I sentieri segreti dei migranti per arrivare in Italia
Dicembre 29, 2019
Di recente si è scoperto che esistono centinaia, verosimilmente migliaia, di sentieri nascosti, quasi invisibili, che, evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, i migranti attraversano di giorno e di notte. Parliamo della rotta balcanica, al confine orientale.
In genere queste persone, in cerca di un futuro migliore, dormono tra le rocce del Carso, sopra Trieste, e all’alba raggiungono la città. Lungo il confine, che divide il Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia, gruppi di immigrati valicano la frontiera per chiedere asilo all’Italia. Della vecchia “zona franca” tra Italia e Jugoslavia è rimasta solo una breve striscia senza alberi.
Basti pensare che, dall’inizio di quest’anno, sono stati fermati 652 migranti, cui vanno aggiunti gli oltre 200 identificati nel mese di giugno. Sono già il doppio dei 446 registrati l’anno scorso. Ciò significa che questa rotta è sempre più gettonata. Al di là, quindi, della chiusura dei porti, c’è altro. I migranti sbarcano in Grecia, attraversano l’Albania, il Montenegro, la Bosnia, la Croazia e la Slovenia. Una volta giunti al confine, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, intraprendono i sentieri boschivi che collegano la Slovenia all’Italia. Sono nascosti tra gli alberi, sembrano quasi fantasmi nel buio della notte. C’è chi ha raccontato di essere stato picchiato, preso a bastonate, in Croazia. Una volta raggiunta la statale verso Trieste, però, è difficile essere presi, passando al buio, in montagna, tra i boschi. Anche perché la polizia italiana pattuglia il retrovalico, ma è impossibile chiudere tutto. Vale a Tarvisio, come a Gorizia. Ma, specialmente, a Basovizza, Pesek e Dolina. I migranti giungono numerosi, passando da queste parti, ed una volta arrivati in Italia, rimandarli indietro è difficile.
In genere, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, bloccati dalla polizia, poco prima dell’ingresso in città, i migranti vengono perquisiti, e con un furgone portati negli uffici delle forze dell’ordine. Qui inizia una lunga trafila. Dopo essere stati foto segnalati dalle autorità, se ne decide la sorte. Va considerato, tuttavia, che la riammissione a Lubiana è possibile entro ventiquattro ore, posto che sono stati fermati entro i dieci chilometri di retrovalico. Alcuni, però, chiedono asilo. Oltre ciò, la mole di scartoffie è davvero grande e le carenze delle politiche migratorie dell’Unione Europea non aiutano.
Fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che coloro che riescono a non essere intercettati dalla polizia, raggiungendo subito Trieste, tentano di ottenere il permesso per rimanere in Europa. Alcuni si autodenunciano in questura, altri si presentano alla polizia ferroviaria, oppure negli uffici della frontiera marittima. Domandano asilo politico. Al momento, questa è la situazione.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri