I migranti morti nel mar Mediterraneo
Settembre 18, 2019
Qualche giorno fa, il sequestro della nave Sea Watch 3 (la nave battente bandiera dei Paesi Bassi, gestita dall’organizzazione non governativa SeaWatch, con sede a Berlino), a seguito dello sbarco a terra dei quarantasette naufraghi che, da giorni, si trovavano in navigazione a circa un miglio dall’isola di Lampedusa, ha dato luogo a diverse polemiche. L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, da sempre sensibile nei confronti dei migranti, fa presente che dalle stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, riportate anche in una nota del Viminale, emerge una discrepanza tra dispersi e numero di corpi ritrovati. Solo a considerare i dati del 2015, per esempio, evidenzia il Ministero dell’Interno che nel 2015 i cadaveri recuperati sono stati 296, a fronte di una stima di 3.771 scomparsi. Nel 2016 sono stati 390 (e 5.096 i dispersi stimati). Nel 2017 sono stati 210, a fronte di 3.139 e nel 2018 sono stati recuperati 23 corpi senza vita, di contro a 2.277 scomparsi in mare. Ulteriormente, i dati precedenti al 2019 sono riferiti a un anno intero, mentre quelli di quest’anno solo ai primi 4 mesi. I report statistici elaborati dall’Organizzazione mondiale delle migrazioni (OIM) riportano che da gennaio a oggi, le vittime sulla sola rotta del Mediterraneo centrale si stima siano state trecentosedici. A maggio ben cinquantasei. In un Mediterraneo che è stato ormai svuotato di testimoni, in assenza del necessario coordinamento dei soccorsi, è diventato ancora più difficile pattugliare, svolgere salvataggi e recuperare corpi senza vita per le uniche tre navi umanitarie (a dispetto delle oltre venti che operavano nel 2015 nel Mediterraneo) che provano ancora a soccorrere naufraghi nel Mediterraneo. Da ultimo, vi è poi alla pericolosità della rotta Libia-Italia. Non può omettersi di considerare, invero, che se le partenze sono diminuite e il numero di morti e dispersi, 316, è già vicino alla cifra 383 dei primi cinque mesi del 2018, significa che in realtà è cresciuto il tasso di mortalità sulla rotta del Mediterraneo centrale.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri