi, necessarie prove e fonti certe, da prendere in considerazione da parte dei magistrati, per rigettare il ricorso di un migrante che chiede il riconoscimento del diritto di asilo politico. Ciò, dal punto di vista pratico, fa presente l’Avvocato Pitorri, muta completamente le cose posto che la negazione del diritto di asilo non sarà più di così semplice determinazione come è stato finora ma dovrà essere specificamente ponderata e valutata con opportune indagini da parte dei giudici. Se ne deduce che le speranze di molti migranti, al riguardo, tornano a riaccendersi.

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ha approfondito lo studio della tematica “diritto di asilo”, analizzandola dal punto di vista dell’Unione Europea. È emerso che l’obiettivo della politica dell’UE sia quello di offrire uno status appropriato a qualunque cittadino di un paese terzo, che abbia bisogno di protezione internazionale in uno degli Stati membri. Per raggiungere tale finalità, l’UE sta tentando – ormai da molto tempo – di migliorare il sistema comune europeo di asilo.

Per giungere a tale scopo, bisogna chiaramente agire in conformità della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, nonché del Protocollo del 31 gennaio 1967. Si è, pertanto, tentato di dar vita ad un sistema europeo comune di asilo (CEAS).

L’Avvocato Pitorri precisa che il CEAS è in continua evoluzione/perfezionamento, attraverso il delinearsi di non poche iniziative legislative e discussioni tra il Parlamento e il Consiglio.

In particolare, dalla fine del 2016, il Parlamento ha raggiunto un accordo provvisorio con il Consiglio, mirando ad una trasformazione dell’EASO da un’agenzia di sostegno dell’UE ad una vera e propria agenzia dell’Unione Europea per l’asilo (EUAA), incaricata di agevolare il funzionamento del CEAS. Questo al fine di assicurare la convergenza nella valutazione delle domande di asilo in tutta l’UE e di monitorare l’applicazione operativa e tecnica del diritto dell’Unione.

Spaziando l’approfondimento svolto dall’Avvocato Pitorri anche a livello mondiale, è stato rilevato che da un paio di anni l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti. Si tratta di una fondamentale dichiarazione politica volta a migliorare il modo in cui la comunità internazionale risponde ai grandi spostamenti di rifugiati e migranti, nonché a situazioni di presenza prolungata dei rifugiati. Ciò stabilendo, a favore dei rifugiati, azioni specifiche da intraprendere al fine di alleviare la pressione che grava sui paesi ospitanti, accrescimento di autonomia dei rifugiati nei paesi terzi, linee guida per il raggiungimento di soluzioni che prevedono il coinvolgimento di paesi terzi, ovvero l’attuazione delle condizioni necessarie per consentire il ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati.

Alla luce di quanto sopra detto, nella sua sessione plenaria di aprile 2018, pertanto, il Parlamento europeo ha dichiarato che l’UE e i suoi Stati membri devono assumere un ruolo di guida nei negoziati in corso a livello mondiale, al fine di concordare i due patti, in particolare in considerazione della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dai negoziati.

Parlando di numeri, l’Avvocato Pitorri, rifacendosi ai dati pubblicati dall’Ufficio Europeo per il sostegno all’asilo, fa presente che non sussiste più, come in passato uno stato di emergenza.  Nel 2018, invero, sono state presente 634.700 richieste di asilo in Europa. Una cifra pari al 10% in meno a quella del 2017. Circa il 4% delle domande presentate nel 2018, pari a 25.388 richieste inoltrate, ha riguardato minori non accompagnati, soprattutto provenienti da Gambia e Vietnam.

I richiedenti asilo più numerosi sono stati i siriani. Rileva l’EASO che nel 2018 circa 74.800 domande di protezione internazionale sono state presentate da nazionali del Paese mediorientale. Numeri comunque in calo rispetto ai dati del 2017. Ulteriormente si specifica che i tre principali paesi di origine (rappresentanti il 26% di tutte le domande nel 2018) sono stati Afghanistan (45.300 domande), Iraq (42.100 domande), Siria. Tra i primi dieci paesi di origine figurano anche Pakistan (5%), Iran, Nigeria, Turchia, Venezuela (4% ciascuno), Albania e Georgia (3% ciascuno). Lo scorso anno, inoltre, gli Stati membri dell’Ue hanno emesso circa 593.500 decisioni di prima istanza nel 2018, per l’EASO: un significativo 40% in meno rispetto al 2017. 

