L’elemosiniere del Papa e l’aiuto ai poveri
Agosto 19, 2019
Qualche tempo fa, dai media è emersa una notizia, che ha colpito non poco l’attenzione pubblica. Anche l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, da sempre attento alle esigenze dei bisognosi, delle persone in difficoltà, dei migranti (per cui svolge, anche la sua attività forense), ha rilevato un episodio che riguarda l’elemosiniere del Papa: il Cardinale Konrad Krajewski. Mosso da spirito di solidarietà, nei giorni scorsi, il porporato si è prodigato alacremente per ripristinare la luce (che era stata staccata dalla società erogatrice del servizio (a causa del mancato pagamento delle bollette) in uno stabile occupato a Roma.
Ma vi è di più. La somma che
l’elemosiniere ha impiegato, lo scorso anno, per pagare le bollette della luce, del
gas, della spazzatura, e diverse rate per spese varie (sempre inerenti alla
gestione di case), che singole persone e famiglie, tra cui molte italiane, non
sono riuscite a sostenere, in tutto il Paese, ammonta a tre milioni e mezzo di
euro.
Il dato, spiega l’Avvocato Pitorri, emerge da fonti del Vaticano. Più
specificamente, il Cardinale Krajewski ha attinto dalle offerte che diversi
benefattori inviano al Papa ed alla elemosineria, per tale scopo; ed ha altresì
procacciato il denaro necessario anche dalla rendita, significativa, che il
dicastero vaticano ha, con l’invio a chi ne fa richiesta di benedizioni
apostoliche, attraverso delle pergamene. Più segnatamente, evidenzia l’Avvocato
Pitorri, molti soldi vengono inviati in tutta Italia, su richiesta delle
diocesi che non riescono da sole a far fronte alle esigenze di diversi
indigenti. Dal canto suo, il Cardinale Krajewski ha confidato di aver agito
d’istinto, anche dopo aver visto un bambino del palazzo che ha bisogno, per
vivere, dell’ausilio di un apparecchio che si alimenta a corrente. Nei giorni
precedenti, fra l’altro, inviato dal Papa per rinnovare la vicinanza ai
rifugiati ospitati nei campi di accoglienza, ha anche fatto visita ai profughi
di Lesbo e ne è uscito particolarmente provato.
Fin da quando Papa Francesco lo ha nominato “elemosiniere di Sua Santità”, in data 3 agosto 2013, elevandolo subito alla dignità di arcivescovo, successivamente facendolo cardinale nel Concistoro di meno di un anno fa, la quotidianità di Konrad Krajewski è stata permeata da costanti uscite serali, accompagnato dalla piccola squadra di quattro guardie svizzere, per portare beni di conforto, pasti, coperte, sacchi a pelo, ombrelli e qualsiasi altra cosa possa essere di aiuto ai senzatetto della capitale, nelle stazioni, nelle piazze e nelle vie del centro e delle borgate.
Non vi è dubbio che quella del porporato, nato il 25 novembre 1963 a Lodz, in Polonia, che è ad oggi il più giovane cardinale del Sacro Collegio, sia un’attività caritativa incessante e continua. “Padre Corrado” (come lo chiamano tutti), fa fruttare ogni giorno fino all’ultimo centesimo gli introiti delle pergamene con le benedizioni papali, prodotte dall’Elemosineria Apostolica, a chi le richiede per matrimoni, battesimi, cresime e altri sacramenti e ricorrenze.
La perseverante, assidua, instancabile opera dell’elemosiniere, caratterizzata anche da nobili iniziative, creative e innovative, oltre a far diventare Konrad Krajewski l’ex cerimoniere pontificio al servizio di tre Papi (Giovanni XXIII, Benedetto XVI e Papa Francesco), ha contribuito a dare al suddetto l’appellativo del “cardinale dei poveri”.
Sottolinea, comunque, l’Avvocato Pitorri, che alla sua nomina, l’elemosiniere ormai famoso nel mondo, ha avuto dal Santo Padre la precisa indicazione di non rimanere “con le mani in mano”, dietro la scrivania, ma di agire di fatto, recandosi direttamente per le strade di Roma, ovvero dove necessario. Per questo le sue visite si sono spinte fino alle zone terremotate o, come nei giorni scorsi, all’isola greca di Lesbo, in visita al campo profughi di Moria per portare la concreta solidarietà del Pontefice, attraverso centomila dollari di aiuti.
Ciò che ha fatto il Cardinale Krajwwski, per conto del Papa, appare oltremodo esorbitante: ha fatto costruire bagni, docce e barberia per i senzatetto in Piazza San Pietro, allestire un dormitorio nei pressi, ne ha accompagnato gruppi al mare, ha sostenuto persone danneggiate dal sisma del 2016 ad Amatrice e Ascoli Piceno, ha donato sacchi a pelo e messo a disposizione auto del Vaticano ai clochard nei giorni di maggior freddo, ha accolto famiglie di rifugiati siriani lasciando loro il suo appartamento per trasferirsi a dormire all’Elemosineria, aperto una lavanderia gratuita, pagato l’affitto per una spiaggia accessibile anche ai disabili.
Per questo quando, lo scorso 20 maggio 2018, a Regina Coeli, il Santo Padre ha annunciato che avrebbe fatto cardinale nel concistoro del 28 giugno quest’uomo così speciale, lo stesso ha dichiarato: “Questa porpora è per i poveri”.
Da ultimo, come sopra detto, attivandosi per riallacciare la luce presso un immobile occupato da poveri, a Roma, l’elemosiniere ha posto in essere una condotta, che, ovviamente ha dato luogo a non poche polemiche, in tutto il mondo. In molti, tuttavia, si sono stretti accanto al suo spirito di solidarietà, tra cui anche i francescani di Assisi, sostenendo che se è illegale aiutare bambini e persone che soffrono, compiere un gesto di umanità dettato dal cuore e da quanto dice il Vangelo, allora debbono arrestare tutti coloro che si adoperano per il prossimo.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri