L’UNESCO

L’UNESCO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, sorta a Parigi 4 novembre 1946, è emersa dalla consapevolezza che gli accordi politici ed economici non sono sufficienti per costruire una pace duratura, posto che essa debba essere fondata sull’educazione, la scienza, la cultura e la collaborazione fra nazioni. Tutto ciò, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, (senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione).

Successivamente, invero, alla grande perdita di vite umane, causate dai conflitti mondiali della prima metà del XX secolo, gli Stati delle Nazioni Unite hanno manifestato l’intenzione di istituire l’UNESCO con la seguente affermazione: “I Governi degli Stati membri della presente Convenzione, in nome dei loro popoli, dichiarano: che, poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace.”

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri spiega che l’UNESCO è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata con l’obiettivo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione per promuovere “il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali” (che sono affermate dalla Dichiarazione universale dei diritti umani).

I lavori preparatori di questa importante organizzazione umanitaria governativa sono iniziati tra il 16 novembre 1945 e il 4 novembre 1946, nell’ambito della Conferenza dei Ministri Alleati dell’Educazione (CAME). Detto gruppo di Ministri dell’Educazione dei Paesi Alleati contro il Nazismo, si è riunito, per la prima volta, a Londra nel 1942, in piena Seconda guerra mondiale. La Costituzione dell’UNESCO, firmata il 16 novembre 1945, è entrata in vigore il 4 novembre del 1946, dopo la ratifica da parte di venti Stati: Arabia Saudita, Australia, Brasile, Canada, Cecoslovacchia, Cina, Danimarca, Egitto, Francia, Grecia, India, Libano, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Stati Uniti d’America, Sudafrica e Turchia.

L’Italia è stata ammessa l’8 novembre 1947, all’unanimità, durante la seconda sessione della Conferenza Generale, che si è svolta a Città del Messico.  La sua ammissione è stata perfezionata subito dopo, il 27 gennaio 1948, con il deposito a Londra dello strumento di ratifica dell’Atto costitutivo dell’Organizzazione, da parte del nostro Governo. Questo riconoscimento ebbe il valore morale di un primo passo verso l’ammissione dell’Italia all’ONU

L’UNESCO, chiarisce l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, si impegna a costruire i presupposti per garantire la pace internazionale e la prosperità dei popoli, favorendo il dialogo interculturale, il rispetto dell’ambiente e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile. A tal fine, promuove, innanzitutto l’educazione in modo che ogni bambino, o ragazzo, possa accedere ad un’istruzione di qualità, come diritto umano fondamentale e come requisito essenziale per lo sviluppo della personalità. Si attiva, poi, per costruire la comprensione interculturale, anche tramite la protezione e la salvaguardia dei siti di eccezionale valore e bellezza, iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Persegue, inoltre, la cooperazione scientifica, per rafforzare i legami tra le nazioni e le società al fine di monitorare e prevenire le catastrofi ambientali e gestire le risorse idriche del pianeta. Da ultimo, protegge la libertà di espressione, come condizione essenziale per garantire la democrazia, lo sviluppo e la tutela della dignità umana.

Evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che sono membri dell’UNESCO, all’aprile 2016, centonovantacinque Paesi, oltre dieci membri associati. La sede principale generale dell’UNESCO è a Parigi. Mette in pratica programmi di scambio educativo, scientifico e culturale da Uffici Regionali, che svolgono la propria attività su quasi la totalità del Pianeta. I progetti sponsorizzati dall’UNESCO comprendono programmi scientifici internazionali; programmi di alfabetizzazione, tecnici e di formazione degli insegnanti; progetti regionali e di storia culturale; e cooperazioni internazionali per conservare il patrimonio culturale e naturale del pianeta e per preservare i diritti umani.

 L’UNESCO fornisce fondi al Consiglio Internazionale per la Scienza. Tra le sue missioni, vi è quella di mantenere una lista di patrimoni dell’umanità. Questi sono siti importanti culturalmente o dal punto di vista naturalistico, la cui conservazione e sicurezza è ritenuta importante per la comunità mondiale.

Dal 2004 l’UNESCO promuove il Network delle Città creative.

L’UNESCO, infine, è rappresentata da propri ambasciatori e promuove il Forum Universale delle Culture.

                                                                                                                                               Avvocato Iacopo Maria Pitorri

L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Organization for Security and Cooperation in Europe), altrimenti detta OSCE, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è una organizzazione regionale per la promozione della pace, del dialogo politico, della giustizia e della cooperazione in Europa.

Attualmente conta cinquantasette paesi membri, che coprono l’area geografica da Vancouver a Vladivostok, ed è la più vasta organizzazione regionale per la sicurezza.

Questa organizzazione, specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, sorge dalla CSCE (la Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa), che convocata per la prima volta a Helsinki, il 3 luglio 1973, è nata in pieno clima di “guerra fredda”. Ciò al fine di rafforzare il dialogo Est-Ovest: alla “conferenza”, invero, hanno preso parte, i rappresentanti di tutti i paesi europei (con l’eccezione dell’Albania), e gli inviati degli Stati Uniti d’America e dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

La funzione della CSCE di semplice “conferenza”, con il ruolo di “ponte” tra Est e Ovest è, tuttavia, cambiata radicalmente, con la caduta dei regimi comunisti dell’Europa orientale, alla fine degli anni ottanta, e con il riaffiorare di possibili crisi, nel corso degli anni novanta. La “conferenza”, allora ha iniziato ad assumere compiti concreti di prevenzione e composizione pacifica dei conflitti che si sono susseguiti nei paesi est europei, come conseguenza della disgregazione del blocco sovietico. Ha, inoltre, preso parte alla fase della ricostruzione seguita ai conflitti, nel tentativo di favorire il processo di transizione democratica dell’Europa dell’Est.

Successivamente a questi stravolgimenti geopolitici, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la CSCE ha adottato, il 21 novembre del 1990, la “Carta di Parigi per una nuova Europa”, documento con il quale veniva di fatto riconosciuta la fine delle divisioni della guerra fredda.  Poi, il 13 ottobre 1993 le è stato riconosciuto lo status di osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

A partire dal 1° gennaio 1995, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la CSCE si è trasformata in un’organizzazione stabile, prendendo l’attuale denominazione di “Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa”.

Il principale organo è la Presidenza, che ha durata annuale, esercita funzioni di indirizzo, promuove il dialogo politico e ha la responsabilità dell’attività esecutiva dell’Organizzazione. Il Segretario Generale, invece, con mandato triennale, svolge funzioni di assistenza della Presidenza. Tra i suoi compiti, rientra anche la gestione delle strutture e delle missioni sul campo dell’OSCE.

Di particolare importanza, nel sistema OSCE, sono le tre istituzioni autonome: 1) l’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti dell’Uomo (ODIHR), con sede a Varsavia; 2) il Rappresentante per la Libertà dei Media, con sede a Vienna; 3) l’Alto Commissario per le Minoranze Nazionali, con sede a L’Aja.

L’OSCE, in buona sostanza, palesa l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ha come obiettivo il mantenimento della pace e della sicurezza in Europa, intendendo quest’ultima non solo come assenza di conflitti armati, ma anche come presupposto per la difesa dei diritti dell’uomo, per strutture democratiche stabili all’interno di uno “Stato di diritto”, come pure per un concreto sviluppo economico e sociale e uno sfruttamento sostenibile delle risorse.

L’OSCE dispone di una propria rete di Missioni che operano, sulla base di diversi mandati, nei Balcani e Europa sudorientale, in Europa orientale e in Asia Centrale.

Ad oggi, l’OSCE è presente sul territorio con diciannove “missioni” operative, alle quali partecipano circa mille collaboratori internazionali. Rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che la prima missione operativa, di lunga, durata dell’OSCE è stata quella inviata nel 1992 nel Kosovo ( missione fallita a causa dello scoppio della guerra nella regione balcanica).

L’approccio dell’OSCE alla sicurezza è globale e cooperativo. Essa tratta un ampio ventaglio di questioni connesse con la sicurezza, inclusi il controllo degli armamenti, la diplomazia preventiva, le misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza, i diritti dell’uomo, la democratizzazione e la sicurezza economica e ambientale. Tutti gli Stati che partecipano alle attività dell’OSCE rivestono uno status paritario e le decisioni vengono adottate in base al principio del consenso.

L’attività dell’Organizzazione si esplica in tre settori fondamentali (detti “dimensioni”): la dimensione politico-militare, che affronta gli aspetti militari della sicurezza; la dimensione economico ambientale (che affronta prevalentemente i temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico); la dimensione umana, dedicata alle tematiche dello stato di diritto ed alla tutela dei diritti umani.

I Ministri degli Esteri degli Stati partecipanti dell’OSCE tengono riunioni annuali, denominate Consigli Ministeriali. I Capi di Stato e di Governo si possono riunire in un Vertice (l’ultimo si è tenuto ad Astana nel dicembre 2010). L’organo ordinario dell’OSCE, preposto alle consultazioni politiche ed al processo decisionale, è il Consiglio Permanente, ove si riuniscono i rappresentati permanenti degli Stati partecipanti.

La Presidenza in esercizio dell’OSCE ha la durata di un anno (1° gennaio/31 dicembre) ed è assunta dal Paese designato a tal fine, con decisione consensuale del Consiglio Ministeriale. La Presidenza coordina il processo decisionale e definisce le priorità dell’attività dell’OSCE. Alla Presidenza spettano, tra l’altro, i seguenti compiti: presiedere Vertici, Consiglio Ministeriale, Consiglio Permanente e organi sussidiari; assicurare il coordinamento e le consultazioni sugli affari correnti dell’OSCE; inviare al Consiglio Permanente progetti, rapporti e documenti di sintesi; sottoporre al Consiglio Permanente raccomandazioni su specifiche questioni; comunicare al Segretariato, alle istituzioni OSCE e alle missioni sul campo le decisioni di Vertici, Consiglio Ministeriale e Consiglio Permanente; curare le procedure relative alle nomine e alle assegnazioni; rappresentare l’OSCE all’esterno, in consultazione con gli Stati membri e avvalendosi dell’assistenza del Segretario Generale; nominare i Rappresentanti Speciali e Personali del Presidente in esercizio dell’OSCE.

Infine, specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, tra i compiti della Presidenza vi è la predisposizione dell’agenda settimanale del Consiglio Permanente, in collaborazione con il Segretariato OSCE, che coadiuva la Presidenza nello svolgimento delle sue attività. Alla prima riunione dell’anno del Consiglio Permanente partecipa il Ministro degli Esteri, come Presidente in esercizio; le altre sono, di regola, presiedute dal Rappresentante Permanente.

Nello svolgimento delle sue funzioni, la Presidenza in esercizio è assistita dal Segretariato dell’OSCE.

                                                                                                                                               Avvocato Iacopo Maria Pitorri

L’Associazione Nazionale per il Progresso della Gente di Colore

La National Association for the Advancement of Colored People (Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore), abbreviata NAACP, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è una delle prime, più influenti, associazioni per i diritti civili negli Stati Uniti. Fondata in data 12 febbraio 1909 (centenario della nascita di Abramo Lincoln), al fine di aiutare gli afro-americani, ha la sua sede principale  a Baltimora, oltre ad altri uffici in numerosi stati degli Stati Uniti.

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri spiega che l’associazione, non governativa, ha suddiviso il territorio degli Stati Uniti in sette aree, cui corrispondono sette uffici regionali che, oltre quello di Baltimora, hanno sede a Los Angeles, New York, Highland Park (in Michigan), Denver, Atlanta e Houston. Ogni ufficio regionale coordina le conferenze statali appartenenti alla propria area. Le attività, invece, sono organizzate da capitoli locali, giovanili o universitari.

Specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, dal punto di vista federale, la NAACP è amministrata da un consiglio composto da sessantaquattro membri, guidato da un presidente. Il presidente dell’associazione e l’amministratore delegato sono eletti dal consiglio. Gli ultimi presidenti sono stati Julian Bond, attivista per i diritti civili ed ex senatore dello stato della Georgia, fino al 2010; Roslyn Brock, dal 2010 al 2017, e l’attuale Leon W. Russell.

Importanti, dal punto di vista pratico-operativo, sono i dipartimenti interni alla NAACP. Si tratta di “Branch and Field Services” (servizi per le filiali e sul campo) e “Youth and College” (giovani e università). Il dipartimento legale si focalizza sui casi giudiziari di ampia applicazione sulle minoranze, quali discriminazioni sistematiche sul posto di lavoro, a scuola o da parte del governo. All’ufficio di Washington è assegnato il compito di “fare lobbing” sul governo federale, mentre il dipartimento sull’educazione si occupa di educazione a tutti i livelli: locale, statale e federale. La divisione sanitaria, infine, si occupa del miglioramento delle cure sanitarie per le minoranze, attraverso iniziative politiche pubbliche e interventi educativi.

Nel 1905, narra l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, un gruppo di trentadue importanti leader afroamericani si è incontrato per discutere delle sfide affrontate dalle persone di colore e individuare soluzioni e possibili strategie d’azione. Erano particolarmente preoccupati in merito alla revoca del diritto di voto ai neri, negli Stati Uniti meridionali, iniziata con l’approvazione di una nuova costituzione nel Mississippi, nel 1890.  Successivamente, poiché negli Stati Uniti vigeva la pratica della segregazione , il gruppo si è riunito in Canada, all’Erie Beach Hotel di Fort Erie, sul fiume Niagara, da cui il nome del movimento. Un anno dopo, si sono uniti al gruppo il giornalista William English Walling e gli assistenti sociali Mary White Ovington e Henry Moskowitz (tutti e tre bianchi). Il gruppo si è, quindi, riunito, nel 1906, a Harper’s Ferry, e l’anno seguente a Boston. Il nuovo gruppo si è imbattuto, per un po’ di tempo in risorse limitate e divisioni interne, prima di sciogliersi nel 1910. Sette membri del movimento sono, tuttavia, entrati nel consiglio direttivo della NAACP, fondata nel 1909. Il movimento Niagara era un’organizzazione separata, con una piattaforma più radicale rispetto alla NAACP. È stato costituito da soli afroamericani. L’incontro, invece, che ha condotto alla NAACP, ha visto la partecipazione anche di tre americani, di origine europea.

Sin dalla sua fondazione, la NACCP ha partecipato al movimento anti-linciaggio,  avviatosi negli anni novanta dell’ottocento. Nel 1916, in seguito al linciaggio di Jesse Washington (l’episodio del  bracciante adolescente afroamericano, a  Waco, nel Texas, il 15 maggio 1916, che ha generato un esempio di linciaggio motivato da odio razziale), la NAACP, ha istituito un comitato specifico e avviato una campagna specifica anti-linciaggio. Iniziale testimonial fu Elisabeth Freeman, che era stata incaricata dalla NAACP di indagare sui fatti che avevano condotto al linciaggio di Jesse Washington. Il suo rapporto è stato pubblicato su “The Crisis”, la rivista dell’associazione. Il risultato emerso è stato un resoconto estremamente crudo, corredato da immagini delle torture subite dal ragazzo prima di essere ucciso. La NAACP ha provveduto a distribuire il rapporto a centinaia di giornali e politici, campagna che ha portato ad un’ampia condanna del fatto.

Questa prima fase ha, sostanzialmente, mutato l’atteggiamento delle autorità, dinanzi a simili eventi; tant’è vero che è stato, poi, deciso di non sostenere più simili pratiche, dilagando, tra l’opinione pubblica, l’idea che il linciaggio fosse una pratica selvaggia e barbara.

In una seconda fase, la NAACP ha optato per una differente strategia comunicativa: alle cruente descrizioni dei linciaggi ha affiancato le immagini positive di quei membri delle forze dell’ordine, di fatto, ne hanno poi impedito lo sviluppo.

Infine, successivamente la NACCP si è attivata non poco per supportare leggi e disposizioni miranti a rendere illegale la pratica del linciaggio. Ci è poi riuscita relativamente a tutti gli Stati Uniti.

                                                                                                                                               Avvocato Iacopo Maria Pitorri

La Commissione Asiatica dei Diritti Umani

L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri fa presente che la Commissione asiatica dei diritti umani (AHRC) è un’organizzazione non governativa internazionale, che ha per principale obiettivo quello di proteggere e promuovere i diritti umani. Più segnatamente, chiarisce l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, espleta detta attività tramite il monitoraggio, indagini e tutela delle vittime di violenze e torture. Il tutto, anche partecipando alle Commissioni sulla Verità e ai Tribunali Speciali, per raggiungere attraverso programmi di “peacemaking” la risoluzione dei conflitti.

Il 17 maggio 1998, a Kwangju (in Corea del Sud), è stata adottata la Carta asiatica dei diritti umani, da circa duecento ONG, che operano in ambito di diritti umani. Si tratta dello strumento giudiziario più efficace per una piena tutela dei diritti dell’uomo. Costituendo uno dei poteri sovrani degli Stati, accanto a quello legislativo ed esecutivo, la Commissione asiatica dei diritti umani ha la facoltà di denunciare le violazioni dei diritti umani, raccogliere le prove, provvedere a riparare alle violazioni anche attraverso la punizione dei colpevoli. Ciò è possibile solo laddove vi è un sistema giudiziario forte e ben organizzato, capace di svolgere a pieno le proprie funzioni.

Spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, al di là degli apparati giudiziari nazionali, vi è la possibilità per tutti gli Stati asiatici di creare apposite Commissioni nazionali per i diritti umani ed istituzioni specializzate nella protezione degli stessi, che implementino il ruolo degli organi giudiziari.

Dal punto di vista internazionale, è previsto un organo interstatale (Commissione o Corte), che, agendo indipendentemente dagli Stati, è certamente predisposto per il raggiungimento delle finalità prescritte nella Carta asiatica dei diritti dell’uomo e al contempo predisponga un apparato per la promozione e protezione dei diritti fondamentali.

La AHCR collabora strettamente con un’altra organizzazione non governativa, l’Asian Legal Resource Center (ALRCR), nata nel 1986, che ha uno statuto consultivo presso l’ONU. E’ formata, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, da un eminente gruppo di giuristi e attivisti dei diritti umani, che si occupa di promuovere la tutela dei diritti umani. L’ALRCR cerca di implementare quelli che sono i programmi di assistenza giudiziaria, svolti da istituzioni giudiziarie e affini a livello regionale, locale, nazionale (programmi di educazione dei giudici in Cina, programma di educazione di giudici, avvocati e funzionari in Asia del Sud, Est e Sudest, attività di promozione della Carta asiatica dei diritti umani e dei meccanismi regionali, ecc).

Alla guida della Commissione asiatica dei diritti umani vi è un organo esecutivo, il Consiglio Direttivo (formato dai dieci ai venti Consiglieri), un gruppo interno (di circa duecento persone), preparato a compiere missioni di valutazione e da altro personale. Si sottolinea che la struttura della AHCR, così come è stata approvata nel 1996, dal Consiglio Direttivo, si avvale, in parte, anche di personale appartenente alla ALCR.

Una eventuale denuncia di parte, sulle violazioni dei diritti umani, fa emergere l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, può essere presentata tanto da organizzazioni (non governative) quanto da singoli individui. La AHCR è competente a conoscere dette violazioni. La Commissione una volta approvate le regole di diritto e procedura, che devono essere applicate per assicurare che le indagini siano svolte secondo il rispetto dei principi fondamentali di diritto (imparzialità ed equità), potrà raccogliere tutte le informazioni necessarie, compresi l’audizione dei testimoni e l’invio di missioni investigative sul luogo. Ogni indagine sarà eseguita da una Commissione Investigativa composta da tre membri che, per assicurare la natura di indipendenza della procedura, non possono avere la stessa nazionalità del paese indagato. Nell’eventualità in cui ciò si verifichi il commissario dovrà essere escluso.

La sede della Commissione asiatica dei diritti umani, precisa l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, si trova ad Hong Kong.

Ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, all’esito di una ricerca condotta nel 2005 in dieci paesi asiatici (Bangladesh, Cambogia, Corea del Sud, Filippine, India, Indonesia, Myanmar, Nepal, Sri Lanka e Tailandia), in data 17 gennaio 2006 la AHCR ha presentato un rapporto sulle condizioni di alcune popolazioni asiatiche oppresse da pratiche di violenza dei diritti umani e dalla tortura (The State of Human Rights in Ten Asian Countries).

Grazie alla pubblicizzazione di detto report, la AHCR ha ribadito l’invito, rivolto alle popolazioni asiatiche e a tutti coloro che sono interessati alla promozione e tutela dei diritti umani, a porre attenzione sull’importanza del legame esistente tra i diritti umani e le regole di diritto (e di procedura).  A tal fine la Commissione asiatica dei diritti umani ha lanciato l’idea di una Carta Asiatica delle Norme di Diritto. In tal senso ampie consultazioni sono in atto per l’elaborazione di una bozza da sottoporre a diverse istituzioni interessate (organizzazioni governative e non) come a singoli individui (esperti del settore). Rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che per lungo tempo, soprattutto durante il periodo coloniale, i popoli dell’Asia hanno subito gravi violazioni dei loro diritti e delle loro libertà. Oggi vasti gruppi in seno alle popolazioni continuano ad essere sfruttati ed oppressi e molte delle società sono lacerate dall’odio e dall’intolleranza. I popoli stanno rendendosi sempre più conto che la pace e la dignità sono possibili solo a fronte del riconoscimento e della tutela di diritti uguali ed inalienabili per tutte gli individui e i gruppi. Essi sono determinati a garantire pace e giustizia per sé stessi e per le generazioni future, lottando per i diritti umani e le libertà. A tal fine essi adottano la Carta, quale affermazione del desiderio e dell’aspirazione dei popoli dell’Asia di vivere in pace e nel rispetto della dignità.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

La Commissione africana sui diritti dell’uomo e dei popoli

La Commissione africana sui diritti dell’uomo e dei popoli, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è il meccanismo di salvaguardia, organo istituito dalla Carta africana dei diritti umani e dei popoli. Più segnatamente, la sua struttura ed il suo funzionamento sono specificati nell’art. 30 e seguenti della suddetta Carta.
La Commissione è costituita da undici membri, eletti, con un mandato di sei anni, dall’ Assemblea dell’UA, con scrutinio segreto. I Commissari vengono scelti in base alle loro qualifiche in materia di diritti umani. Ciò, ovviamente tenendo conto del criterio di ripartizione geografica.

Specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che la Commissione si riunisce in sedute ordinarie due volte all’anno. Può riunirsi anche in sessioni straordinarie.

Nata nel 1989, ad oggi la Commissione africana sui diritti dell’uomo e dei popoli è stata la protagonista di oltre sessanta sessioni (tra ordinarie e straordinarie).
La Commissione, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ha la facoltà di costituire procedure speciali, come relatori speciali, comitati e gruppi di lavoro. La procedura speciale da più tempo attiva è il relatore speciale sul carcere e le condizioni detentive, il quale, a far data dal 1996, ha mandato di esaminare la situazione delle persone private della libertà nei territori degli Stati parte della Carta. Tale relatore speciale ha portato a termine 16 missioni e adottato 8 risoluzioni.

Alla Commissione sono attribuite tre funzioni principali. Quella, innanzitutto, di promuovere i diritti umani e dei popoli; quella di proteggere i diritti umani e dei popoli; quella di interpretare la Carta.

È incluso nell’attività di promozione il sistema delle comunicazioni alla Commissione e la presentazione di rapporti da parte degli Stati.

In merito, invece, alla protezione dei diritti umani, la Carta chiede alla Commissione di ricorrere ad “ogni appropriato metodo d’investigazione” (art. 46), fornendo, il fondamento giuridico per intraprendere missioni di diversa natura.

Le missioni della Commissione possono essere di due tipi. Vi sono le missioni di protezione, che sono riguardano, nello specifico, le missioni sul luogo (on-site). Vi sono, poi, le missioni d’inchiesta (fact-finding). Lo scopo è quello di esplorare la possibilità di un accordo amichevole o di indagare su fatti specifici ricollegati al sistema delle comunicazioni. Esistono anche le missioni d’inchiesta, che si svolgono in caso di una segnalazione di carattere generale o largamente documentata di violazioni dei diritti umani da parte di uno Stato.

Ulteriormente, le missioni di promozione sono atte a sensibilizzare gli Stati rispetto al ruolo della Carta africana, per incoraggiare la ratifica degli strumenti giuridici per i diritti umani e sottostare all’obbligo di presentazione dei rapporti di monitoraggio sulla situazione dei diritti umani nel proprio Paese.

Evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che una ulteriore procedura della Commissione, per far fronte al proprio mandato, è il sistema delle comunicazioni. Le comunicazioni che riceve e prende in considerazione la Commissione possono essere quelle statali, riferite, cioè, ad uno Stato che lamenta la violazione di una o più disposizioni della Carta da parte di un altro Stato membro (artt. 48-49). Vi sono, poi, comunicazioni presentate da individui o organizzazioni che accusano uno Stato membro di aver violato uno o più diritti garantiti dalla Carta (art. 55).