Tra le notevoli modifiche del sistema, vi è stata quella inerente la protezione umanitaria. Precedentemente durava per due anni e dava accesso al lavoro, alle prestazioni sociali e all’edilizia popolare. Al suo posto il decreto ha introdotto una serie di permessi speciali (per protezione sociale, per ragioni di salute, per calamità naturale nel paese d’origine), della durata massima di un anno. Numerose disposizioni del decreto hanno contribuito alla eliminazione della protezione umanitaria, che fino ad oggi era stata assegnata a circa metà dei richiedenti asilo (i quali hanno visto accogliere positivamente la propria domanda). Oggi, comunque, nonostante il decreto Sicurezza l’abbia cancellata, l’Avvocato Pitorri fa presente che le commissioni per l’asilo stanno riprendendo a concederla. I dati del mese di febbraio lo confermano: i rifugiati che hanno ottenuto un permesso umanitario sono passati dal 2% di gennaio al 28% di febbraio 2019.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 11132 del 26 aprile scorso, tra l’altro, ha cambiato completamente lo scenario relativo al diritto di asilo. Chiarisce l’Avvocato Pitorri, al riguardo, che per negare l’asilo a un richiedente bisogna provare che, tornando nel suo Paese, lo stesso non rischierebbe la vita. Sono, quindi, necessarie prove e fonti certe, da prendere in considerazione da parte dei magistrati, per rigettare il ricorso di un migrante che chiede il riconoscimento del diritto di asilo politico. Ciò, dal punto di vista pratico, fa presente l’Avvocato Pitorri, muta completamente le cose posto che la negazione del diritto di asilo non sarà più di così semplice determinazione come è stato finora ma dovrà essere specificamente ponderata e valutata con opportune indagini da parte dei giudici. Se ne deduce che le speranze di molti migranti, al riguardo, tornano a riaccendersi.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri spiega il diritto di asilo politico

Quando parliamo di diritto di asilo politico – ci rende edotti l’Avvocato  Iacopo Maria Pitorri (che, per la sua attività forense in materia di immigrazione, approfondisce costantemente tematiche ad esso inerenti) – ci riferiamo a quell’istituto che consiste nella protezione accordata da uno Stato a individui che intendono sottrarsi nello Stato di origine a persecuzioni fondate su ragioni di razza, religione, nazionalità, di appartenenza a un particolare gruppo sociale, ovvero di opinioni politiche. Va, comunque, evidenziato che il diritto d’asilo non va confuso con lo status di rifugiato, disciplinato dalla Convenzione del 1951.

Sotto l’aspetto internazionale, l’asilo, più che configurarsi come un diritto soggettivo dell’individuo (al fine di ottenerlo), si delinea in una sorta di potere discrezionale dello Stato, cui spetta decidere, nell’ambito dell’esercizio della propria sovranità, se concederlo.

Per quanto concerne il nostro Paese, l’art. 10, comma 3, della Costituzione stabilisce che lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Nel diritto internazionale, non esiste una normativa specifica che regoli la condotta degli Stati in materia di asilo. Il diritto di concedere l’asilo può, tuttavia, specifica l’Avvocato Pitorri, subire limitazioni in base ai trattati internazionali di cui lo Stato è parte, specie quelli di estradizione.

Rammenta l’Avvocato Pitorri che la normativa internazionale stabilisce che il diritto di asilo sia un diritto inalienabile ed imprescindibile e, nello specifico, dispone che “ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”.

In Europa la tendenza a riconoscere ufficialmente il diritto di asilo è stata manifestata da diversi Paesi che lo hanno inserito nelle loro Carte Costituzionali, quali la Spagna, il Portogallo, la Germania e l’Italia.

Solo con il passare del tempo, in seguito all’approvazione di importanti trattati internazionali, la materia dell’asilo è riuscita nell’intento di acquisire completamente un riconoscimento comunitario, trovando un’applicazione anche dal punto di vista giuridico, concretizzandosi in un primo passo verso la realizzazione di una politica sopranazionale in tema di immigrazione ed asilo.

