Intervento ONU sul negato sbarco della Sea Watch3
Dicembre 6, 2019
L’ONU, di recente, fa sapere l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, “ha messo alle strette” l’Unione Europea. Più specificamente, l’inviato speciale UNHCR (L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che è l’Agenzia delle Nazioni Unite che fornisce protezione internazionale ed assistenza materiale, ai rifugiati), per il Mediterraneo Centrale, Vincent Cochetel, ha, di fatto, chiesto una soluzione rapida. Ciò al fine di concedere un porto di sbarco sicuro ai quarantatré migranti, che si trovano a bordo della nave dell’ONG. Sono stati, infatti, salvati dall’ONG, specifica l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, in quel tratto di mare che separa la Libia dall’Italia. Subito dopo il salvataggio, pur essendo stato messo a disposizione dei libici il porto di Tripoli, la Sea Watch, per ovvi motivi, ha rifiutato. In tutto ciò, la Unione Europea si è schierata dalla parte della nave, eludendo l’ipotesi di un attracco in Libia.
Pur a fronte di un simile sostegno da parte dell’UE, l’ONU non ha mancato di rivolgere alla stessa pesanti critiche, reclamando la dovuta assistenza alle persone in fuga da guerre, violenza e persecuzione, per permettere ai rifugiati soccorsi di scendere a terra in sicurezza.
L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri ricorda che l’UNHCR, come più volte comunicato, ha ribadito che “nessun porto, in Libia, può essere considerato sicuro, in questo momento. Nessuna persona soccorsa nel Mar Mediterraneo dovrebbe essere riportata in quel Paese. Sono necessari sforzi rinnovati per sviluppare un approccio regionale alla gestione del soccorso nel Mediterraneo e del successivo sbarco”.
Ad oggi, dodicesimo giorno senza soluzione per la odissea dei quarantatré che si trovano sulla nave della ONG tedesca, i migranti a bordo della Sea Watch chiedono l’intervento della Corte di Strasburgo.
Ulteriormente, palesa l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, Carola Rackete, trentunenne tedesca, capitana dell’imbarcazione della ONG, parlando di un eventuale sbarco sull’isola di Lampedusa, ha riferito: “ Sto aspettando cosa dirà la Corte europea dei diritti dell’uomo. Poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì”. La Rackete, ben consapevole del rischio di ‘accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre a una multa e alla confisca della Sea Watch, ha continuato: “i migranti sono disperati. Qualcuno minaccia lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare o tagliarsi la pelle. Non ce la fanno più, si sentono in prigione. L’Italia mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con appena tre metri quadrati di spazio a testa”.
Infine, rammenta l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, a bordo della nave vi sono anche tre minorenni.
Avvocato Iacopo Maria Pitorri