Per quanto concerne le comunicazioni statali, le procedure esperibili sono due: comunicazione-negoziazione, ovvero comunicazione-reclamo. Nella prima, allorquando uno Stato abbia buone ragioni per credere che un altro Stato parte ha violato la Carta, può presentargli una comunicazione scritta. Lo Stato ricevente, entro tre mesi, deve dare una spiegazione scritta per fare chiarezza sulla questione. Se in tale fase di conciliazione la questione non viene risolta, entrambi gli Stati possono sottoporre la questione alla Commissione. In riferimento, invece, alla comunicazione-reclamo, se uno Stato parte ha buone ragioni per credere che un altro Stato parte abbia violato la Carta, ma non vuole dare avvio ad una procedura bilaterale, può inviare una comunicazione direttamente alla Commissione.

 Se la comunicazione è ritenuta ammissibile, la Commissione passa al suo esame nel merito, ricorrendo a tutti i metodi d’indagine di cui dispone. Una volta in possesso di tutte le informazioni e dopo aver tentato una soluzione amichevole, la Commissione redige il rapporto sul caso.

Per quanto riguarda le altre comunicazioni, si tratta di quelle comunicazioni presentate da singoli individui o gruppi, come anche da attori della società civile, in cui si lamenta la violazione di uno o più diritti da parte di uno o più Stati. Per essere ammesse, debbono, ovviamente,  riportare l’indicazione dell’autore, tranne nei casi in cui lo stesso chieda di mantenere l’anonimato; debbono essere riconducibili ai diritti o principi stabiliti dalla Carta dei diritti umani e dei popoli o della Carta UA; non essere redatte in termini oltraggiosi; debbono fondarsi su un’adeguata indagine e non solo su informazioni reperibili a mezzo stampa, o tramite altri strumenti d’informazione; debbono, infine, essere inviate entro un periodo di tempo ragionevole. Per far sì che una comunicazione venga ritenuta ammissibile deve rispettare tutti i criteri di ammissibilità.

A seguito della dichiarazione di ammissibilità, continua l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la Commissione mette a disposizione i suoi buoni uffici per favorire un accordo amichevole tra le parti.

Se tale accordo non viene raggiunto, la Commissione considera il caso nel merito, ossia esamina le accuse presentate dall’autore della comunicazione, la risposta fornita dallo Stato, nonché ogni altro argomento presentato dagli Stati parte o altri attori intervenuti.
Al termine dello studio del caso, il quale può includere anche missioni d’inchiesta, la Commissione può presentare delle raccomandazioni allo Stato interessato. Tali raccomandazioni non sono di principio vincolanti, tuttavia possono diventarlo nel momento in cui vengono adottate dall’Assemblea dei Capi di Stato e di Governo dell’UA.

Oltre, ciò, fa emergere l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, uno degli strumenti più importanti attraverso cui la Commissione può promuovere e proteggere i diritti umani e dei popoli sono i rapporti periodici degli Stati. Adottando, invero, le misure per il rispetto dei diritti della Carta, è possibile incrementare il dialogo tra gli Stati e la Commissione. Agli Stati è richiesto di presentare un rapporto iniziale, dopo due anni dalla ratifica o adesione alla Carta, il quale fa da elemento di paragone per i rapporti periodici successivi, anch’essi ogni due anni, i quali illustrano solamente i progressi fatti e le difficoltà incontrate dal precedente rapporto. Il rapporto iniziale deve riportare gli elementi fondamentali per descrivere il Paese, come anche i programmi e le istituzioni rilevanti per i diritti, le libertà fondamentali ed i doveri stabiliti dalla Carta. Nei rapporti gli Stati sono chiamati ad entrare nel merito di ogni tipologia di diritto: civili, politici, economici, sociali e culturali. Lo stesso trattamento, inoltre, deve essere riservato anche alle libertà fondamentali, ai diritti dei popoli ed ai doveri riportati nella Carta.

L’esame del rapporto avviene nel corso di una sessione a porte aperte, ossia aperta anche alle associazioni con status consultivo all’UA. Nel corso dell’esame i rappresentanti dello Stato devono rispondere alle domande della Commissione e fornire eventuali ulteriori informazioni, durante o dopo la sessione.

La Commissione ha stabilito che il rapporto debba, comunque, essere esaminato, ricorrendo anche ad ulteriori informazioni fornite da Istituzioni nazionali per i diritti umani e organizzazioni non governative.

Da ultimo, evidenzia l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri la Commissione africana svolge, anche, un ruolo consuntivo, con pareri e raccomandazioni rivolte agli  Stati, oltre che nell’elaborazione di principi e regole per la risoluzione di problemi giuridici legati al godimento dei diritti umani e dei popoli (art. 45-1-b). Sono state, invero, elaborate diverse linee guida, ultime in ordine di tempo le linee guida sulle condizioni di arresto, custodia da parte della Polizia e la detenzione cautelare antecedente il procedimento giudiziario in Africa (nel 2014).

Altri strumenti a disposizione della Commissione sono le risoluzioni ed i commenti generali.
La Commissione può adottare risoluzioni per affrontare diverse questioni materia di diritti umani. I commenti generali sono uno strumento utilizzato recentemente (negli anni 2012 e 2014), e per la prima volta, solo dalla relatrice speciale sui diritti delle donne in Africa (per interpretare l’articolo 14 del Protocollo sui diritti delle donne in Africa, inerente ai diritti alla salute, inclusa quella sessuale e riproduttiva).

Oltre ciò, ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la Commissione ha facoltà di interpretare le disposizioni della Carta, dietro richiesta di uno Stato parte, degli organi dell’UA e da parte di organizzazioni non governative riconosciute dall’UA.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees), rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri,  è l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati. Ha per scopo quello di fornire loro protezione internazionale ed assistenza materiale, oltre a perseguire soluzioni durevoli per la loro drammatica condizione. L’UNHCR è, senza dubbio, la principale organizzazione al mondo impegnata in prima linea a salvare vite umane e a proteggere i diritti di milioni di rifugiati.

Questo importante organismo ONU, fondato il 14 dicembre 1950 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha iniziato a svolgere la sua attività dal 1° gennaio del 1951. Assiste, ad oggi, oltre sessanta milioni di persone. Ha vinto, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, ben due premi Nobel per la pace (nel 1954 e nel 1981). L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, inoltre, conferisce annualmente il prestigioso “Premio Nansen per i Rifugiati”, precedentemente conosciuto come “Onorificenza Nansen” (intitolata a Fridtjof Nansen), a persone, o gruppi, che si siano distinti per “l’eccellente servizio alla causa dei rifugiati”.