A seguito dell’incremento del numero di rifugiati in cerca di protezione internazionale, gli Stati europei hanno avviato un processo di legislazione collettiva in materia di asilo, ai fini della creazione di un Sistema Comune Europeo di Asilo.

Evidenzia l’Avvocato Pitorri, continuando ad analizzare questo tema, che con gli attacchi terroristici e l’aumento del fenomeno dell’immigrazione clandestina, le posizioni degli Stati membri dell’Unione Europea, in materia di immigrazione e asilo, si irrigidiscono notevolmente, e l’attenzione si concentra sul contrasto agli sbarchi illegali, la lotta al terrorismo e sulla necessità di una più efficace collaborazione tra gli Stati membri nel controllo delle frontiere esterne.

La Commissione Europea, allo scopo, predispone una strategia riferita al diritto di asilo, volta ad esporre i passi da seguire al fine di un sistema comune di tutela, soprattutto in seguito all’approvazione di trattati internazionali.

La politica europea si occupa, tra l’altro, in maniera diffusa di controlli alle frontiere, asilo ed immigrazione. Il concetto di protezione internazionale si esplica nelle tre componenti dell’asilo europeo, della protezione sussidiaria e della protezione temporanea. Tali tre forme di protezione hanno come scopo primario quello di permettere a coloro che necessitano di una protezione internazionale di vedersi riconosciuto lo status riferito alla propria situazione specifica.

Rammenta l’Avvocato Pitorri che oggi, con la sentenza  11312 del 26 aprile scorso, la sesta sezione civile della Corte di Cassazione ha dichiarato fondato il  reclamo di un  cittadino pakistano al quale la Commissione prefettizia  di Lecce e poi il Tribunale della stessa città,  nel 2017, avevano negato di rimanere nel nostro Paese con la  protezione internazionale invita i giudici ad essere più precisi: “è essenziale (si legge nella sentenza) che il giudice del merito  rifugga peraltro da formule generiche e stereotipate, e specifichi, soprattutto sulla scorta di quali fonti abbia  provveduto a svolgere l’accertamento richiesto”.

Ne deriva che, da oggi in poi, per gli Ermellini il giudice “è tenuto a un dovere di cooperazione che gli impone di accertare la situazione    reale del Paese di provenienza mediante l’esercizio di poteri-doveri  officiosi di indagine e di acquisizione documentale,   in modo che ciascuna domanda venga esaminata alla luce di  informazioni aggiornate”, e non di “formule generiche” come il richiamo   a non meglio specificate “fonti internazionali”.  

Il caso in questione – ricorda l’Avvocato Pitorri – dovrà ora essere riesaminato dal Tribunale di Lecce.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

La sentenza n. 11312 del 26.4.2019 cambia le sorti dei migranti

La lettura della sentenza n. 11312, enunciata di recente dalla Corte di Cassazione, ha destato l’attenzione dei media, nonché dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni giorno utilizza gli strumenti legali in suo possesso – aggiornandosi costantemente e con lodevole solerzia – per difendere i migranti che giungono presso il suo studio, nel centro di Roma, nelle vicinanze della nota stazione Termini.

La lettura della sentenza n. 11312, enunciata di recente dalla Corte di Cassazione, ha destato l’attenzione dei media, nonché dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni giorno utilizza gli strumenti legali in suo possesso – aggiornandosi costantemente e con lodevole solerzia – per difendere i  migranti che giungono presso il suo studio, nel centro di Roma, nelle vicinanze della nota stazione Termini.

Discettando sull’argomento, l’Avvocato Pitorri fa sapere che questa importante decisione della Suprema Corte potrà cambiare le sorti di numerosi migranti.

L’esercizio concreto di un potere di indagine aggiornato, invero, non dovrà più mancare, nel prendere una decisione in tema di asilo politico. Nulla potrà essere fatto, “senza una specificazione”.

Tutto è cominciato ad opera di Alì, un pakistano che è arrivato sino agli Ermellini della Suprema Corte per vedersi accogliere la sua domanda di asilo politico, negata fino a quel momento. Più specificamente, l’Avvocato Pitorri rappresenta che l’asilo ad Alì era stato negato semplicemente sulla base di “fonti internazionali” che parlavano di conflitto in Pakistan nelle zone del Fata e del Khyber Pakthunkwa, mentre per la sua regione di provenienza – non citata – si faceva riferimento a fonti Easo (l’Agenzia europea per l’asilo), che comunque definiva la situazione “assai instabile”.
Per la Cassazione, inoltre, è “solo genericamente enunciata” la ragione per cui non è stata riconosciuta “una specifica rilevanza, alla stregua di conflitto generalizzato”, al “suddetto livello di instabilità”. E non si capisce “se tale sia l’opinione del tribunale ovvero l’attestazione tradotta dalle suddette fonti”.

Per l’Avvocato Pitorri, quando chi richiede asilo allega “i fatti costitutivi del suo diritto”, il giudice deve accertare “anche d’ufficio se, e in quali limiti, nel Paese di origine” dello straniero “si registrino fenomeni di violenza indiscriminata, in situazioni di conflitto armato interno o internazionale, che espongano i civili a minaccia grave e individuale della vita o alla persona”, e deve indicare le fonti prese in esame. Non è pensabile vedersi rigettata la domanda di asilo sulla base esclusiva di fonti generiche e non dettagliate.

La Cassazione, accogliendo dunque il ricorso di Alì, ha sottolineato che il giudice “è tenuto a un dovere di cooperazione che gli impone di accertare la situazione reale del Paese di provenienza mediante l’esercizio di poteri-doveri officiosi di indagine e di acquisizione documentale, in modo che ciascuna domanda venga esaminata alla luce di informazioni aggiornate”, e non di “formule generiche” come il richiamo a vaghe “fonti internazionali”.

Tutto ciò, a dire dell’Avvocato Pitorri, che da sempre opera in favore dei migranti, non può che migliorare le prospettive di tutti coloro che si sono visti negare, sinora, il tanto agognato diritto di asilo politico.

La lettura della sentenza n. 11312, enunciata di recente dalla Corte di Cassazione, ha destato l’attenzione dei media, nonché dell’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni giorno utilizza gli strumenti legali in suo possesso – aggiornandosi costantemente e con lodevole solerzia – per difendere i migranti che giungono presso il suo studio, nel centro di Roma, nelle vicinanze della nota stazione Termini.

Discettando sull’argomento, l’Avvocato Pitorri fa sapere che questa importante decisione della Suprema Corte potrà cambiare le sorti di numerosi migranti.

L’esercizio concreto di un potere di indagine aggiornato, invero, non dovrà più mancare, nel prendere una decisione in tema di asilo politico. Nulla potrà essere fatto, “senza una specificazione”.

Tutto è cominciato ad opera di Alì, un pakistano che è arrivato sino agli Ermellini della Suprema Corte per vedersi accogliere la sua domanda di asilo politico, negata fino a quel momento. Più specificamente, l’Avvocato Pitorri rappresenta che l’asilo ad Alì era stato negato semplicemente sulla base di “fonti internazionali” che parlavano di conflitto in Pakistan nelle zone del Fata e del Khyber Pakthunkwa, mentre per la sua regione di provenienza – non citata – si faceva riferimento a fonti Easo (l’Agenzia europea per l’asilo), che comunque definiva la situazione “assai instabile”.
Per la Cassazione, inoltre, è “solo genericamente enunciata” la ragione per cui non è stata riconosciuta “una specifica rilevanza, alla stregua di conflitto generalizzato”, al “suddetto livello di instabilità”. E non si capisce “se tale sia l’opinione del tribunale ovvero l’attestazione tradotta dalle suddette fonti”.

Per l’Avvocato Pitorri, quando chi richiede asilo allega “i fatti costitutivi del suo diritto”, il giudice deve accertare “anche d’ufficio se, e in quali limiti, nel Paese di origine” dello straniero “si registrino fenomeni di violenza indiscriminata, in situazioni di conflitto armato interno o internazionale, che espongano i civili a minaccia grave e individuale della vita o alla persona”, e deve indicare le fonti prese in esame. Non è pensabile vedersi rigettata la domanda di asilo sulla base esclusiva di fonti generiche e non dettagliate.