Coloro che beneficiano dell’opera dell’UNHCR, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, sono i rifugiati, intesi (in virtù dello Statuto della Convenzione del 1951), come persone che, nel giustificato timore d’essere perseguitate per la propria razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale, ovvero a proprie opinioni politiche, si trovano fuori dello Stato di cui possiedono la cittadinanza e non possono domandare, per tale paura, la protezione di detto Stato. Oltre ciò, ne beneficia anche chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori del suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.

Ad usufruire dell’attività di tale, importante organizzazione mondiale, sono anche i rimpatriati: coloro che, essendo rifugiati, chiedono di poter tornare nel proprio paese d’origine. Vi sono, poi, i richiedenti asilo (coloro che, lasciato il loro paese d’origine e avendo inoltrato una richiesta d’asilo, sono in attesa di una risposta dal paese ospitante per ottenere lo status di rifugiato). Beneficiari sono, altresì, gli apolidi (coloro che non hanno la cittadinanza in nessuno Stato). Da ultimo, gli sfollati interni, coloro che sono costretti a spostarsi per conflitti o cause naturali all’interno della propria nazione.

Questa organizzazione, presente in centoventitré Paesi, nel mondo, ha, sotto la sua protezione, un numero smisurato di persone.

Per ciò che concerne la sua organizzazione, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, l’UNHCR è costituita da un Comitato Esecutivo (formato da settantanove membri), dall’Alto Commissario, dal Vice Alto Commissario e dall’Assistente Alto Commissario.

A livello, invece, di rappresentanze regionali, l’organizzazione opera in Europa meridionale, Europa centrale, Europa settentrionale, Europa occidentale, Africa orientale e Corno d’Africa, Africa australe, Africa centrale e la regione dei grandi laghi, Asia sudorientale, Asia dell’Est e la regione del Pacifico, Asia centrale, Asia meridionale, Americhe.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Il Commissario per i Diritti Umani

Il Commissario per i diritti umani, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, costituisce una istituzione indipendente e imparziale del Consiglio d’Europa. Ha per scopo quello di promuovere il rispetto dei diritti umani, nell’ambito dei quarantasette Stati membri dell’Organizzazione. Rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, a far data dal 1  aprile 2018, il commissario è Dunja Mijatović (succeduta a Nils Muižnieks).

Il Commissario viene eletto dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Ha mandato per predisporre un permanente dialogo con le autorità degli Stati membri, aumentando la sensibilizzazione in materia di diritti umani e promuovendo lo sviluppo di strutture nazionali per i diritti umani. Per poter valutare al meglio la situazione dei diritti umani, il Commissario realizza visite nei vari paesi del Consiglio d’Europa. Può predisporre rapporti e rivolgere opinioni e raccomandazioni ai governi degli Stati membri.

Nella sua attività, il Commissario collabora con vari partner, tra cui l’Unione europea, le Nazioni Unite e le sue agenzie, organizzazioni non-governative, università.

Specifica l’Avvocato Iacopo Maria  Pitorri che questa importante figura, nel promuovere il rispetto dei diritti umani, assiste gli Stati membri nelle messa in pratica degli standard del Consiglio d’Europa; incentiva la presa di coscienza dei diritti umani negli Stato membri; identifica le lacune nella legislazione e nella pratica in materia di diritti umani; facilita le attività delle strutture nazionali per i diritti umani; fornisce consigli e informazioni riguardo alla protezione dei diritti umani in Europa.

Per agevolare l’opera del Commissario, gli Stati membri sono tenuti a semplificare il suo lavoro, specie nel corso delle visite nei Paesi, fornendogli, in tempi brevi, le informazioni richieste dal Commissario. Durante le visite, incontra le più alte autorità del governo, del parlamento e del sistema giudiziario. Altri incontri sono organizzati con le strutture nazionali per la protezione e promozione dei diritti umani e con i rappresentanti della società civile. Discute anche con altre persone e visita luoghi d’interesse per I diritti umani, quali prigioni, ospedali psichiatrici, centri per richiedenti asilo, scuole, orfanotrofi.

Il Commissario agisce sempre in maniera indipendente e imparziale, non si occupa di casi individuali.

Ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che all’ articolo 36 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, e delle libertà fondamentali, è prevista la possibilità per il Commissario d’intervenire presso la Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il Commissario è eletto dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, sulla base di una lista di tre candidati presentata dai governi degli Stati membri,con un mandato di sei anni, non rinnovabile. In genere, chi può assumere tale ruolo è una personalità eminente, che ha dato prova di alti valori etici e esperienza nei diritti umani, oltre che una chiara adesione ai valori del Consiglio d’Europa.

Durante il mandato, infine, sottolinea l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, il Commissario non può partecipare ad attività incompatibili con la sua funzione a tempo pieno.

                                                                                                                                               Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Human Rights Watch

Vigilanza sui Diritti Umani, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è una organizzazione non governativa, fondata nel 1978, dedita alla protezione dei diritti umani della gente nel mondo. Effettua investigazioni e denuncia le violazioni dei diritti umani. Esige, altresì, che i governi e le persone che detengono il potere pongano fine alle pratiche abusive e rispettino le leggi internazionali sui diritti umani.

Human Rights Watch, chiarisce l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, indaga in ogni parte del mondo, coinvolgendo circa quattrocentocinquanta persone,  di oltre settanta nazionalità, tra  esperti di paesi, avvocati, giornalisti e altri che lavorano per proteggere maggiormente i rischi, dalle minoranze vulnerabili e dai civili in tempo di guerra, ai rifugiati e ai bambini bisognosi.

L’obiettivo che si pone questa importante organizzazione è quella di spingere governi, gruppi armati e imprese, a cambiare o far rispettare le loro disposizioni, politiche e pratiche. A tal fine, collabora con organizzazioni grandi e piccole, in tutto il mondo, per proteggere gli attivisti coinvolti nella lotta.

Specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, al fine di garantire la propria indipendenza, Human Rights Watch rifiuta qualsivoglia finanziamento governativo, oltre a legami aziendali.

I ricercatori dell’organizzazione operano sul campo in cento paesi, scoprendo fatti correlati alle violazioni dei diritti umani. Espongono, pertanto, le storie relative a ciò che individuano, condividendole con milioni di social media e follower online, ogni giorno. I media, attraverso la divulgazione di notizie, sovente riportano le indagini svolte da questo importante organismo, aumentandone la portata.