La Cassazione, accogliendo dunque il ricorso di Alì, ha sottolineato che il giudice “è tenuto a un dovere di cooperazione che gli impone di accertare la situazione reale del Paese di provenienza mediante l’esercizio di poteri-doveri officiosi di indagine e di acquisizione documentale, in modo che ciascuna domanda venga esaminata alla luce di informazioni aggiornate”, e non di “formule generiche” come il richiamo a vaghe “fonti internazionali”.

Tutto ciò, a dire dell’Avvocato Pitorri, che da sempre opera in favore dei migranti, non può che migliorare le prospettive di tutti coloro che si sono visti negare, sinora, il tanto agognato diritto di asilo politico.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Il ricorso di un pakistano cambia l’orientamento sul diritto di asilo politico

Il recente, nuovo orientamento dettato dalla Suprema Corte, ha destato l’attenzione di tutti, specie nel mondo forense. Anche l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, impegnato quotidianamente, nella sua attività di difensore, a favore dei migranti, è stato colpito dall’esito del ricorso di un pakistano, conclusosi con la rivoluzionaria sentenza degli Ermellini. Allo stesso, con accertamenti “sommari” ed estremamente generici, era stata rifiutata l’accoglienza umanitaria.

Il recente, nuovo orientamento dettato dalla Suprema Corte,  ha destato l’attenzione di tutti, specie nel mondo forense. Anche l’Avvocato  Iacopo Maria Pitorri, impegnato quotidianamente, nella sua attività di difensore, a favore dei migranti, è stato colpito dall’esito del ricorso di un pakistano, conclusosi con la rivoluzionaria sentenza degli Ermellini. Allo stesso, con accertamenti “sommari” ed estremamente generici, era stata rifiutata l’accoglienza umanitaria.

Più specificamente, rileva dalla notizia l’Avvocato Pitorri, gli Ermellini hanno così dichiarato  “fondato” il reclamo di Alì S., al quale la Commissione prefettizia di Lecce e successivamente il Tribunale della stessa città, nel 2017, avevano negato il diritto a restare in Italia respingendo la sua domanda di protezione internazionale.
Alì, tuttavia, non si è mai dato per vinto ed è arrivato fino al terzo grado di giudizio, appunto in Cassazione. Il nodo focale che è emerso dal ricorso incardinato dal migrante, per far valere i propri diritti, riguarda il negato asilo, sulla base di “generiche informazioni sulla situazione interna del Pakistan, senza considerazione completa delle prove disponibili” e senza (anche) che il giudice avesse azionato il suo potere di indagine.

Per l’Avvocato Pitorri non vi sono dubbi: il  reclamo incardinato nei confronti del Ministero dell’Interno, difeso dall’Avvocatura dello Stato, ha colto nel segno un dato fondamentale, focalizzando l’attenzione dei giudici su aspetti nevralgici, in un giudizio di questa tipologia.

Bandita  genericità e vaghezza, quindi, sono indispensabili prove e fonte certe per decidere in merito al diritto di asilo.

Staremo a vedere come, realmente, cambieranno, le sorti di molti migranti – sostiene l’Avvocato Pitorri – a seguito di questo importante mutamento nell’orientamento dei giudici.

Il recente, nuovo orientamento dettato dalla Suprema Corte, ha destato l’attenzione di tutti, specie nel mondo forense. Anche l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, impegnato quotidianamente, nella sua attività di difensore, a favore dei migranti, è stato colpito dall’esito del ricorso di un pakistano, conclusosi con la rivoluzionaria sentenza degli Ermellini. Allo stesso, con accertamenti “sommari” ed estremamente generici, era stata rifiutata l’accoglienza umanitaria.

Più specificamente, rileva dalla notizia l’Avvocato Pitorri, gli Ermellini hanno così dichiarato “fondato” il reclamo di Alì S., al quale la Commissione prefettizia di Lecce e successivamente il Tribunale della stessa città, nel 2017, avevano negato il diritto a restare in Italia respingendo la sua domanda di protezione internazionale.
Alì, tuttavia, non si è mai dato per vinto ed è arrivato fino al terzo grado di giudizio, appunto in Cassazione. Il nodo focale che è emerso dal ricorso incardinato dal migrante, per far valere i propri diritti, riguarda il negato asilo, sulla base di “generiche informazioni sulla situazione interna del Pakistan, senza considerazione completa delle prove disponibili” e senza (anche) che il giudice avesse azionato il suo potere di indagine.