I membri di Human Rights Watch, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, si incontrano spesso con governi, Nazioni Unite, gruppi ribelli, corporazioni: il tutto al fine di cambiare, in meglio, applicando la giustizia. L’organizzazione lavora costantemente su alcune delle più grandi crisi del mondo. Basti pensare, ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che Human Rights Watch ha indagato sui massacri e persino sui genocidi. Allo stesso tempo, ha ampliato la propria attività, per affrontare gli abusi contro coloro che potrebbero subire discriminazioni, tra cui donne, persone LGBT e persone con disabilità. Quando le famiglie vittime di crimini di guerra non hanno trovato giustizia nel proprio Paese, ha contribuito a difendere la giustizia internazionale e le corti internazionali. Ad oggi, addirittura, l’organizzazione utilizza immagini satellitari per monitorare la distruzione di villaggi o isolati, oltre alla deportazione degli immigrati. Tutto ciò viene svolto, sottolinea l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, per concretizzare l’impegno che l’organizzazione ha per la giustizia, la dignità, la compassione e l’uguaglianza.

Ulteriormente, Human Rights Watch ha ampliato e rafforzato il suo lavoro sui diritti di donne, bambini, rifugiati e lavoratori migranti, portando una prospettiva sui diritti umani su temi quali violenza domestica, tratta, stupro come crimine di guerra e bambini soldato. L’organizzazione ha trovato nuovi modi per indagare sulle violazioni dei diritti in società chiuse come l’Arabia Saudita e la Corea del Nord. Ha aiutato a mettere in luce argomenti precedentemente ignorati, come i diritti di gay e lesbiche. Ha esaminato il commercio internazionale di armi e il ruolo delle imprese nei diritti umani, producendo studi pionieristici, ad esempio, sulle violazioni dei diritti nei settori del petrolio, dell’oro e delle carni.

Nel 1997, Human Rights Watch ha partecipato al Nobel per la pace come membro fondatore della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo.

Con il XXI secolo, per Human Rights Watch sono emerse nuove sfide. Gli attacchi dell’11 settembre 2001, e le loro conseguenze, hanno evidenziato la necessità di nuove forme di pressione sui gruppi terroristici e sui loro sostenitori e un attento monitoraggio delle leggi, delle politiche e delle pratiche antiterrorismo che violano i diritti umani fondamentali. Il grave problema del virus HIV / AIDS ha portato alla creazione di un programma di Human Rights Watch dedicato ai diritti umani e alla salute.

Human Rights Watch applica sempre più la propria metodologia di ricerca ai diritti economici, sociali e culturali, in particolare nei settori dell’educazione e dell’edilizia abitativa. Human Rights Watch ha anche iniziato a utilizzare la ricerca statistica, la fotografia satellitare e l’analisi dei dati sulle bombe, tra le altre nuove metodologie. Combinando la sua tradizionale ricerca, all’atto pratico, con le nuove tecnologie e il sostegno innovativo, Human Rights Watch è all’avanguardia nel promuovere il rispetto dei diritti umani delle persone in tutto il mondo.

Human Rights Watch é un’organizzazione internazionale indipendente, che opera nell’ambito di un movimento vibrante per difendere la dignità umana e promuovere la causa dei diritti umani per tutti. Il lavoro di chi ne fa parte, specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è, invero, guidato dai diritti umani internazionali e dal diritto umanitario e dal rispetto della dignità di ogni essere umano.

I ricercatori dell’organizzazione lavorano su una metodologia consolidata, estremamente comprovata, basata sulla raccolta di informazioni, sulla pubblicizzazione di dati da una vasta gamma di fonti e sulla ricerca pratica. Alcuni dei ricercatori sono permanentemente sul campo, all’interno o vicino alle posizioni su cui si concentrano, in luoghi diversi, come Bujumbura, Il Cairo, Bangkok. Altri lavorano dagli uffici principali a New York, Berlino, Bruxelles, Londra, Johannesburg, Mosca o Washington DC. Tutti sono regolarmente in missione per condurre indagini, intervistare vittime e testimoni, al fine di porre la storia umana al centro dei rapporti, difendendola. Cooperano con attivisti, avvocati e giornalisti della società civile locale e cercano contatti con funzionari statali e governativi. Dalla loro base permanente i ricercatori seguono costantemente gli sviluppi rilevanti per il loro lavoro attraverso i media, l’operato delle organizzazioni di pari livello e la ricerca, oltre alle comunicazioni telefoniche ed e-mail, con contatti fidati nella comunità di attivisti locali.

Tra l’altro, fa emergere l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, la ricerca costantemente effettuata da Human Rights Watch non riguarda solo le vittime e gli autori, ma determina chi può e dovrebbe assumersi la responsabilità di fermare le violazioni dei diritti, fornendo soluzioni idonee ai casi. Lo staff di professionisti é organizzato geograficamente su cinque divisioni geografiche: Africa, Americhe, Asia, Europa e Asia centrale, Medio Oriente e Nord Africa, oltre ad un programma separato per gli Stati Uniti. Le divisioni e i programmi tematici si  concentrano su questioni specifiche all’interno di paesi e regioni: Armi; Affari e diritti umani; Diritti dei bambini; Diritti di invalidità, diritti di salute ambientale, terrorismo e antiterrorismo; Salute e diritti umani; Giustizia internazionale; Diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender; rifugiati; e i diritti delle donne. I ricercatori lavorano sotto la supervisione di direttori di divisione o di programmi, e dipartimenti principali come l’Ufficio legale e di politica e l’Ufficio di programma, che assicurano che i più alti standard organizzativi di accuratezza, equilibrio e persuasività siano costantemente soddisfatti.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Human Rights Action Center

Il Centro d’Azione per i Diritti Umani, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è un’organizzazione, senza scopo di lucro, con sede a Washington, DC, guidata da Jack Healey, attivista di fama mondiale dei diritti umani, che lo ha fondato. Jack ha contribuito, non poco, a spostare il tema dei diritti umani dai negoziati diplomatici, a porte chiuse, ad una consapevolezza diffusa, vale a dire ad un dibattito pubblico e all’azione diretta da parte dei cittadini. Ha, cioè, contribuito a porre i diritti umani al centro di governi, organizzazioni di difesa e individui in tutto il mondo. Il dare un tale rilievo globale ai diritti umani è stato possibile, a Jack Healey, grazie anche all’uso creativo dei media, oltre che all’arruolamento di talenti musicali di livello mondiali, quali difensore e portavoce in qualità di direttore esecutivo di Amnesty International USA, per ben dodici anni.

 Il Centro lavora su casi e questioni inerenti alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Utilizza le arti e le tecnologie per innovare, creare e sviluppare nuove strategie, per fermare abusi dei diritti umani. Gode del crescente sostegno per i diritti umani, in tutto il mondo.

Spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che il Centro di azione per i diritti umani (HRAC) è, in buona sostanza, “una voce” per “i senza voce”, e un difensore dei diritti umani per tutto il mondo. HRAC collabora con i leader nel mondo delle arti creative (musica, teatro, film, parole scritte), per dare concreta consapevolezza alle aree di importanza critica nella lotta per i diritti umani, oltre ad un grande aiuto ad alcuni dei casi meno pubblicizzati di violazione dei diritti umani.

Tra le linee di pensiero di HRAC, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, vi è quella legata all’iniziativa di voler stampare su tutti i passaporti la  Dichiarazione universale dei diritti umani; cosa per cui vi è una vera e propria campagna, in considerazione del fatto che, nel mondo, meno del cinque per cento delle persone conosce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani . Il Centro di azione per i diritti umani chiede ai governi di riconoscere la sua esistenza e di dichiarare il loro impegno a sostenere questi diritti umani fondamentali. A parere dell’organizzazione (non governativa), invero, se il governo degli Stati Uniti facesse una cosa del genere, manderebbe un buon segnale al resto del mondo, sottolineando l’importanza di proteggere i diritti di tutte le persone.

Mirando a propagare la cognizione dei i diritti umani, nonché l’accesso agli stessi, il Centro di azione incoraggia tutti gli individui alla sensibilizzazione delle problematiche relative ai diritti umani, al fine di tutelarli.

Per sostenere HRAC, che è un’organizzazione senza scopo di lucro, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è opportuno sostenere le diverse campagne sui diritti umani, attraverso donazioni.

Avvocato Iacopo Maria Pitorri

Diritti Umani Senza Frontiere

Diritti umani senza frontiere, altrimenti detta HRWF, specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, è una organizzazione non governativa atta al monitoraggio, alla ricerca, nonché all’analisi nel campo dei diritti umani. Oltre ciò, si adopera per la promozione della democrazia e delle norme giuridiche a livello sia nazionale, sia internazionale.

Giova rammentare, fa presente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che ogni anno migliaia di persone subiscono torture, maltrattamenti, incarcerazioni e persino la morte, semplicemente per aver esercitato le libertà fondamentali garantite dal diritto internazionale. Le organizzazioni come Human Rights Without Frontiers, si attivano incessantemente al fine di difendere i diritti di coloro che potrebbero altrimenti essere dimenticati, “facendo sentire la loro voce” a chi è ai vertici del potere.

Tra gli  impegni di HRWF, spiega l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, vi sono diverse attività, quali la pubblicazione di ricerche, la condivisione di informazioni, l’organizzazione di eventi pubblici, o perfino la possibilità di interagire direttamente con i leader politici su un particolare problema.

Human Rights Without Frontiers  ha come scopo il  rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, come il diritto alla vita, la libertà di religione, la libertà di parola e la libertà di riunione. Questi strumenti comprendono il Patto internazionale sui diritti civili e politici, la Carta europea dei diritti fondamentali e i precedenti legali stabiliti dalle decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo. HRWF è, in altre parole,  una delle ONG più attive nel promuovere i diritti umani al Parlamento europeo e in altre istituzioni dell’Unione Europea.

Chiarisce l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri che, al fine di sostenere pubblicamente i propri ideali, allo scopo di influenzare le scelte politiche, economiche e sociali, con adeguata efficacia,  HRWF partecipa attivamente ad una serie di reti e coalizioni che cercano di plasmare la politica dell’UE in materia di diritti umani e democrazia.

Tra queste, ricorda l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, vi è la Rete per i diritti umani e la democrazia (HRDN), la Piattaforma europea contro l’intolleranza religiosa e Discriminazione (EPRID) e la Piattaforma per la laicità in politica al Parlamento europeo (EPPSP). È anche membro della piattaforma per i diritti fondamentali dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’UE (FRA). Oltre ciò,  le attività di HRWF si estendono anche presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, oltre che nell’ambito della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), con sede a Vienna.

Human Rights Without Frontiers è certamente impegnata nella difesa dei diritti umani e della dignità in tutto il mondo. A tal fine, rappresenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, svolge il compito di fornire informazioni accurate ai responsabili delle politiche e ad altri che stanno lavorando per creare un mondo più umano per tutti. Per questo motivo, viene prestata molta attenzione all’analisi degli episodi segnalati relativi a violazioni dei diritti umani, arrivando ai fatti e presentandoli in modo convincente e utilizzabile (tramite interviste con le vittime ed informazioni dettagliate per far emergere le azioni da intraprendere relativamente ad una data situazione).

La condivisione delle informazioni è un potente strumento nella lotta per i diritti umani e la dignità. Leader corrotti e governi abusivi possono provare a costruire muri di segretezza per proteggerli dall’opinione pubblica, anche se commettono atrocità indicibili. Human Rights Without Frontiers raccoglie e pubblica informazioni da un’ampia varietà di fonti nel tentativo di esporre la verità sulle violazioni dei diritti umani in tutto il mondo (oltre ottanta paesi) e di indurre al cambiamento. La condivisione di idee e informazioni crea anche consapevolezza, plasma il dibattito politico e aiuta a contrastare la disinformazione e le idee sbagliate che spesso generano odio e disprezzo per gli altri.

Per raggiungere i suoi obiettivi, HRWF fa un grande uso  dei media e dei sistemi tecnologici,  diffondendo informazioni attraverso il suo sito web, Facebook, Twitter e le sue newsletter elettroniche quotidiane, che raggiungono più di ottomila abbonati ogni giorno.

Ulteriormente, HRWF promuove attivamente i diritti umani attraverso l’organizzazione di seminari e conferenze presso il Parlamento europeo. Ciò per informare i responsabili politici, i leader delle ONG e le altre parti interessate dei fatti sul campo, che sono spesso trascurati. Per coloro che subiscono la perdita delle libertà fondamentali, infatti, o  che vivono sotto regimi non democratici, esporre i fatti sulla loro situazione in un forum pubblico può portare speranza. Significa che non sono dimenticati e che il cambiamento è possibile.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Avvocato Iacopo Maria Pitorri