Per l’Avvocato Pitorri non vi sono dubbi: il reclamo incardinato nei confronti del Ministero dell’Interno, difeso dall’Avvocatura dello Stato, ha colto nel segno un dato fondamentale, focalizzando l’attenzione dei giudici su aspetti nevralgici, in un giudizio di questa tipologia.

Bandita genericità e vaghezza, quindi, sono indispensabili prove e fonte certe per decidere in merito al diritto di asilo.

Staremo a vedere come, realmente, cambieranno, le sorti di molti migranti – sostiene l’Avvocato Pitorri – a seguito di questo importante mutamento nell’orientamento dei giudici.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Cassazione, sono necessarie prove e fonti certe per decidere in materia di asilo politico

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri fa emergere l’importanza di una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha fatto chiarezza in merito alla tematica relativa al diritto di asilo.

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri fa emergere l’importanza di una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha fatto chiarezza in merito alla tematica relativa al diritto di asilo.

Ciò ha acceso nuovamente le speranze di molti migranti, fuggiti dal loro paese di origine, devastato da drammi e tragedie di ogni tipo.

Gli Ermellini, pronunciandosi sulla materia, hanno stabilito che non è più possibile respingere la richiesta di diritto di asilo da parte di un migrante basandosi solo su generiche fonti internazionali che attesterebbero l’assenza di conflitti nei Paesi di provenienza degli stessi.

Ogni giorno, nella capitale, giungono persone presso lo studio dell’Avvocato Pitorri, nei pressi della stazione Termini, narrando al patrocinatore le tragiche  storie vissute e le dolorose, spaventose realtà dei loro paesi, chiedendo allo stesso di aiutarli a rimanere in Italia posto che in patria rischiano la vita. L’Avvocato Pitorri si attiva tempestivamente, con premurosa diligenza per intraprendere il percorso giuridico-procedurale per far ottenere a queste persone meno fortunate di noi asilo politico.

Ebbene, oggi vi è uno strumento in più: la Cassazione, invero, ha esortato i magistrati ad evitare “formule stereotipate” ed a “specificare sulla scorta di quali fonti” abbiano acquisito “informazioni aggiornate sul Paese di origine” dei richiedenti asilo.

Sarà certamente cura dell’Avvocato Pitorri lavorare in tale senso, facendo valere i diritti degli immigrati che si presentano presso il suo studio, anche alla luce di questa nuova pronuncia della Suprema Corte.

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri fa emergere l’importanza di una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha fatto chiarezza in merito alla tematica relativa al diritto di asilo.

Ciò ha acceso nuovamente le speranze di molti migranti, fuggiti dal loro paese di origine, devastato da drammi e tragedie di ogni tipo.

Gli Ermellini, pronunciandosi sulla materia, hanno stabilito che non è più possibile respingere la richiesta di diritto di asilo da parte di un migrante basandosi solo su generiche fonti internazionali che attesterebbero l’assenza di conflitti nei Paesi di provenienza degli stessi.

Ogni giorno, nella capitale, giungono persone presso lo studio dell’Avvocato Pitorri, nei pressi della stazione Termini, narrando al patrocinatore le tragiche storie vissute e le dolorose, spaventose realtà dei loro paesi, chiedendo allo stesso di aiutarli a rimanere in Italia posto che in patria rischiano la vita. L’Avvocato Pitorri si attiva tempestivamente, con premurosa diligenza per intraprendere il percorso giuridico-procedurale per far ottenere a queste persone meno fortunate di noi asilo politico.

Ebbene, oggi vi è uno strumento in più: la Cassazione, invero, ha esortato i magistrati ad evitare “formule stereotipate” ed a “specificare sulla scorta di quali fonti” abbiano acquisito “informazioni aggiornate sul Paese di origine” dei richiedenti asilo.

Sarà certamente cura dell’Avvocato Pitorri lavorare in tale senso, facendo valere i diritti degli immigrati che si presentano presso il suo studio, anche alla luce di questa nuova pronuncia della Suprema Corte.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri